Decreto sicurezza, Mediterraneo Siamo Noi chiede la mobilitazione per opporsi
Il decreto sicurezza, convertito in legge la scorsa settimana ma emanato sotto forma di Decreto Legge i primi giorni di ottobre, sta già producendo i suoi effetti, nefasti non soltanto per le persone accolte nei centri di accoglienza, ma per tutti i cittadini, producendo l'obiettivo opposto a quello che dive di voler perseguire.
La cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e l'impossibilità, per chi aveva ricevuto questa forma di protezione prima dell'approvazione del decreto, di accedere al sistema Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) sta già mettendo fuori dai circuiti dell'accoglienza e quindi per strada centinaia di persone.
Persone, spesso ragazzi giovani, che magari, come nel nostro territorio, erano arrivati in Italia quasi analfabeti, ma che, grazie al loro impegno e al sostegno delle organizzazioni che lavorano nell'accoglienza, avevano avuto la possibilità di imparare l'italiano, di conseguire con profitto il diploma di scuola media e di iscriversi a dei corsi di formazione professionale. Persone, quindi, che non erano state a bighellonare, come troppo spesso il megafono salviniano ha raccontato ai cittadini, ma si erano dati da fare per integrarsi e per rendersi autonome. Persone nei confronti della quali i famosi e mistificati 35 euro avevano raggiunto l'obiettivo per il quale erano stati stanziati: produrre integrazione e inclusione sociale. Oggi, quasi dalla sera alla mattina, si trovano per strada, senza alcun aiuto e sostegno. E' così difficile pensare che è proprio così che potranno andare dritti fra le braccia della criminalità e produrre, adesso sì, nuova insicurezza?
Questa decisione produrrà anche un indebolimento dello stesso Sistema Sprar perchè il numero delle persone che avranno diritto ad accedervi scenderà sensibilmente fino a rendere superfluo, probabilmente, il mantenimento di un numero alto di strutture che afferiscono a questo progetto. Eppure il sistema Sprar funziona, è stato preso come modello da tanti Paesi Europei, produce davvero integrazione, come stiamo sperimentando da ormai più di un anno nel nostro territorio. E allora perchè indebolirlo? Forse per non mostrare che non tutto va così male come ci viene raccontato? Quello della cancellazione dei permessi umanitari è soltanto uno degli effetti che il decreto Salvini sta producendo e produrrà in futuro.
In questo decreto ci sono anche altri punti importanti che renderanno meno sicuro il nostro Paese e violeranno alcuni diritti fondamentali della persona:
1) le persone potranno essere trattenute nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) fino a 180 giorni. Ma in uno stato di diritto non è il carcere lo strumento per limitare la libertà a persone colpevoli di reati? E, se non è un carcere, che senso ha rinchiudere per sei mesi una persona in un centro di permanenza?
2) il ritiro della protezione internazionale e addirittura della cittadinanza in caso di particolari reati, come se la pena comminata per chi commette reati non fosse sufficiente e come se per queste persone la pena non dovesse tendere alla riabilitazione della persona condannata e fosse invece qualcosa di eterno;
3) l'impossibilità di concedere la residenza ai richiedenti asilo. Quest'ultima potrebbe sembrare una banalità, ma alcuni Comuni hanno già fatto il passo successivo, proprio grazie a questa previsione normativa, dando la possibilità di accesso agli asili nido, per esempio, soltanto ai residenti. E tagliando fuori, quindi, i figli dei richiedenti asilo.
Di fronte a questa situazione, come associazioni che partecipano al progetto Mediterraneo Siamo Noi, condanniamo con forza quanto previsto dal Decreto Salvini, chiediamo un mobilitazione da parte delle istituzioni locali, delle forze politiche e sindacali e del mondo associativo del territorio e diamo la nostra disponibilità a collaborare con questi ed altri soggetti per organizzare momenti di informazione nei confronti della cittadinanza e di protesta nei confronti del governo.
Mediterraneo Siamo Noi