Politiche sociali, Diritti in Comune: "Tagli ai progetti e discriminazioni insopportabili"
Il Bilancio preventivo 2019 e il Documento unico di Programmazione illustrati dall'assessora Gambaccini nella Commissione Bilancio negli scorsi giorni ci dicono con chiarezza quale sarà la strategia che guiderà le scelte della destra in città sulle politiche sociali.
Tagliato del 50% il sistema della seconda accoglienza delle persone straniere, che già solo pochi anni fa da 22 era passato a nove ospiti.
Tagliato del 50% il fondo per la cooperazione ed il sostegno al popolo Sahrawi, che da decenni ha visto la comunità pisana impegnata in un percorso diffuso e partecipato di accoglienza dei bambini e delle bambine.
Tagliato del 50 % il contributo comunale al Progetto Azimut, attivo da quasi vent'anni a Pisa e rivolto a circa 60 ragazzi dagli 11 ai 14 anni in difficoltà, punta di diamante dei servizi di sostegno all'infanzia.
Tagliato del 50% il fondo di sostegno alla maternità. Ridotto il finanziamento al progetto homeless.
Nemmeno un euro nel bilancio comunale per recuperare alloggi pubblici di risulta.
Sono questi tagli fatti in seguito a valutazioni e monitoraggi? Assolutamente no. Sono tagli operati sulla base di pregiudizi e assunti razzisti.
La strategia è chiara: le politiche sociali si governano attraverso il “favorire gli italiani”, come è scritto nero su bianco nel Documento Unico di Programmazione.
Noi daremo battaglia, convinti come siamo che i diritti sociali e i servizi debbano essere assicurati senza discriminazione e sulla base della valutazione professionale del bisogno a tutti quelli che ne hanno diritto.
Colpisce che tutti i tagli annunciati riguardano i bambini e le bambine, italiani e stranieri e non pensiamo sia casuale. Le convenzioni internazionali, le leggi statali e regionali ci dicono che i diritti dell'infanzia sono il bene supremo da tutelare, che è obbligo degli enti locali agire nel “supremo interesse del minore”, senza nessuna distinzione rispetto alla provenienza o alla nazionalità.
Diciamolo chiaramente ai cittadini pisani: chi voleva il cambiamento rispetto alle giunte precedenti troverà solo continuità e peggioramento dei servizi.
Chi, ad esempio al CEP, usufruiva del servizio educativo pomeridiano per i propri figli, magari con problemi a scuola o di comportamento, troverà quel servizio ridotto.
Chi è in attesa di una casa popolare sappia che se il Comune avesse investito risorse per recuperare gli alloggi pubblici di risulta, aumentando quindi il numero degli alloggi, avrebbe dovuto aspettare meno e, indipendentemente dalla provenienza, avrebbe avuto un tetto sulla testa.
Infine: questi tagli mettono a rischio il posto di lavoro di molti operatori sociali delle cooperative e delle associazioni. Non hanno questi una famiglia da mantenere?
Sono stati tagliati oltre 100 mila euro. L'assessora Gambaccini ha spiegato che queste risorse saranno gestite non più dalla Società della Salute, che si intende sempre più depotenziare, ma direttamente dal Comune e andranno a finanziare interventi di sostegno alle famiglie in difficoltà, favorendo quelle italiane
Peccato che in Comune non ci siano assistenti sociali. Chi decide quale famiglia è in difficoltà e quale no? Con quali criteri? Contrariamente a quanto sta praticando la giunta Conti, una pubblica amministrazione deve perseguire il benessere pubblico, quindi di tutti e tutte, e certamente non può discriminare la cittadinanza proveniente da paesi europei o da paesi terzi, per la nazionalità andando a ledere il principio di uguaglianza ben declinato nell'articolo 3 della Costituzione Italiana.
Con questo bilancio, invece, siamo solo all’inizio di una strategia che sfascia il poco che non è già stato sfasciato in passato con l'unico scopo di creare un borsellino tramite cui dare mance e prebende e far diventare una concessione ciò che ognuno di noi dovrebbe avere se ne ha diritto.
Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista - Pisa Possibile