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Abolizione pena di morte, studenti di Castelfiorentino alla seduta del Consiglio regionale

Le classi 3° e 4° D di Accoglienza turistica dell'istituto Enriques di Castelfiroentino, accompagnate dai Professori Giacomo Bagnai, Marco Lisi, Laura Casati e Vera Caruso, hanno partecipato, insieme alla Dirigente Scolastica, la Professoressa Patrizia Peperetti, alla seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana, che si è tenuta venerdì 30 novembre 2018, in occasione della festa della Toscana, presso il Teatro “La Compagnia” a Firenze. L’evento, organizzato in ricordo dell’abolizione della pena di morte, avvenuta il 30 novembre 1786,ad opera del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, è stato non solo l’occasione per ricordare che il Granducato di Toscana è stato il primo paese al mondo ad abolire la pena di morte, ma anche per affermare che la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, è l’elemento costitutivo della nostra regione.

Dai Medici ai Lorena: il Granducato di Toscana, faro di civiltà per l’Europa, è stato il tema della seduta di quest’anno, aperta alle ore 11 dal Presidente del Consiglio regionale toscano, Eugenio Giani, dopo lo squillo delle chiarine del comune di Firenze e l’inno di Mameli, e poi continuata con gli interventi del Presidente italiano del Parlamento europeo, Antonio Tajani e del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.

Dopo 232 anni dall’abolizione della pena capitale, la celebrazione della festa della Toscana, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Consiglio regionale toscano, e letto da Eugenio Giani, «rappresenta una solenne occasione di riflessione sulla dignità dell'essere umano». La decisione del Granduca, ancora oggi, dopo oltre due secoli, «costituisce un punto di riferimento al quale la Toscana si ispira per alimentare quel patrimonio di virtù civili testimoniato dalla sua storia».La regione, che affonda, infatti, le proprie radici culturali nelle libertà comunali, nel celebrare il 30 novembre, come un giorno solenne, vuole farsi faro nel mondo per far superare ogni forma di discriminazione e tutelare i diritti inviolabili di ogni persona.

Eugenio Giani, rivolgendosi ai giovani, ha ricordato loro che, sebbene la Toscana sia stata il primo paese al mondo ad abolire la pena di morte, ancora oggi, dopo tanti anni, questa punizione disumana è praticata in molti paesi del continente.

Il Presidente del Consiglio europeo, Antonio Tajani, ha continuato dicendo che l’Europa è l’unico continente al mondo, nel quale non vi è la pena di morte e questo vuol dire difendere la libertà di una persona, in quanto anche il peggior delinquente deve avere il diritto di potersi pentire e di poter cambiare. Ciò non vuol dire che chi è colpevole non debba scontare la sua pena, anche fino alla fine dei suoi giorni,stando in carcere e in isolamento, ma, solamente, considerare che anche l’assassino è un persona.

La libertà è infatti un valore fondamentale di un paese civile, e, proprio per questo Tajani ha invitato gli studenti presenti in sala ad assumerlo come principio guida di ogni loro azione. Credere nella libertà permette di fare molto in futuro, sia per la propria vita che per quella degli altri. A tal proposito ha ricordato uno dei provvedimenti fatti in qualità di Commissario europeo ai trasporti quando promosse una direttiva per il trasporto aereo delle persone a mobilità ridotta, giacché dare alle persone disabili la possibilità di muoversi vuol dire dare loro la libertà di poter andare dove vogliono e renderle meno diverse dalle altre.

Infine, proprio il diritto all’indipendenza, rivendicato da alcune associazioni presenti al teatro, ha dato spunto all’intervento del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha detto che la nostra regione è sempre stata particolarmente sensibile su questo tema, ma per ottenere risultati di alto livello ha bisogno di aiuto economico da parte del Parlamento italiano e di un Europa che lo assuma come diritto legislativo. Infatti la battaglia per i diritti non finisce mai, e non è detto che il progresso sia continuo, si può tornare anche indietro». Proprio per questo la Toscana con l’abolizione della pena capitale ha dato prova di civiltà al mondo.

La mattinata si è conclusa con la musica e le parole del cantautore toscano Paolo Vallesi, che ha cantato tre canzoni del suo repertorio, quali “Un filo senza fine”, “Pace” e “La forza della vita”, tra gli applausi del pubblico.

L’invito rivolto agli studenti delle sei scuole superiori presenti all’evento è quello di leggere nel riformismo dei Lorena il desidero di lottare per un mondo più giusto e più equo. Il Granduca Pietro Leopoldo è infatti il rappresentante autorevole di una politica che sapeva ascoltare e poi decidere e realizzare, in quanto, sia lui, che Leopoldo II, furono i promotori e sostenitori di grandi opere pubbliche e di infrastrutture che modernizzarono la nostra regione dando lavoro alle persone. Un lavoro che consentì, non solo di combattere la fame, ma anche di essere liberi e di salvaguardare la loro dignità.

Per gli studenti dell’Enriques è stata l’occasione per assistere ad uno degli eventi più importanti della Toscana, ma anche per apprendere l’importanza di alcuni principi che dovrebbero funzionare da guida delle nostre azioni. L’evento è stato pertanto per loro una lezione di civiltà e una modalità didattica diversa per apprendere alcuni eventi storici di primordine della nostra storia locale e nazionale.

Il Presidente del Consiglio Regionale Toscano ha fatto i complimenti ai nostri studenti per l’attenzione e la serietà dimostrata durante l’evento e li ha voluti salutare personalmente prima della foto di rito, con la divisa ufficiale del loro indirizzo di studi. Questa per loro è stata davvero una bella esperienza, per la partecipazione alla quale si deve ringraziare la Prof.ssa di Accoglienza turistica, Concetta Manzo, che ha organizzato e coordinato tutto.

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