gonews.it

Sventato l'accorpamento delle scuole nel Mugello. Il comunicato dei sindacati

Grazie all’energica reazione del personale scolastico, delle famiglie, degli studenti e del supporto delle parti sociali, la decisione di accorpare le due istituzioni scolastiche sottodimensionate IC Marradi e IC Firenzuola rispettivamente con il Liceo Giotto Ulivi e l’IC di Scarperia San Piero è stata fermata (sospesa per un anno), in attesa di trovare una soluzione diversa, condivisa e sostenibile. L’Unione dei Comuni ha deciso di tornare alla prima decisione - assunta ad ottobre - di lasciare per il prossimo anno scolastico le istituzioni scolastiche del territorio come sono attualmente, senza ulteriori modifiche. Gli accorpamenti che erano stati decisi avrebbero avuto numerose ricadute negative sul personale scolastico e sulla qualità dell’offerta formativa nella realtà mugellana.
Innanzitutto una considerazione sul metodo utilizzato: il processo di dimensionamento dovrebbe partire dal basso come necessità del territorio e degli attori in campo: Comune, scuola, famiglie e studenti che, spinti da un comune progetto pedagogico, condividono una idea di scuola verticalizzata. I passaggi successivi che la norma impone dovrebbero rendere condivisa tale decisione anche dagli altri soggetti territoriali con competenze in materia di istruzione: la Città Metropolitana e infine la Regione che accoglie le richieste e delibera l’atto finale. In questo caso abbiamo assistito ad un rovesciamento del paradigma, cioè è stata la forzatura della Regione Toscana a influenzare a cascata la Città metropolitana e i Comuni interessati. Prova tangibile è la doppia e opposta delibera della Conferenza Zonale dell’Istruzione del Mugello che prima ha deciso di mantenere lo status attuale con le istituzioni scolastiche in questione separate (16/10/2018), poi, a seguito di una lettera della Regione nella quale si minacciava il non accoglimento delle richieste dei comuni e una penalizzazione finanziaria, ha cambiato la delibera e “ceduto” agli accorpamenti (20/11/2018). Il tutto, naturalmente, senza alcun coinvolgimento di quegli attori necessari alla realizzazione del progetto: scuole, famiglie, studenti e parti sociali che avrebbero avuto un ruolo prezioso nell’informazione sulle pesanti ricadute di tale decisione in termini occupazionali e di organizzazione del lavoro scolastico. Ecco il risultato ottenuto: gli studenti del Giotto Ulivi hanno occupato la scuola e svolto manifestazioni, le Consulte dei genitori erano sul piede di guerra, i lavoratori hanno prodotto documenti esprimendo le loro contrarietà, sono state fatte assemblee con 300 addetti coinvolti e una petizione on line ha raccolto migliaia di firme.

Ed ecco quali sarebbero state le conseguenze concrete:

ISTITUTO COMPRENSIVO UNICO: SAN PIERO A SIEVE-SCARPERIA / FIRENZUOLA

Numero alunni 1.500 circa, di cui 44 disabili; docenti 145; numero plessi 8; distanza tra i plessi più lontani 40 Km circa, molti dei quali di strada montana; personale Ata totale 30 unità, si sarebbe previsto un taglio di 6 Collaboratori Scolastici e 2 Assistenti Amministrativi rispetto all’organico attuale. La criticità evidente del taglio degli Ata sarebbero state l’apertura e la chiusura dei plessi, nonché la sorveglianza e la pulizia adeguata e l’assistenza agli alunni disabili. Per non parlare della sostituzione del personale assente, data la ovvia impossibilità di spostamento tra un plesso e l’altro. La necessaria centralizzazione a Scarperia dell’ufficio di Segreteria (visto il numero esiguo di personale) avrebbe reso difficoltoso anche il rapporto scuola/famiglia per le realtà territoriali più lontane. La complessità territoriale avrebbe reso il nuovo comprensivo di sicuro poco appetibile per i supplenti annuali che non avrebbero scelto di certo tale istituto per non rischiare di dover andare in montagna, lasciando scoperti posti e cattedre.

ISTITUTO OMNICOMPRENSIVO MARRADI / GIOTTO ULIVI

Numero alunni 1.300 circa, di cui 30 disabili; docenti 37+85; plessi 3; personale Ata 10+28; distanza in km tra i plessi più lontani oltre 30 Km (molti dei quali di strada montana). Anche se a causa degli ordini di scuola diversi non si sarebbero verificate perdite di personale, per gli Ata sarebbero rimaste le stesse criticità nella sostituzione degli assenti in quanto ci sarebbe stata una gestione unitaria del personale, così come per i trasferimenti il codice unico avrebbe determinato incertezza nella attribuzione della sede per chi potrebbe scegliere l’istituto. La creazione di un omnicomprensivo genera una complicatissima organizzazione e la prova lampante è che nemmeno la legislazione è riuscita, ad esempio, a definire la composizione del Consiglio di Istituto che non verrà eletto ma sostituito da un Commissario ad acta, con l’inevitabile perdita di un organo collegiale importantissimo nella vita di una istituzione scolastica. Per la creazione di un omnicomprensivo, quindi, il progetto pedagogico diventa oltremisura necessario e in questo caso, visto il non coinvolgimento delle parti, abbiamo certezza che non sarebbe stato il motore della decisione.

Per queste ragioni siamo a denunciare la superficialità con la quale è stata affrontata la questione a partire dai Comuni, soprattutto quelli montani che non hanno difeso la specificità del loro territorio. La battaglia che andava fatta, e che noi sindacati abbiamo più volte sollecitato senza ottenere risposte dagli enti locali, era quella di contrastare la decisione di togliere il Dirigente Scolastico e il DSGA dalle scuole sottodimensionate senza distinzione e lottare per garantirne la presenza in quelle scuole con particolari peculiarità territoriali. Vorremmo ricordare che a seguito della legge 111/2011 che imponeva la generalizzazione dei Comprensivi per ragioni meramente economiche, la Regione Toscana fece ricorso alla Corte Costituzionale vincendolo e affermando la competenza esclusivamente regionale del piano di razionalizzazione della rete scolastica, ma sulla base dei seguenti principi: le priorità di natura pedagogico didattica come motivazione della scelta, la difesa delle peculiarità territoriali e dei piccoli numeri, come parametro ottimale di funzionamento degli istituti verticalizzati. Regione Toscana, nel 2011 con lo stesso Presidente di adesso… Cosa è cambiato da allora?

Ci auguriamo che la decisione presa finalmente di costituire un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati coinvolga anche le parti sociali, necessarie perché informate sui temi specifici del settore e in grado di supportare gli enti locali in tali delicate decisioni che non impattano solo sul territorio, ma sulla qualità del lavoro delle persone e sul futuro del sistema scolastico del Mugello.

Fonte: CGIL Toscana e Firenze - Ufficio Stampa; Uil Toscana - Ufficio Stampa; Cisl Toscana - Ufficio Stampa

Exit mobile version