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Salvata Pietà lignea, forse proveniente dall’Oratorio di Cerreta San Nicola

Ha rischiato di finire in discarica o di ardere sul fuoco come un qualsiasi pezzo di legno. È la piccola statua policroma che si ritiene provenga dall’antico oratorio di San Nicola da Tolentino, a Cerreta. Un Compianto sul Cristo Morto di pregevole fattura, opera forse di maestri intagliatori versiliesi, analogo nello stile alla settecentesca Pietà conservata presso la Misericordia di Seravezza. Dopo un’attenta ripulitura, l’opera è pronta adesso a fare il suo ritorno nella chiesetta ai piedi del Folgorito. «Ci stiamo interessando con la Parrocchia di Strettoia affinché ciò avvenga», dice l’assessore alla promozione e valorizzazione del territorio Giacomo Genovesi. «Sarebbe un bel segnale per l’identità del piccolo borgo di Cerreta. Voglio intanto ringraziare i protagonisti del ritrovamento, Giuseppe Bondielli e Piero Moriconi, che generosamente hanno deciso di restituire la scultura alla comunità, e lo storico Ezio Marcucci, alla cui competenza dobbiamo l’identificazione dell’opera».

Il ritrovamento della scultura è stato a dir poco fortunoso. Il piccolo manufatto ligneo – circa 72 centimetri di altezza per 75 centimetri di lunghezza, collocato su una base processionale anch’essa in legno con i fori delle aste per il trasporto a spalla – giaceva su una pila di rifiuti nel giardino di una casa chiusa da tempo al Cerro Grosso di Strettoia. «Era l’abitazione di Evidio Sacchelli, che fu sacrestano dell’oratorio di Cerreta San Nicola fino alla sua chiusura, nel 1944», spiega Ezio Marcucci. «La guerra imperversava e probabilmente Evidio cercò in quel modo di porre in salvo la piccola Pietà. Nel 1988, quando dopo un lunghissimo periodo di abbandono l’Oratorio fu restaurato, Evidio era ormai deceduto e non poté contribuire quindi alla ricollocazione. Della Pietà si persero definitivamente le tracce, salvo ricomparire mesi orsono su quel mucchio di rifiuti, dopo la vendita della casa da parte degli eredi di Sacchelli. Caso – e fortuna – hanno voluto che a notarla sia stato un confinante, Giuseppe Bondielli, che l’ha messa al sicuro e donata poi al pittore Piero Moriconi, che su concessione del Comune di Seravezza condivide con altri artisti gli spazi della chiesetta di Valventosa. Bondielli avrebbe voluto infatti che la piccola Pietà fosse collocata proprio a Valventosa, visibile ai fedeli e a chi avesse voluto ammirarla. Intuito il pregio della scultura, Moriconi mi ha invitato a fare delle ricerche per scoprirne la provenienza. Il collegamento con Evidio Sacchelli mi ha subito fatto pensare a Cerreta San Nicola, ma nessuno degli eredi sapeva niente di quella scultura. Mi sono così rivolto a un’ex abitante di Cerreta, una signora che non solo mi ha confermato di aver visto da ragazzina e portato in processione la Pietà ma, a colpo sicuro e con grande spontaneità, mi ha anche detto che la scultura si trovava a casa di Evidio. È stata la conferma di ciò che avevo pensato. Adesso che la provenienza è accertata, ci piacerebbe scoprire chi ha materialmente realizzato l’opera. L’analogia con la Pietà della Misericordia di Seravezza è entusiasmante e ci fa pensare che la statua possa esser stata realizzata in una delle botteghe d’intaglio attive nel XVIII secolo in Versilia, come quella degli Orlandi a Vallecchia o quella dei Cipriani a Farnocchia. Faremo ulteriori approfondimenti».

Intanto l’Amministrazione Comunale di Seravezza sta prendendo accordi con la Parrocchia di Strettoia, dalla quale dipende oggi l’Oratorio di Cerreta, per ricollocare l’opera e per conservarla in sicurezza. Non è escluso che la Pietà venga esposta al culto popolare almeno nelle occasioni in cui, durante l’anno, il borgo di Cerreta torna ad essere vissuto e visitato: il 1° maggio, per la tradizionale scampagnata alle pendici del monte Folgorito, e il 10 settembre, giorno dedicato alla venerazione di San Nicola da Tolentino.

Fonte: Comune di Seravezza - Ufficio Stampa

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