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Nardella, Chiti e De Bortoli presentano 'La lunga eclissi' di Occhetto

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Un'appassionata disamina storica per individuare nuove prospettive per la democrazia nella stagione del sovranismo. Giovedì 6 dicembre 2018, alle 17.30, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi (Firenze, via Cavour 1), il Sindaco Dario Nardella, Vannino Chiti e Ferruccio De Bortoli presenteranno il libro di Achille Occhetto 'La lunga eclissi. Passato e presente del dramma della sinistra' (edito da Sellerio). Modera Paolo Ermini. Sarà presente l'autore.

Achille Occhetto (Torino, 1936) è stato l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano e il primo del Partito Democratico di Sinistra. Tra i suoi libri: Il sentimento e la ragione (1994); Governare il mondo. La nuova era della politica internazionale (1998); Secondo me. Brani di una sinistra difficile (2000); Potere e antipotere (2006); La gioiosa macchina da guerra. Veleni, sogni e speranze della sinistra(2013); L’Utopia del possibile (2016). Con Sellerio ha pubblicato Pensieri di un ottuagenario. Alla ricerca della libertà nell’uomo (2016) e La lunga eclissi. Passato e presente della sinistra (2018).

Scheda informativa sul volume. Una libera e spregiudicata analisi dell’odierna crisi della sinistra che si legge come un viaggio, compiuto su un veicolo panoramico, nel tempo e nello spazio: lo spazio della teoria, il tempo della storia e il veicolo dell’esperienza vissuta. Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci e primo della nuova formazione politica che ne nacque grazie alla «svolta della Bolognina», muove da una constatazione netta.
La radicalità della crisi odierna ha origine dal crollo del muro di Berlino perché nessuno è stato capace di interpretare quell’evento gigantesco per quello che era in realtà, ossia la «fine politica» del Novecento che ha travolto non solo le aggregazioni che si richiamavano al comunismo ma anche tutte le altre che con esso si rapportavano in qualsiasi modo e ha coinvolto rovinosamente, in ultima analisi, tutte le forze politiche nate nel secolo scorso. Quella caduta ha origini più antiche: i «tarli» e «i vizi capitali» risalenti alla nascita e alle necessità di sopravvivenza del primo paese socialista; l’illusione di un’identità unica e pura del comunismo e, in generale, della sinistra; la teoria dei «due campi»; l’aver permesso e giustificato che nel «socialismo reale» si instaurassero i metodi autoritari e polizieschi che erano stati combattuti nei fascismi.
Di queste origini Occhetto insegue i fili nel loro insinuarsi nella storia italiana e nella esperienza della sinistra (con tutte le eccezioni, le resistenze, le «diversità» e i memorabili anticonformismi), fino all’oggi che ha assistito alla marcia trionfale del globalismo neoliberista e vede il prevalere paradossale dell’egemonia della destra sui ceti popolari. E tra storia e teoria, durante questo percorso l’autore fa rivivere, grazie al ricordo personale e dentro il proprio «tessuto psicologico e sentimentale», «cosa fu il comunismo per noi». Rievocando, senza una separazione netta dall’esposizione sistematica, il calore e il sapore della sua passione politica, così comune a molte generazioni.
Ma c’è un futuro per la sinistra? A questa domanda l’autore dedica la parte terza della sua riflessione, la sezione propositiva e più interna al dibattito. «Ho pensato che la parola “eclissi” nel titolo esprimesse meglio l’idea di un offuscamento, del passaggio in un cono d’ombra da cui fosse possibile uscire attraverso “un nuovo inizio”». Un risveglio che non può che avere, nella visione di un leader che ha visto con i suoi occhi tanti drammi e rinascite della speranza socialista, un nome: Contaminazione.

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Fonte: Città Metropolitana di Firenze - Ufficio Stampa

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