Forteto: violenza e mortificazione sulle donne, la commissione Pari Opportunità si mobilita
La vicenda de “Il Forteto” continua a scavare voragini di sofferenza nella vita di chi è stato ”soldato” e “vittima” della Comunità. L’Associazione delle vittime ha aperto un altro fronte in commissione regionale Pari Opportunità, l’organismo guidato da Rosanna Pugnalini dove, mercoledì 28 novembre, vita e regole della comunità sono state osservate dal punto di vista del trattamento riservato alle componenti di sesso femminile.
Pugnalini ha aperto i lavori riconducendo i fatti al contesto istituzionale del lavoro di questi anni del Consiglio regionale, che ha contribuito in modo determinante, con due commissioni di inchiesta, a rendere nota la vicenda che dagli anni Settanta si è andata dipanando nel cuore della Toscana, sotto gli occhi di istituzioni, servizi territoriali, magistratura, politica. “Molti non hanno visto, non sapevano; altri si sono fermati ai loro ruoli burocratici, non hanno colto i segnali che invece provenivano da certe situazioni”, ha affermato la presidente. Una ricostruzione confermata dalla vicepresidente della Commissione, Caterina Coralli, che con l’associazione vittime ha un rapporto maturato negli anni: “Si sono rivolti a me, che appartengo a quel territorio, perché non trovavano ascolto dagli altri - ha spiegato Coralli-; oggi sono degli amici”.
Nelle dichiarazioni rilasciate in Commissione, accanto al riferimento a offese e umiliazioni riservate solo alle donne in quanto tali, c’è stata anche la drammaticità di testimonianze legate a singole vicende individuali. Storie di maternità negata, di giovani, giovanissime donne private dei legami più naturali, familiari, condizionate a intrattenere relazioni affettive forzate. Racconti e considerazioni personali, incisi pieni di dolore, cronache a tratti raggelanti. Sergio Pietracino, presidente dell’Associazione, ha incitato a più riprese le commissarie ad “andare a leggere le sentenze”.
Ma le richieste di giustizia vanno oltre i tribunali e toccano alcuni degli adempimenti che la Toscana – intesa come Giunta e Consiglio regionale – si era vincolata ad osservare il 27 luglio del 2016, votando una risoluzione all’unanimità all’indomani della seconda commissione di inchiesta.
Pugnalini ha tirato le conclusioni: “Saremo presidio di tutela per le vittime pretendendo il rispetto dell’atto votato”. La Commissione, ha spiegato, intende mobilitarsi su due obiettivi in particolare. Uno è per la Giunta, impegnata a potenziare le azioni per il sostegno delle vittime “anche mediante progetti finalizzati al recupero e al reinserimento al lavoro e nella società, strutturando un servizio stabile destinato a fornire supporto alle persone vittime di violenza in Toscana”.
L’altro è per il presidente del Consiglio regionale. Deve “garantire un’adeguata richiesta di risarcimento del danno derivante dal riconoscimento della Regione quale parte lesa”, e garantire che questo risarcimento sia rivolto anche “alla costituzione di uno specifico osservatorio, composto da esperti, sul fenomeno delle sette”.
Nelle conclusioni di Pugnalini anche l’intenzione della Commissione di prendere contatto con i livelli istituzionali parlamentari impegnati, già dalla prossima settimana, a discutere della legge per la costituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana