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Un Teatro per Empoli, a Il Momento si parte con 'Mumble Mumble' e un trittico sulla Resistenza

Al Teatro Il Momento di Empoli, la stagione comincia venerdì 30 novembre alle 21,30 con una serata inaugurale fatta di molti eventi, intanto l’apertura ufficiale del Teatro, alla presenza di Eleonora Caponi, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale; poi l’inaugurazione di un trittico di quadri realizzato da un importante pittore empolese, Andrea Meini. Le tre grandi opere rappresentano i volti di tre partigiani, realizzati sullo sfondo dei colori bianco, rosso e verde: i colori della bandiera italiana. Come a dire che la nostra Nazione è figlia di quel momento storico. Al centro c’è rappresentata Nada Parri, una donna importante per la città, alla cui figlia, Elisabetta Wilkens, sarà chiesto di ricordarla, per dare un segno ad una serata importante.

Anche lo spettacolo, che seguirà, MUMBLE MUMBLE, sarà giocato sul filo della memoria. Lo interpreta Emanuele Salce (insieme a Paolo Giommarelli) ed è il racconto di due padri un po’ scomodi, per Emanuele ma anche per il teatro italiano, prima naturalmente Luciano Salce, poi Vittorio Gassman, con il quale Diletta D’Andrea si accompagnò in seconde nozze. A Salce, a questo grande attore “con la bocca storta”, è dedicata l’intera stagione: il manifesto lo rappresenta vestito da Pierrot, in uno spettacolo del 1947.

Qualche riga su Mumble Mumble di Emanuele Salce e Andrea Pergolari

Dopo quasi quattrocento repliche e nove anni di applausi e apprezzamenti dalla critica nazionale arriva a Empoli Mumble Mumble - Confessioni di un orfano d'arte, racconto ironico, dissacrante, intimo e coraggioso di Emanuele Salce. Lo spettacolo narra le vicende di due funerali e mezzo (e le gesta dei protagonisti che in quei giorni si distinsero...).

Nel primo racconto si racconta il giorno del funerale di Luciano Salce. Emanuele aveva poco più di vent'anni e, reduce da una nottata di eccessi etilici, si trovò a dover gestire da solo l'accadimento, affrontando, nelle condizioni peggiori, una realtà a lui sconosciuta ed assai scomoda fra para-parenti a caccia di lascito, addetti alle onoranze funebri che lo inseguivano con cataloghi di bare e la ragazza per cui spasimava che non gli si concedeva.

Nel secondo, si rivive il giorno della scomparsa di Vittorio Gassman, marito di sua madre, episodio vissuto da trentenne più lucido e consapevole, in cui si assiste ad un vero e proprio Carnevale del sacro e del profano, fra autorità politiche improbabili e presenzialisti d'ogni risma, dolori veri e presunti, per concludere il tutto con la semifinale degli Europei del 2000 Olanda – Italia, con scene naturalmente un po’ da stadio.

Nel terzo (metaforicamente) il suo: vissuto attraverso l'incontro con una bionda australiana e una défaillance occorsagli in un museo di Sydney, con un finale in crescendo, fino a giungere ad una vera e propria liberazione non solo simbolica.

A fare da contraltare in scena, lo spettatore-regista Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore della confessione, passando con candida disinvoltura da Achille Campanile a Petrarca fino ad un para-trattato di gastroenterologia.

 

Fonte: Ufficio stampa

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