Europa In Toscana, fondi a Grosseto. Riparte il 'viaggio' di Rossi
Fondi europei per aiutare l'agricoltura e la ricerca, per sostenere lo sviluppo economico e dei territori, per la difesa dell'ambiente e contro i cambiamenti climatici. Fondi a disposizione per il trasferimento tecnologico e la mobilità sostenibile, contro la disoccupazione anche e per dare una mano alle imprese che vogliono farsi più dinamiche. L'Europa è vicina. Molti pensano che sia inutile. Eppure senza queste risorse, la Toscana (e tutta l'Italia) sarebbe meno sviluppata, meno dinamica e meno coesa. E' quello che vuole dimostrare e ricordare il presidente della Toscana Enrico Rossi nel suo viaggio "L'Europa in Toscana" che parte oggi da Grosseto.
Ecco qualche numero, per capire.
Il bilancio dell'Europa
Alimentato da meno dell'1 per cento del Pil di ogni paese membro, il bilancio dell'Unione europea vale oggi circa mille miliardi di euro: agricoltura e politica di coesione (i cosiddetti fondi strutturali) sono le due poste principali e corrispondono a circa due terzi.
Lo scorso maggio la Commissione europea ha presentato le proposte di regolamento per la programmazione 2021-2027: un miliardo e 134 milioni a disposizione, con meno fondi per Pac e coesione e più risorse per sicurezza e contrasto all'immigrazione (raddoppiate) e per il digitale e la ricerca.
Toscana virtuosa
I fondi strutturali sono spesso criticati perché molte Regioni li spendono male o in ritardo. La Toscana nel periodo 2007-2013 ha speso il 118 per cento dei fondi ricevuti, ovvero anche parte delle risorse che altri non sono stati in grado di impiegare e quindi sono state ridistribuite. Nel 2014, visto che l'Europa era in ritardo sulla programmazione, la Toscana ha addirittura anticipato le risorse dal proprio bilancio, per assicurare continuità agli interventi.
L'Italia versa all'Europa più risorse di quante le tornino indietro; è cioè un cosiddetto contribuente netto. Per via del Mezzogiorno è però anche il secondo paese beneficiario della politica di coesione, dopo la Polonia. Fino ad oggi ha impegnato il 36 per cento dei fondi della programmazione 2014-2020, che potranno essere spesi entro il 2023.
Dei 44 miliardi di euro di fondi Ue destinati all'Italia per il periodo 2014-2020, alla Toscana va tra Fesr e Fse circa un miliardo e mezzo. Va aggiunta la parte di cofinanziamento che sui singoli progetti mette lo Stato e la Regione.
Fondi europei a Grosseto
Per il periodo dal 2007 al 2013 la Regione ha distribuito in provincia di Grosseto contributi per oltre 61 milioni di euro grazie al Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Quelle risorse hanno permesso investimenti per poco meno di 94 milioni distribuiti su 253 progetti. In tutta la Toscana i contributi del Fesr, nello stesso periodo, sono stati pari a 1 miliardo e 298 milioni di euro, per 2 miliardi e 309 milioni di investimenti.
Sempre dal 2007 al 2013 il Fondo sociale europeo, che non finanzia infrastrutture ma politiche per le persone, ha portato nel grossetano contributi per 25 milioni in 2787 diversi progetti: a 659 milioni ammontano invece i finanziamenti in tutta la regione. Con il Feasr, fondo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, se ne aggiungono altri 870 (110 in provincia di Grosseto, pari a 1777 progetti e 282 milioni di investimenti finanziati).
La programmazione 2014-2020 è ancora in corso: ci sono ancora due anni per concludere il settennato e cinque per spendere le risorse.
Grazie al Fondo di sviluppo regionale, nel grossetano sono stati sostenuti 72 progetti per 4 milioni e 845 mila euro di contributi. Con quelle risorse (792 milioni la dotazione per tutta la Toscana, 445 milioni le risorse finora impegnate e 962 milioni gli investimenti innescati) a Grosseto e provincia sono stati resi possibili investimenti per quasi 11 milioni e 715 mila euro. Con il Fondo Sociale europeo, sempre nel periodo 2014-2020, sono stati finanziati 949 progetti per oltre 13 milioni. I contributi finora concessi in tutta la Regione sono pari a 321 milioni, su una dotazione complessiva di 732 milioni. Grazie al Feasr, infine, a Grosseto sono stati concessi contributi per oltre 54 milioni. Hanno interessato 874 progetti. Per tutta la Toscana la dotazione complessiva è di 949 milioni (601 i contributi già concessi).
Le cinque diverse realtà di Europa in Toscana
Cinque aziende. Cinque realtà diverse. Cinque progetti. Cinque esempi di come i fondi europei si declinano nel quotidiano in opportunità di sviluppo o di salvaguardia dell'ambiente. Cinque tappe del viaggio "L'Europa in Toscana" che il presidente della Toscana Enrico Rossi ha iniziato oggi dalla provincia di Grosseto.
C'è il drone ad esempio che ad Orbetello da poco più di un mese naviga sulla laguna e campiona l'acqua con risultati migliori e un controllo più capillare rispetto a quello che si potrebbe fare con i dati raccolti dalle centraline fisse. L'ha finanziato la Regione attraverso i fondi europei, assieme ad una chiatta per la pesca sostenibile e un progetto più ampio per lo sviluppo della laguna. Quota Fesr: 2 milioni e 285 mila euro.
C'è il caseificio sociale di Manciano, 249 soci e 9 milioni di litri di latte lavorati in un anno, che dall'Europa ha ricevuto 700 mila euro (in tre momenti diversi, dal 2010 al 2016) per ristrutturare lo stabilimento dove sono stati investiti complessivamente cinque milioni e 600 mila euro. Oltre che per la produzione del latte, sono serviti per realizzare anche porcilaie dove si allevano suini utilizzando parte dei prodotti della lavorazione.
C'è la cantina cooperativa dei "Vignaioli del Morellino di Scansano", venticinque dipendenti e 160 famiglie socie che imbottigliano tre milioni e mezzo di bottiglie l'anno, meno di quelle che il mercato richiede e quindi con grandi potenzialità. La cantina ha potuto contare su 752 mila euro dall'Europa e su ltri 297 mila di fondi regionali, in tutto 1 milione e 743 mila euro di contributi pubblici su un investimento di oltre 4 milioni e 936 mila euro. Lì tra nuovi locali, impianti di vinificazione e sistemi di microfiltrazione è stato possibile accrescere quantità e qualità della produzione. Si investe sull'innovazione ma anche recuperando antiche tradizioni, come i vini con il governo 'all'uso toscano' che nascono da una seconda fermantazione di uve appassite in speciali celle.
Dal vino all'olio. A Braccagni l'Europa ha permesso l'ammodernamento dell'oleificio Ol.ma: via il vecchio tetto in cemento amianto, adesso lo stabilimento produce anche energia grazie ai pannelli fotovoltaici. L'intervento è costato complessivamente 3 milioni e 791 mila euro: i fondi europei hanno coperto 576 mila euro, la Regione altri 228.
C'è anche chi lavora sul trasferimento tecnologico, per migliorare la competitività e capacità di innovazione delle Pmi che già ci sono e favorire la nascita di nuove. E' il caso del Certema, un laboratorio tecnologico multidisciplinare creato nel 2016 da sei imprese con il supporto dell'Università di Pisa e il contributo della Regione Toscana e della Provincia di Grosseto: 1500 metri quadri dedicati ai macchinari, altri 500 per gli uffici, spazi in cui si susseguono cinque diversi laboratori, dalle analisi ambientali alla microscopia elettronica, dai thermal test alla meccanica applicata e quella avanzata.
Certema è diventato centro di riferimento della Carl Zeis Microscopy per la microanalisi: una tecnologia che può essere impiegata nel settore agroalimentare. Certema è anche partner del progetto Smart, capofila Leonardo Finmeccanica, che riguarda lo sviluppo di uno spettrometro miniaturizzato da imbarcare su minisatelliti per l'osservazione della Terra. Il contributo europeo è di 652 mila euro.
Ma la lista dei progetti finanziati nel grossetano dall'Europa è lunga e potrebbe ulteriormente continuare: ci sono contributi per rendere più efficiente, da un punto di vista dei consumi, l'Opus Automazione di Follonica, altri soldi per la realizzazione di un impianto di cogenerazione per la produzione simultanea di energia termica ed elettrica all'Hotel Granduca di Grosseto C'è anche un progetto (Vivimed) per sviluppo un modello di turismo innovativo e sostenibile nell'entroterra mediterraneo ed un altro (Treno) che riguarda appunto il trasporto ferroviario ma a servizio del cicloturismo, con l'obiettivo di favorire l'incremento delle presenze nei periodi di bassa stagione. In particolare i finanziamenti sul progetto Treno hanno riguardato la riqualificazione di alcuni spazi pubblici a Monte Antico, sulla linea Siena-Grosseto, creando un infopoint.
"Senza fondi saremmo una Toscanina"
"Senza Europa diventeremmo una Toscanina e l'Italia un'Italietta". Il presidente della Toscana Enrico Rossi, mentre si sofferma con i giornalisti all'interno del laboratorio Certema di Cinigiano, va dritto al punto. "Senza Europa probabilmente saremmo andati in Slovenia" racconta un imprenditore che sta per lanciare una nuova attività legata alla lavorazione delle alghe. Senza Europa, hanno ripetuto stamani durante le varie tappe grossetane del viaggio di Rossi, non ci sarebbe stato il caseificio sociale di Manciano o le eleganti e innovative cantine, con tanto di spazio espositivo, dei Vignaioli del Morellino di Scansano.
I fondi europei che arrivano in Toscana sono l'equivalente dello 0,2 per cento del Pil regionale. Ma grazie gli imprenditori, numerosi, che ne hanno colto l'opportunità e grazie anche al cofinanziamento di Stato e Regione sono un volano importante di sviluppo.
"Senza Europa certi interventi non si sarebbero né concepiti né fatti" ripete Rossi. Lo ha fatto più volte durante la mattina e il pomeriggio. Con lui il capogruppo e consigliere regionale Leonardo Marras. "I fondi europei portano innovazione" dice il presidente. Innovazione che si lega all'agroalimentare e che si coniuga a volte con la salvaguardia di una certa tradizione, come nel caso dei vini con il ‘governo all'uso toscano' del Morellino. Innovazione che porta lavoro ed ulteriori investimenti. Innovazione che in altri casi spazia dai microscopi per analisi chimiche agli spettrometri per satelliti o alla stampa in 3D dei laboratori di Certema, che sono nati grazie ai contributi pubblici ma che oggi si reggono sulle proprie gambe e sulle commesse che arrivano dal territorio e non solo: un po' service, un po' ricerca applicata e un po' strumento di trasferimento tecnologico.
"Ma l'Europa – si sofferma Rossi – non è e non può essere solo la somma di risorse distribuite sui territori. Quando si comincia a ragionare solo in termini di "quanto do e quanto prendo" si fa un conto demenziale, da distratti, e ci si dimentica invece dei vantaggi che allo sviluppo di una regione o di una nazione arrivano dai numeri e dall'esser parte di un mercato unico europeo". "E poi – conclude – l'Europa è anche elaborazione: elaborazione di pensieri e di programmi, penso all'impulso che dall'Europa è arrivato ad esempio sull'economia circolare. Elaborazioni, purtroppo, da cui l'Italia troppe volte è un po' lontana".
Senza fondi europei, ricorda ancora Rossi, non ci sarebbe la formazione, non ci sarebbe il progetto Giovanisì, non ci sarebbero tanti interventi sulla disabilità oltre che su infrastrutture e innovazione delle imprese. "Forse – conclude – senza Europa le aree più forti potrebbero sopravvivere, ma non quelle più deboli. Né si potrebbero correggere gli squilibri del mercato. Con questo viaggio nelle province della Toscana che è iniziato oggi dal grossetano voglio ricordare questo: un modo per raccontare anche alcuni esempi di come le risorse europee sono state utilizzare per valorizzare quello che è stato fatto". Soprattutto, ripete ancora, per dire che molte cose non si sarebbero potute fare senza i fondi europei, "orgoglioso che in Toscana, grazie anche alla risposta degli imprenditori, li abbiamo utilizzati t utti ed anzi di più". Anche quelli non spesi da altri, aggiungendo ulteriori risorse del bilancio della Regione.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa