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Ambrogiana, Corleone rinnova l'appello: "Abbattere il muro dell'ex Opg"

Non solo un libro, ma soprattutto una “giornata impegnativa e produttiva” per approfondire la questione delle carceri e delle Rems, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, cioè le strutture di accoglienza per i detenuti con problemi psichiatrici. A dare il “la” ai lavori oggi, mercoledì 28 novembre, in sala delle Feste di palazzo Bastogi, la presentazione di Mai più manicomi, una ricerca sulla Rems di Volterra – La nuova vita dell’Ambrogiana, a cura di Franco Corleone.

Come sottolineato dal Garante dei detenuti: “il volume si suddivide in due parti, nella prima si presentano i dati sulle Rems esistenti, partendo dai nodi lasciati aperti dalla legislazione e, quindi, affrontati nella ricerca sulla struttura di Volterra, e si analizza anche il versante penitenziario della malattia psichiatrica, auspicando misure alternative alla detenzione per detenuti psichici”. Nella seconda parte, come ricordato da Corleone: “focus su storia, collocazione e architettura della Villa dell’Ambrogiana, in vista di una sua valorizzazione come struttura da dedicare all’uso pubblico”. “Il primo passo in questa direzione – ha affermato – è l’abbattimento del muro di cinta che da troppi anni chiude l’accesso alla villa”. E ringraziando tutti coloro che hanno offerto il loro contributo per il libro, il Garante ha parlato dei lavori del pomeriggio, “che riprenderanno il filo del ragionamento del 29 luglio di quest’anno, con la scomparsa di Alessandro Margara, per rileggere il suo pensiero e preparando insieme un convegno nazionale “Carcere e giustizia, ripartire dalla Costituzione – Rileggendo Alessandro Margara”, che si terrà a Firenze i prossimi 8 e 9 febbraio”.

All’appuntamento, organizzato dal Consiglio regionale della Toscana, dal Garante dei diritti dei detenuti e dalla Fondazione Giovanni Michelucci, hanno portato i loro saluti Sandro Vannini, Difensore civico della Toscana e Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale.

“Il mio campo d’azione può essere talvolta attiguo all’argomento oggetto del convegno di oggi sulle Residenze con l’esclusione delle misure di sicurezza, che marca in questo momento un passaggio significativo dagli oramai desueti ospedali psichiatrico giudiziari e non”, ha spiegato Vannini, parlando di strutture “svuotate e chiuse molto tempo dopo l’entrata in vigore della legge Basaglia, anche grazie all’impulso finale fornito da Franco Corleone nella scorsa legislatura”. “Ho imparato a comprenderne la funzione e la capacità d’attrazione emozionale di questi totem grazie a un libro che mi capitò per le mani: Le ragazze di Magliano di Mario Tobino – ha raccontato – un medico psichiatra e scrittore che, grazie alla sua missione pluridecennale, riuscì a trasformare gli atteggiamenti patologici dei pazienti in vere e proprie opere d’arte”. Un salto al 1953 per dire che già Tobino aveva intuito che “in ogni caso il vero malessere psichiatrico abbinato alla detenzione, come pure la detenzione troppo spesso associata all’insorgenza del malessere della depressione, è un binomio nefando per chi entra in questo girone infernale”. Da qui il bisogno di altre risposte, di strutture tipo le Rems, “che oggi segnano la svolta rispetto a un passato ancora abbastanza recente”.

E parlando del campo d’azione del Difensore Civico, in collaborazione con il Garante dei Detenuti, ha ricordato il caso di una bambina “allontanata dai genitori e bloccata da 13 mesi in una casa d’accoglienza, in seguito a una denuncia della nonna”. “Stiamo lavorando per garantire alla piccola uno spazio di libertà e serenità familiare”, ha assicurato il Difensore Civico.

“Vedo questa giornata come l’inizio degli eventi che caratterizzeranno la diciannovesima edizione della Festa della Toscana”, ha esordito il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, ricordando la riforma del Codice penale da parte del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo che, il 30 novembre 1786, abolì la pena di morte e la pratica della tortura. “A Firenze l’emanazione del codice leopoldino fu seguita da falò di patiboli e strumenti di tortura di fronte al palazzo del Bargello – ha continuato il presidente – nel percorso di un excursus storico che racconta quanto il nostro territorio sia permeato di senso di garanzia dei diritti individuali, a partire da epoche lontane, rispetto a quelle che stiamo vivendo e ci riportano a quello slancio illuministico di cui la Toscana deve continuare a nutrirsi, specialmente nella cura delle malattie psichiche, per garantire piena dignità all’essere umano”. E parlando dell’Ambrogiana come luogo dove si sono sempre legati gli aspetti di cura e quelli politici, partendo dall’omicida del Re d’Italia mandato a Montelupo Fiorentino, Giani ha ricordato “che partirà a breve il vincolo dell’Unesco per la tutela delle Ville Medicee, tra cui quella dell’Ambrogiana, uno slancio ulteriore per l’impegno di Giunta e Consiglio regionale per una villa patrimonio di tutti”. E su Alessandro Margara: “Invito i sindaci dei Comuni toscani a lasciare un segno nella toponomastica, dedicando una via o una piazza al magistrato che trattava i detenuti come uomini”.

I lavori sono, quindi, proseguiti con i contributi di Grazia Zuffa, presidente della Società della Ragione e componente del Comitato nazionale bioetica, di Michele Passione, avvocato, di Carlo Piazza, psichiatra, responsabile della Rems di Nogara (Veneto). Per continuare con gli interventi di numerosi esperti e addetti ai lavori e riprendere nel pomeriggio con il seminario di preparazione al convegno del prossimo febbraio.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana

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