Festival Internazionale di Cinema e Donne, bilancio positivo per la 40esima edizione
Si è concluso domenica 25 novembre - data simbolica, nella quale si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne - la 40esima edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa d'Arcangelo, con un bilancio di pubblico, critica, partecipazione, più che positivo. Sono stati 42 i film presentati, tra cui 30 anteprime, 19 le registe ospiti a Firenze. Ad essere premiate sono state Marie Castille Mention – Schaar e Léa Pool, insignite del Sigillo della Pace del Comune di Firenze; il Premio Alida Valli è stato assegnato dalla giuria senior al corto “Come la prima volta”, di Emanuela Mascherini; il Premio Anna Magnani, assegnato dalla giuria studenti, è andato a “London a float”, di Gloria Aura Bortolini; il Premio “Io sono qui”, concorso per corti girati con lo smartphone, riservato ai giovani dai 18 ai 25 anni, realizzato con il contributo e il patrocinio della Città Metropolitana di Firenze, è stato attribuito ex aequo ai lavori di Federica Quaranta e Ginevra Detti insieme a Andrea Batacchi.
In totale, tra proiezioni, matinées, mostre, masterclass e incontri, sono stati circa 3000 gli spettatori presenti al festival, tra cinema La Compagnia, Palazzo Coppini, Istituto Francese e Istituto Tedesco di Firenze.
Al centro del dibattito del festival, le modalità di distribuzione dei film delle registe, ancora molto penalizzata, nei festival come nelle sale. Ad oggi, a livello europeo, si stima che solo il 10 percento dei film realizzati siano firmati da registe donne e, tra questi, solo pochi trovano poi una distribuzione adeguata. Del tema si è parlato alla masterclass, in programma domenica 25 mattina all'Istituto Tedesco di Firenze, alla presenza di Clara Burckner e Karolina Kraut, madre e figlia impegnate nella produzione e distribuzione in Germania.
Clara Burckner è stata la fondatrice della Basis Film, storica struttura del nuovo cinema tedesco alla fine degli anni 70 che oggi si occupa del suo prezioso archivio di cinquecento film, tra cui quelli di Wim Wenders e Rainer Werner Fassbinder. Karoline Kraut esordisce invece quest’anno nella distribuzione con il film “Sulle tracce di Edith”, del giovane regista tedesco Peter Stephan Jungk e dedicato a Edith Tudor-Hart, fotografa e spia al servizio dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. L'incontro con le due distributrici tedesche è stato utile per fare un confronto con ciò che accade in Italia.
Per quanto riguarda il nostro paese, come è emerso nel corso della masterclass, le registe sono molto aumentate da quel lontano 1970, nel quale lavoravano soltanto Liliana Cavani e Lina Wertmuller. Oggi le registe – tra le quali molte documentariste - sono in Italia centinaia: il problema è invece quello della visibilità dei loro film, che ricevono poca attenzione dalla critica, sono poco mostrati nei festival e soprattutto non arrivano in sala e quando arrivano non hanno tenitura o sono programmati rapidamente e senza attenzione. Sull’onda della presa di parola sulla violenza del “#Metoo”, anche le registe italiane si sono espresse in varie occasioni sui problemi inerenti alla distribuzione e in generale sulle disuguaglianze di genere nella professione. Per questo il Festival Internazionale di Cinema e Donne, in base anche a quanto emerso dal confronto con le autrici ospiti quest'anno e nel corso dei Talk delle 19.00 in saletta Mymovies de La Compagnia, rilancia con un meeting da tenersi nella primavera 2019, promosso in collaborazione con tutte le organizzazioni professionali che esprimono proteste contro la discriminazione, al fine di individuare linee di condotta comune. Il Festival proporrà una piattaforma di discussione, a vari livelli, per la richiesta di parità numerica tra uomini e donne nella produzione e nella distribuzione di film. Per quanto riguarda la parità in contesti festivalieri, Cinema e Donne propone che nei festival italiani che ricevono contributo pubblico (statale o degli enti locali), l'obiettivo sia del 50% dei film a firma femminile, per incentivare, a costo zero, la visibilità dei film realizzati dalle donne e offrire modelli professionali che indirizzino e avvicinino le giovani al cinema.
Fonte: Ufficio stampa