Rossi alla Cgil: "Sì al patto di fine legislatura, lavoriamo insieme"
"Accolgo con favore il patto di fine legislatura proposto da Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana. Siamo pronti a rafforzare il lavoro comune a difesa del lavoro e di uno sviluppo in grado di difendere i diritti dei lavoratori. Abbiamo un anno e mezzo per farlo e lo faremo condividendo principi e valori con tutte le parti sociali che vorranno essere della partita". Enrico Rossi è intervenuto così stamani, nella sua veste istituzionale, al congresso regionale della Cgil Toscana in corso alla Cattedrale Ex Breda di Pistoia.
Ha poi definito una "buona e importante notizia" la candidatura di Susanna Camusso alla segreteria dell'Ituc, la Confederazione sindacale internazionale "perché oggi va rafforzata una visione globale dei problemi per promuovere uno sviluppo capace di rispettare i diritti delle persone e dei lavoratori in un contesto in cui c'è una netta sproporzione tra la forza del capitale e la debolezza dei sindacati".
Rossi individua l'aggravamento della frattura con l'elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump, nel 2016. Da quel momento "anche in Europa si assiste ad una svolta nazionalpopulista. Ed è evidente come non sia possibile difendere il lavoro affidandoci solo ai confini nazionali, rafforzando i dazi che premiano i più forti e lasciando campo libero alla finanza speculativa che ignora i diritti delle persone. Dobbiamo saper costruire un'Europa sociale forte e in grado di contrastare questi fenomeni".
Per il presidente della Toscana tutto ciò "mette a rischio la democrazia, anche nei paesi con una forte tradizione democratica". E avverte del rischio che anche il nostro paese corre: "Oltre alla democrazia rappresentativa, che qualcuno vorrebbe sostituire con quella diretta, c'è solo il dispotismo, come c'è scritto anche nella nostra Costituzione. Con la democrazia rappresentativa si può essere protagonisti della propria vita si possono così controllare e riequilibrare i veri poteri forti: media ed economia".
"Va rafforzato il dialogo con i soggetti sociali, a partire proprio dal sindacato" ha continuato il presidente della Regione, "perché il dialogo sociale è il pilastro di una democrazia che non sbanda e difende i valori costituzionali". A tal proposito "La Cgil sa bene, e posso dirlo con una punta di orgoglio, che la mia giunta è stata con voi in tutte le vertenze che mettevano a rischio posti di lavoro, anche quando era chiaro che avremmo perso. In Toscana abbiamo retto meglio di altre regioni italiane alla crisi, abbiamo reagito, e con i sindacati abbiamo difeso produzione e lavoro, firmato tanti accordi che hanno salvato pezzi di apparato produttivo che altrimenti sarebbero stati cancellati".
"Abbiamo però bisogno di un Ministero dell'Industria e di serie politiche industriali" - ha aggiunto. "Non vogliamo restare la Toscana dei lumini, delle botteghe. Vogliamo - e sappiamo mettere in campo eccellenze in tal senso - sviluppo, crescita tecnologia, innovazione e tecnica. La Toscana non può e non deve essere solo un bel paesaggio in cui passare le vacanze".
Un messaggio chiaro al governo nazionale Rossi lo invia su due casi di stringente attualità. Sulla Inso, eccellenza nel campo dell'edilizia, commissariata e sulla quale vertenza il governo non riceve né i sindacati né la Regione per trovare una soluzione ai 600 lavoratori a rischio licenziamento, e sulla geotermia, settore nel quale il governo ha cancellato gli incentivi. Rossi ha denunciato anche lo stallo sulle infrastrutture "perché non è più possibile bloccarle, sono in gioco migliaia di posti di lavoro e la competitività del nostro territorio".
Un punto è stato fatto anche sugli interventi in emergenza, a difesa del territorio, in particolare sull'assetto idrogeologico. "Dal governo Monti in poi ho sempre proposto una cosa banale: quanto mette la Toscana metta anche il governo. Un modo semplice per fare grandi interventi, con alto contenuto di lavoro qualificato, utili ai giovani e alla collettività"
L'ultimo tema toccato da Enrico Rossi è quello della protezione sociale e ha portato ad esempio "alcuni arretramenti, come nel Servizio sanitario nazionale in cui ci è impedito di assumere e dove sussiste nella cultura generale una tendenza a valorizzare la sanità integrativa a discapito di quella pubblica e universale". Allo stesso modo serve protezione sociale "per i tanti lavoratori, spesso immigrati, che vengono sfruttati nelle nostre città e nelle nostre campagne. A Prato abbiamo dimostrato che si può intervenire con successo, ma dobbiamo e possiamo fare di più, insieme, tenendo alta la bandiera dei diritti e dell'antirazzismo".
Fonte: Regione Toscana