After Miss Julie di Patrick Marber al Teatro della Pergola
Al Teatro della Pergola, da martedì 27 novembre a domenica 2 dicembre, Giampiero Solari dirige Gabriella Pession, Lino Guanciale, Roberta Lidia De Stefano, in After Miss Julie di Patrick Marber, trasposizione moderna, drammatica e sexy, del classico La signorina Giulia di August Strindberg. Risentimenti di classe e rivolta contro i repressivi costumi sociali delineano un dramma acuto, teso e spietato.
“L’impatto emotivo de La signorina Giulia viene seguito fedelmente – afferma Giampiero Solari – là dove, però, Strindberg reprime gli istinti dei protagonisti, After Miss Julie esplicita la provocazione sessuale rendendola evidente.”
Nell’arco del notte del 29 aprile 1945, nel chiuso di una cucina alle porte di una Milano appena liberata dal nazifascismo, l’abbiente Signorina Giulia (Gabriella Pession) ribalta lo status quo: circuisce Gianni (Lino Guanciale), l’autista del padre e capo della servitù, scontrandosi con la cuoca Cristina (Roberta Lidia De Stefano), di lui promessa sposa. Nel finale, crudo e violento, il sangue e il rosso assumono la realtà di simbolo tragico.
Giovedì 29 novembre, ore 18, Gabriella Pession, Lino Guanciale, Roberta Lidia De Stefano, incontrano il pubblico. Coordina Riccardo Ventrella. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Una produzione Teatro Franco Parenti, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia, Comune di Milano.
Nel 1888 La signorina Giulia di August Strindberg fu oggetto di uno scandalo clamoroso nella società svedese, all'epoca puritana e conformista. Fortemente influenzato dal teatro di Ibsen e più ancora dai romanzi di Émile Zola, Strindberg era del tutto consapevole della forza innovativa e dirompente del personaggio dell’altolocata Giulia che decide di sedurre un suo sottoposto, Gianni: in una lettera all’editore Bonnier la descrive come la “prima tragedia naturalistica della letteratura drammatica svedese”, da non “respingere alla leggera”, perché destinata a “rimanere nella storia”. E così è stato.
Sceneggiatore candidato all’Oscar per film come Closer e Diario di uno scandalo, Patrick Marber ha riscritto l’originale di Strindberg per la BBC nel 1995, poi al debutto nel 2003 nei cartelloni della stagione teatrale londinese. After Miss Julie arriva ora per la prima volta in Italia con Gabriella Pession, Lino Guanciale, Roberta Lidia De Stefano, diretti da Giampiero Solari, e la traduzione di Marco Maria Casazza. Al Teatro della Pergola da martedì 27 novembre a domenica 2 dicembre. Una produzione Teatro Franco Parenti, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia, Comune di Milano.
“L’idea di questo spettacolo è nata due anni fa – racconta Gabriella Pession – quando vidi After Miss Julie interpretato a Londra da mio marito Richard Flood. Mi sono innamorata subito della versione di Marber, pensata come una trasposizione tv del classico di Strindberg: 90 minuti esplosivi. Non ci ho pensato un attimo e ho preso i diritti io stessa per portarlo in Italia.”
Gabriella Pession è la Signorina Giulia, nata e cresciuta in una famiglia dell’alta società, che decide di abbandonarsi alla trasgressione sociale e sessuale: spinta da uno spirito di ribellione, nel corso di una notte, e in assenza del padre, usando il suo ruolo da “padrona di casa”, circuisce in maniera ossessiva l’autista e capo della servitù Gianni, interpretato da Lino Guanciale. Dopo il successo della serie RAI La porta rossa, i due attori affrontano in teatro le tensioni tra le classi sociali e il desiderio di autoderminazione delle donne.
“Marber trasferisce l’azione dalla Svezia di fine Ottocento – spiega Giampiero Solari – all’Inghilterra della notte dei festeggiamenti per la vittoria del Partito Laburista nel 1945. È una notte di baldoria, tutti sono eccitati. Ed è in questa notte che si consuma la tragedia, sorta di “macabra celebrazione” o “rimozione ironica” del successo laburista. Infatti, tra i valori espressi da quel partito ci sono l’emancipazione femminile e la liberazione sessuale. Noi abbiamo scelto di ambientare la vicenda in Italia, alle porte Milano, la notte del 29 aprile del ’45, nei giorni della Liberazione dall’occupazione nazifascista: momento storico che apre un periodo carico di conflitti e trasformazioni che segneranno i costumi e la società italiana.”
After Miss Julie accade interamente nella cucina di un’antica villa, uno spazio seminterrato. La Signorina Giulia irrompe di continuo, provocando colpi di scena e finte casualità, per sedurre in maniera spudorata Gianni, di fronte persino a Cristina (Roberta Lidia De Stefano), cuoca che cucina veramente sul palco, di lui promessa sposa. Le scene sono di Giorgio Morandi, Elisa Rolando e Marta Solari (studenti del Triennio in Scenografia di NABA Nuova Accademia di Belle Arti) con il coordinamento di Angelo Linzalata, i costumi di Nicoletta Ceccolini, le musiche sono arrangiate ed eseguite da Woody Gipsy Band e Giuseppe Bonifacio, le luci sono di Camilla Piccioni.
“Il punto di vista dello spettatore – commenta Solari – segue, come in un piano sequenza, con un movimento lento e continuo, la spirale di distruzione di After Miss Julie, luogo reale ricostruito psicologicamente da Giulia e Gianni, dove per paradosso la cuoca Cristina rappresenta il desiderio di non mutare l’ordine sociale prestabilito.”
Tale ambientazione avvolge i personaggi in maniera realistica, come se affiorassero da una fotografia in bianco e nero, portando sui costumi segni di colore che li aiutano a definirsi dentro lo spazio. Il tutto crea un’immagine che racconta un’epoca e una singolare storia emotiva, per tanti particolari molto vicina a oggi.
“La Signorina Giulia ha una carica erotica molto forte – conclude Giampiero Solari – conseguenza di un’esistenza vuota che cerca di riempire con una sessualità sfrenata. Vuole fuggire dalla sua vita di agio e ipocrisie; in realtà, lei è vittima dell’eredità della sua posizione, una outsider della nuova società appena proclamata con la Liberazione.”
L’erotismo è il modo della Signorina Giulia di scuotere una vita divenuta insopportabile, è l’espressione di una rivolta per destabilizzare gli schemi sociali che la circondano e opprimono come un uccellino in gabbia. Un gioco febbricitante di corpi e scandali dichiaratamente ostinato nel forzare il limite, sovvertire l’ordine, osare l’inaccettabile.
Fonte: Ufficio stampa