Si alzano le voci contro il sindaco. "Il problema non è l'Acquedotto mediceo, ma le grandi opere inutili"
È stato pubblicato in rete un video in cui il sindaco leghista di Pisa difende l'idea della giunta di abbattere tre arcate dell'Acquedotto Mediceo per realizzare la Tangenziale Nord-Est. Sul suo programma di mandato si trova scritto nero su bianco: “demolendo tre arcate, con quanto si risparmierebbe se ne potrebbero ricostruire almeno 10 di quelle ora mancanti e consolidare il resto oggi dissestato”. Ci sono fortunatamente state critiche ed ironie, e nel video il sindaco fa una piccola rettifica: “si smontano tre arcate dell'acquedotto e si rimontano”. Dove – verrebbe da chiedergli – in mezzo alla nuova rotatoria?
Chi se ne importa di quel lungo filo di 954 archi in pietrame e laterizi, voluto da Ferdinando I de' Medici e completato da Cosimo II nel 1613! Interrompiamolo per una strada. Queste uscite rendono bene l'idea dell'interesse della giunta per i beni culturali e paesaggistici: disconosciuti, maltrattati, considerati un intralcio. Se proprio qualcuno ci tiene “si rimontano”. D'altra parte non si contano gli strafalcioni, le grossolanerie, il pressapochismo con cui si maneggiano opere, monumenti, artisti, basti pensare ai numerosi scivoloni dell'assessore Buscemi… Ma colpisce ancor di più il tono sprezzante con cui si parla prima di demolizione e poi di smontaggio e rimontaggio di tre arcate dell'acquedotto, come in un Lego, l'arroganza che non tiene conto delle leggi, e ricorda i tempi bui in cui si procedette a buttar giù parte delle mura medievali della città.
Abbiamo spesso denunciato il crescente degrado di queste struttura storica e ci siamo battuti negli anni per la sua tutela, denunciando la perdita di circa € 200.000 già stanziati dalla Fondazione Pisa per il restauro delle arcate, poi revocati per la sostanziale inefficacia della macchina amministrativa. Allora governava il Partito Democratico, che non si curava dell'acquedotto e avrebbe voluto sotto-attraversarlo con la Tangenziale Nord-Est, da loro pensata e fortemente voluta. Il problema è proprio questo piano di forte impatto ambientale che prevede una spesa di oltre 70 milioni di euro per un’opera che incentiva l’uso dei mezzi motorizzati privati a scapito del trasporto pubblico e della mobilità gentile. Perché non si usano invece quei fondi per ristrutturare l’acquedotto? Si risolverebbe il problema alla radice.
Purtroppo ieri con il PD ed oggi con la Lega e i suoi alleati, il problema rimane il medesimo: si considera il territorio in funzione della grande opera di turno anziché il contrario. Non si fanno le opere perché servono ma perchè vanno fatte, e il territorio, con le sue fragilità e la sua bellezza si deve adeguare, costi quel che costi. Ieri con il People Mover oggi con la tangenziale. Un approccio che speravamo confinato al secolo scorso, quando è stato devastato il territorio del nostro bel paese pur di costruire e cementificare in nome dello “sviluppo” e in realtà per interesse delle tasche di pochi.
Nel nostro programma si trovano altre parole, che parlano di sviluppo territoriale e di paesaggio, di mobilità sostenibile, di agricoltura di qualità e turismo culturale: un’economia che valorizzi le sue bellezze, altro che demolizioni! Concetti incompatibili con l’idea di sviluppo di chi oggi amministra questa città. I tre archi sono la sciocchezza eclatante di questi giorni che ci auguriamo irrealizzabile, ma il tema vero rimane il saccheggio del territorio per realizzare progetti inutili e costosi.
Fonte: Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista - Pisa Possibile