Crisi pastorizia, Cia ha richiesto l'attivazione urgente del tavolo di filiera
Allevamenti ovini al collasso in Toscana. Alla continua emergenza predatori, con assalti alle greggi che proseguono da anni, il settore è oggi di fronte ad una crisi di mercato: grandi nomi dell’industria lattiero-casearia presenti in Toscana (come Granarolo e Alival), hanno comunicato la disdetta dei contratti già stipulati. In pratica non vogliono più il latte dei pastori toscani. Una situazione particolarmente grave nelle province di Grosseto e Siena dove maggiore è la presenza della pastorizia. Così stanno chiudendo alcuni caseifici intermedi e la situazione si aggrava, ed a cascata chiudono gli allevamenti, già stremati da anni di crisi.
Se ne è parlato alla Direzione della Cia Toscana dove, è stato contattato telefonicamente l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi per richiedere l’attivazione urgente del tavolo di filiera. «La situazione è molto complicata – spiega Luca Brunelli, presidente Cia Toscana –, ai pastori stanno arrivando annullamenti dei contratti per la fornitura del latte. Non conosciamo le precise motivazioni: possiamo pensare a delocalizzazioni oppure diverse strategie industriali. Resta comunque un problema da risolvere e per questo abbiamo interessato con urgenza la Regione e l’assessore Remaschi».
Intanto nel grossetano l’ennesimo attacco ad un allevamento da parte di predatori; risultato 6 pecore morte, 8 agonizzanti e 10 disperse nel bosco limitrofo. «Sono troppi anni che attorno alla pastorizia aleggiano promesse e proclami senza che il problema predatori venga risolto. Un dramma senza fine - precisa la Cia Grosseto –; siamo perciò a chiedere nuovamente di procedere in modo unitario: la questione riguarda indistintamente tutte le aziende del settore e tutto il territorio grossetano ed è evidente che solo coesi possiamo trovare la forza per sfondare il muro dell’immobilismo. I pastori, è bene ricordarlo, sono un valore per tutti perché, oltre a garantire prodotti di eccellenza certificati e garantiti, tutelano e preservano territori svantaggiati ed impervi. Comprendiamo le difficoltà ma oggi è arrivato il momento di fare delle scelte – continuano il presidente e il direttore. Se questo settore non interessa ne prenderemo atto, ma lavorare così è un vero suicidio».
Fonte: Cia Toscana