A Firenze si parla di processo civile: c'è il Ministro Bonafede

Fa tappa a Firenze la riflessione in atto sulle ipotesi di riforma del processo civile di cui si parla insistentemente in questi ultimi mesi, ma anche sui più recenti orientamenti giurisprudenziali del Tribunale e della Corte d’Appello di Firenze, con un’iniziativa che vede tra gli invitati lo stesso ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

La Camera civile di Firenze, con l’Università di Firenze, organizza una giornata di studio dal titolo “Le Corti fiorentine – Dialogo tra giurisprudenza e dottrina”, in programma venerdì 16 novembre presso l’Auditorium Ridolfi della Cassa di Risparmio di Firenze, via Carlo Magno 7.
In apertura la relazione del professor Giuliano Scarselli su “Le riforme del processo civile ieri e oggi”. Tra i presenti anche la presidente della Corte di Appello, Margherita Cassano, e la presidente del Tribunale di Firenze, Marilena Rizzo.

“La riforma del processo civile - commenta l’avvocato Carlo Poli, fondatore ed ex presidente della Camera civile di Firenze e attualmente membro della giunta esecutiva dell’Unione nazionale delle Camere civili - va nella direzione di dare maggiore discrezionalità al giudice, nel tentativo di rendere la procedura più rapida, affidandogli anche ampi poteri istruttori e in particolare la facoltà di disporre d’ufficio le prove. Ci si sta orientando sempre più ad assumere come modello quello del processo del lavoro, in cui già negli atti introduttivi gli avvocati devono indicare, oltre alla compiuta esposizione dei fatti di causa e delle ragioni di diritto, anche tutti i mezzi di prova di cui intendano avvalersi. Mentre oggi nel processo civile il termine per richiedere l’ammissione di prove ed esporre compiutamente i fatti e gli elementi di diritto è rinviata anche di molti mesi rispetto all’instaurazione del processo. Quello di rendere più snelle e rapide le procedure può essere un obiettivo condivisibile ma occorre controbilanciare i nuovi poteri discrezionali del giudice, con la possibilità di proporre reclamo contro le ordinanze istruttorie e, soprattutto, prevedere una disciplina più stringente delle responsabilità dei giudici in caso di errore grave”.

Fonte: Ufficio Stampa

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