Biblioteca delle Oblate per le donne, tre nuove intitolazioni a vittime di violenza
La Biblioteca delle Oblate sempre più all’insegna delle donne. Tre nuove intitolazioni per mantenere viva la memoria di figure femminili che hanno lasciato un segno nel panorama culturale come simbolo di rinnovamento e creatività o perché vittime di violenza. Tre sale al primo piano delle Oblate saranno dedicate a Reyhaneh Jabbari, giovane donna iraniana violentata e giustiziata per aver pugnalato il suo aggressore; Carla Lonzi, teorica del femminismo italiano degli anni ’70 e Violet Trefusis, intellettuale cosmopolita che fece di Villa l’Ombrellino a Bellosguardo un punto di riferimento nel panorama culturale europeo. È quanto prevede la delibera presentata dall’assessore alla Toponomastica Andrea Vannucci che ha avuto il via libera della giunta nel corso dell’ultima seduta.
“Un modo per testimoniare ancora una volta l’importanza di mantenere viva la memoria di grandi figure femminili – ha detto l’assessore Vannucci – Abbiamo scelto di farlo ancora una volta alle Oblate, luogo di cultura e futuro, dove ogni giorno tanti ragazzi si troveranno di fronte a queste targhe e potranno interessarsi alla storia di queste donne: perché dalla conoscenza e dalla memoria nasca sempre la difesa dei diritti”.
A Reyhaneh Jabbari” sarà dedicata l’attuale sala Letteratura, a Carla Lonzi l’attuale sala Mediateca e a Violet Trefusis l’attuale sala Contemporanea.
La scelta di intestare uno spazio alla memoria di Reyhaneh Jabbari arriva anche in risposta a una mozione del Consiglio comunale, con la quale si chiedeva di ricordare la giovane donna iraniana vittima di aggressione sessuale, giustiziata a seguito di esecuzione di condanna a morte perché ritenuta colpevole di omicidio per aver pugnalato il proprio aggressore. La richiesta di un’intitolazione a Carla Lonzi (Firenze, 6 marzo 1931 – Milano, 2 agosto 1982) era arrivata da numerose associazioni, tra le quali Artemisia e Giardino dei Ciliegi, ma anche da una mozione della commissione Cultura e sport.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa