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Auletta (DiC) denuncia: "Manifesto della discriminazione della Lega a Pisa"

Ciccio Auletta

Come in molti altri comuni dove governa, ora anche a Pisa la Lega prova a far passare con una mozione l'idea che la pubblica amministrazione, a fronte di risorse economiche limitate, debba privilegiare i cittadini italiani bisognosi rispetto ai cittadini stranieri. Si tratta di un'idea che, in anni di prolungata crisi economica e di tagli alla spesa pubblica e sociale, votati dai governi di centro-destra e di centro-sinistra, rischia di avere molto seguito e di essere accettata come normale: visto che la coperta delle risorse è corta, dobbiamo coprire prima gli Italiani. Una società che ragionasse in questi termini farebbe un salto indietro secolare nella civiltà giuridica e politica e si condannerebbe alla frammentazione e, infine, alla morte.

La nostra Costituzione, così come il sistema internazionale dei diritti umani, mettono al centro dell'azione pubblica la risposta ai bisogni fondamentali della persona, tra cui l'accesso ad alloggi popolari e sostegni al reddito in caso di difficoltà economica, senza distinzioni di nazionalità: a fronte di un bisogno, l'unico criterio ragionevole di selezione che si può adottare è quello delle condizioni socio-economiche, come ha più volte ribadito anche la corte costituzionale. Lo stesso Testo Unico sull'Immigrazione, conosciuto da tutti sotto il nome di "Legge Bossi-Fini", contiene all'articolo 2 un principio molto chiaro, che ai leghisti stranamente sfugge sempre: “allo straniero è riconosciuta parità di trattamento con il cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell’accesso ai pubblici servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge”. Limiti e modi con cui gli stranieri possono accedere ai diritti civili e sociali sono previsti dalle leggi, ma queste leggi non possono assumere come elemento discriminante il semplice fatto di essere stranieri!

Dopo Cascina, Lodi e altri Comuni, la Lega prova anche a Pisa a far passare una forma indiretta di discriminazione ai danni degli stranieri, ovvero l'obbligo di presentare una certificazione consolare autenticata dei redditi e delle proprietà possedute all'estero per poter accedere alle prestazioni sociali, come gli alloggi popolari. Per farlo invoca norme come il DPR 445/00, che non consente ai cittadini extracomunitari di autocertificare condizioni personali non verificabili direttamente dalle amministrazioni, come appunto i possedimenti all'estero. Peccato che tale norma sia di rango inferiore rispetto all'articolo 2 del Testo Unico sull'Immigrazione e dunque non possa ledere il principio della parità di trattamento tra italiani e stranieri. Qualora la mozione della Lega dovesse essere approvata e l'amministrazione comunale modificasse i conseguenza i regolamenti comunali, siamo pronti a dare battaglia legale. Anche perché, se si vogliono davvero controllare i redditi e i patrimoni degli stranieri all'estero, esiste lo strumento della Dichiarazione Sostitutiva Unica previsto dal nuovo ISEE, che non discrimina tra italiani e stranieri costringendo questi ultimi a produrre certificati più costosi della prestazione sociale richiesta.

La strada imboccata dalla Lega è solo propagandistica ed è una strada senza uscita. Occorre cambiare radicalmente prospettiva e iniziare a risolvere davvero i problemi di ingiustizia sociale che affliggono il nostro paese, cosa che la Lega non ha interesse a fare, perché se smettesse di soffiare sull'odio razziale perderebbe la sua stessa ragion d'essere. Occorre iniziare a dire cose semplici ma vere: le risorse economiche per finanziare politiche sociali e servizi pubblici nel paese, così come in città, ci sono. Manca la volontà politica di recuperarle e investirle per ridurre le diseguaglianze. Serve una fiscalità fortemente progressiva (chi ha di più deve pagare più tasse), non una fiscalità a favore dei più ricchi come quella a cui pensa la Lega con la cosiddetta "flat tax". Serve una tassa sopra i grandi e grandissimi patrimoni e sopra le rendite finanziarie, tassa che l'attuale governo nazionale Lega-Cinque Stelle si guarda bene dal proporre. Serve una seria lotta all'evasione fiscale e una azione di reale recupero di quanto non pagato, a partire dai grandi evasori: da quando si è insediata la nuova giunta leghista a Pisa non abbiamo visto un solo atto in questa direzione, nonostante sia noto a tutti che grandi costruttori di questa città abbiano debiti milionari di imposte e indennità non pagate con il Comune. Serve investire nel recupero degli alloggi comunali vuoti e nel riutilizzo del patrimonio immobiliare pubblico abbandonato, altra due cose su cui l'amministrazione non ha mosso un dito finora.

Se non si ha il coraggio di colpire la rendita e l'evasione fiscale, se si vogliono favorire non gli italiani ma solo gli italiani ricchi, almeno la si smetta di ingannare la cittadinanza presentando come atti di giustizia sociale misure discriminatorie che, per di più, vanno contro la costituzione e le leggi vigenti.

Ciccio Auletta (Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista - Pisa Possibile)

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