Il Centrodestra verso l'alleanza per battere il PD, ma la Lega presenterà il conto?

Venti contrari animano il centrodestra di Empoli in vista delle prossime Amministrative 2019: i 'buoni propositi', proporre la 'triplice alleanza' FdI-Lega-Fi per strappare una roccaforte renziana al PD, ci sono tutti, eppure la sensazione è che si stia usando un po' di stucco per coprire qualche crepa.

Crepe causate dagli scossoni che vengono dall'alto, il progressivo allontanamento di Berlusconi dal vecchio amico Salvini e l'esitazione di FdI a 'vestire' la casacca giallo-verde, ma soprattutto da sommovimenti a livello locale. A scuotere le fondamenta dell'alleanza è infatti lo stravolgimento delle dinamiche interne con la Lega Nord pronta a mettere sul tavolo il peso elettorale delle ultime elezioni politiche e a prendersi le redini del centrodestra: questo, tradotto, significa che la coalizione regge, ma solo se le richieste del Carroccio saranno ascoltate. Quali siano queste richieste è il campo su cui si gioca la partita dell'alleanza.

A essere determinanti saranno gli accordi sui candidati come spiega senza tante riserve Marco Cordone, segretario Lega Nord Empolese Valdelsa: "L'alleanza naturale è quella di centrodestra. Non rinneghiamo la nostra appartenenza a quel mondo, ma i tempi sono cambiati. Non siamo disposti a fare compromessi sul candidato sindaco e sulla linea politica. Non voglio rompere il centrodestra, ma le alleanza non si fanno sui voti. La Lega presenterà candidati con professionalità, personalità di rilievo e con esperienza per cambiare l'amministrazione dei comuni. Non vogliamo discriminazioni sulle nostre scelte. Non sono un voltagabbana, ma oltre ad avere i voti, abbiamo una classe dirigente in grado di vincere le elezioni e governare bene".

Le pretese della Lega vanno declinate in un contesto di circondario Empolese Valdelsa: non è dato sapere su quali degli undici comuni la Lega abbia messo gli occhi e non è detto che ci sia da parte del Carroccio la volontà di inserire Empoli tra questi, ma è sicuro che qualche Comune più "strategico", come li definisce Cordone, verrà reclamato. Come reagirà l'alleanza?

I presupposti fanno temere delicate contrattazioni, come si evince dalle parole di Samuele Spini, coordinatore Forza Italia, che lascia la porta aperta, ma con il catenaccio inserito: "L'idea è quella di andare al ballottaggio come centrodestra. Abbiamo lavorato in modo comune su certi temi e non vogliamo rompere il sodalizio, ma dipende dai nomi. Gli accordi si faranno tra qualche mese. Serve un candidato giusto e condiviso da tutte le forze politiche del centrodestra". Quindi non si espone sulla certezza di un'alleanza concludendo con un prudente "è prematuro parlarne", per poi aggiungere che "magari in alcuni comuni dell'Empolese Valdelsa correremo da soli, in altri come centrodestra".

A tessere le maglie dell'alleanza senza se e senza ma sembra invece Fratelli d'Italia, che attraverso Andrea Poggianti (consigliere comunale del Centrodestra per Empoli) non lascia spazio al dubbio sui prossimi passi: "Il nostro obiettivo è presentare una lista politica di centrodestra a Empoli e non ho alcun timore sull'alleanza. Siamo un'unica grande famiglia politica, ma anche umana, e credo che non ci saranno ripensamenti".

Per Poggianti, insomma, questo centrodestra 's'ha da fare' anche attraverso qualche passo indietro: "Sto lavorando alacremente per l'unità e sono disposto a fare un passo indietro sia a livello di partito politico, sia a livello personale. Credo nel centrodestra al di là del candidato".  L'unico presupposto inderogabile, semmai, è quello di presentarsi "con valori di centrodestra": "Non ci nasconderemo dietro liste civiche - spiega Poggianti - a maggior ragione con candidati provenienti dal mondo della sinistra". Il riferimento, ovviamente, è alla lista di Damasco Morelli presentata alle scorse amministrative del 2014, esperienza che il consigliere definisce "annus horribilis". Il 'riscatto' del centrodestra è quindi al primo posto e passa da liste politiche e dalla ricerca di un candidato "che sia conosciuto sul territorio e abbia come riferimento i nostri valori", non escludendo la "possibilità di passare dalle primarie".

Per FdI, quindi, l'alleanza e l'unità del centrodestra viene prima di ogni cosa, anche delle più o meno legittime pretese di partito. E il riferimento di Poggianti al "passo indietro" non è casuale: è evidente che FdI e il consigliere del Centrodestra per Empoli abbiano intrapreso diverse battaglie coinvolgendo una fetta di popolazione che ha poco feeling con le politiche del PD, conquistando più visibilità di quanto fatto dagli alleati. Dunque il paradosso: FdI avrebbe la forza per presentare un candidato (anche senza avere alle spalle un peso politico rilevante a livello nazionale), ma è pronta a farsi da parte per logiche di coalizione. Quanto questo pagherà lo decideranno poi le urne.

Che esista una comune base programmatica di area è inutile ribadirlo: sicurezza, degrado del centro storico, valorizzazione delle frazioni e riduzione delle tasse sono punti comuni portati avanti da anni, spesso in maniera congiunta. Se non si tratta di programmi, quindi, sembra chiaro che ad avere un peso saranno i bracci di ferro interi alla coalizione e le vicende nazionali.

Questo il leitmotiv che rimbalza tra i tre esponenti del centrodestra: "i tempi politici sono cambiati", dice Cordone, "non è la fase politica di 5 anni fa: le direttive regionali sono arrivate, ma non sono definitive" fa eco Spini, e persino Poggianti non nasconde la polvere sotto il tappeto spiegando che l'alleanza si fa "salvo stravolgimenti a livello nazionale". E lo stesso Cordone, elemento più 'mobile' dell'alleanza, rimette ogni scelta ai vertici del partito: "Seguiremo fedelmente la linea del nostro commissario regionale Susanna Ceccardi, in quanto la ritengo una persona dalle grandi capacità di cui ho profonda stima". Queste dichiarazioni rendono sicura ed incerta allo stesso tempo l'alleanza di centrodestra. Al momento a livello regionale è stato firmato un accordo di massima tra i tre partiti in vista delle regionali e proprio pochi giorni fa la commissario regionale della Lega Susanna Ceccardi ha ribadito che "squadra che vince non si cambia" alla festa regionale del Fdi alla presenza di Maurizio Marchetti (FI) e Francesco Torselli (FdI).

Ma a Roma le cose sono un po' più complicate, a livello locale (quando sul piatto ci saranno i nomi dei candidati e gli interessi di fazione) ancora di più. Forse è davvero troppo "prematuro" disegnare un'immagine di cosa accadrà a destra, tra forze centrifughe e centripete in movimento, ma la sensazione e che se non arrivano diverse direttive dall'alto un'alleanza anche solo per logiche elettorali si farà: questa infatti resta forse l'unica soluzione per arrivare al ballottaggio e strappare Empoli al PD.

La voglia di 'sondare' nuovi scenari politici da parte di qualcuno in effetti c'è, sintomo di quanto sia meno solida che in passato la coalizione. La Lega non esclude di riproporre l'alleanza giallo-verde: "I nostri elettorati sono simili - spiega Cordone - e non abbiamo nessun pregiudizio verso il M5S. Non escludo una qualche forma di accordo, il panorama politico oggi cambia velocemente ed è ancora un po' presto. Susanna Ceccardi ha ad esempio avanzato in passato la possibilità di una prova di alleanza con i grillini su comuni con meno di 5mila abitanti". Poggianti, invece, ritiene "marginale e residuale un'alleanza con il M5S", ma non la esclude, mentre Spini non interviene sull'argomento. Ma a rendere meno complicata l'analisi sul futuro del centrodestra è proprio il M5S di Empoli che non lascia spazio di trattativa: "Corriamo da soli, se arriviamo al al ballottaggio vedremo. Le alleanza elettorali non ci interessano, lavoriamo sul programma".

A Empoli, quindi, si presenteranno almeno tre poli (quattro con la sinistra 'non-Pd'). Questo comporta una fisiologica dispersione dei voti che indebolisce proprio il Partito Democratico la cui forza relativa è indiscutibile, ma che è alla disperata ricerca del 51% per evitare il doppio turno e rischiare una 'fusione' dei due poli avversari in funzione anti-piddina. Per poter sperare nel ballottaggio il centrodestra deve quindi puntare a circa il 30% dei voti e l'obiettivo, prendendo come bussola i dati delle politiche del 4 marzo, sembra alla portata: l'area ha raggiunto in quella tornata il 26%, superando anche il M5S fermo al 23%. Il probabile calo di questi mesi di FI (che raggiunse l'8%) sarà compensato sicuramente da un aumento della Lega (che era al 14%): negli ultimi sondaggi, infatti, il Carroccio è passato dal 17% del 4 marzo al 37% a livello nazionale e anche avanzando ragionevoli dubbi sulla 'specularità' a livello locale di quei numeri, è certo che qualche punto la Lega lo guadagnerà. Un candidato unitario del centrodestra sarebbe quindi un candidato forte, anche perché non è escluso che in caso di sfida al ballottaggio PD-Centrodestra possa arrivare qualche voto dall'area grillina.

È abbastanza ovvio che qualora il PD non raggiungesse il 51% e un candidato di area centrodestra fosse lo sfidante della Barnini anche senza alleanza, i voti di area convergerebbero su di lui, ma questa possibilità, è altamente improbabile: l'unico soggetto politico in grado di muovere una mole così grande di voti (stando ai sondaggi nazionali) sarebbe la Lega, ma un boom di oltre il 10% del Carroccio ad Empoli avrebbe francamente del clamoroso ed è molto improbabile. Ad un certo punto, insomma, si faranno i conti della serva e l'alleanza di centrodestra apparirà come un'occasione troppo ghiotta per strappare Empoli al PD.

E se ad arrivare al ballottaggio fosse il M5S? Sull'argomento c'è ancora riserbo: così mentre Spini temporeggia "se al ballottaggio non arriva un candidato di centrodestra dovremo valutare", Poggianti invece non ha dubbi: "Chiunque tranne il PD". È plausibile che qualche appoggio dall'area di destra, quantomeno dalla Lega, arrivi, mettendo seriamente a rischio la vittoria dei democratici in favore dei grillini.

Il muro del centrodestra, per concludere, ha qualche crepa, ma i numeri parlano chiaro e l'alleanza appare l'unica strada percorribile per far paura al Partito Democratico. A questo si aggiunge l'unità di intenti dei vertici regionali, i cui rapporti sono molto più 'amichevoli' che a Roma. Eppure i nomi e le richieste dell'alleato forte (la Lega) avranno un loro peso, così come le malleabili vicende politiche nazionali: il centrodestra unito può mettersi in gioco per sfidare il PD, ma sul tavolo delle trattative di alleanza, oltre le considerazioni elettorali, peseranno anche i nomi e le logiche di partito.

Giovanni Mennillo

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