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Causa una lite in un locale, poi spara in centro a Montevarchi: arrestato

Minaccia aggravata, lesioni, detenzione illegale di arma, spari in luogo pubblico: questi sono i reati per cui è stato arrestato un uomo di origini campane a Terranuova Bracciolini. Ma la vicenda è piuttosto complessa e parla di una rissa nata, forse, per un complimento di troppo.

Le indagini dei carabinieri hanno avuto inizio a settembre, quando era stato segnalato un uomo armato di pistola nel parcheggio di un noto locale di Terranuova Bracciolini. I militari non fecero in tempo ad arrivare sul posto che giunse un'altra segnalazione: un uomo nel centro di Montevarchi stava esplodendo colpi di arma da fuoco.

La pattuglia, giunta sul posto, constatò la presenza di diversi bossoli sulla carreggiata; subito dopo, i militari andarono al parcheggio del locale indicato precedentemente e raccolsero importanti elementi utili per risalire alla persona che aveva causato la lite, descritta come armata di pistola. Da quel momento partì la caccia all'uomo.

I primi elementi raccolti riferirono di una lite tra una famiglia che si trovava all’interno del locale per trascorrere la serata e un ragazzo straniero: un diverbio nato probabilmente da un complimento alla figlia minore della famiglia. Uscito dal locale alla ricerca della persona che poteva aver dato fastidio alla giovane, l’uomo ha colpito con un pugno una persona tranquillamente seduta nella sua auto e gli ha causato una ferita profonda. Successivamente, anche armato di pistola, il diverbio è continuato con personale di vigilanza al locale, per poi allontanarsi assieme alla famiglia.

Nel corso delle settimane i carabinieri sono riusciti a riconoscere l'autore della rissa e a perquisire la sua abitazione, ma senza trovare l'arma. Inoltre hanno collegato il tutto e l'uomo della rissa al locale era lo stesso degli spari in centro a Montevarchi, anche se i motivi che lo portarono a sparare sono ancora ignoti. La pistola non è stata ritrovata, mentre per l’uomo campano sono scattate le manette, a seguito di una ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP del Tribunale di Arezzo.

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