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Ricerca in Toscana, 8,5 milioni di euro per sei progetti

Monica Barni

Otto milioni e cinquantamila euro per dare gambe a sei idee, sei progetti che hanno a che fare con la ricerca - quella fondamentale e industriale - e lo sviluppo sperimentale. La Giunta toscana ha dato il via libera a settembre, su proposta della vice presidente Monica Barni, allo scorrimento delle graduatorie del bando Far Fas, che aveva per l'appunto due code di progetti non finanziati. Ora anche il decreto è stato pubblicato. Saranno utilizzati 7 milioni e 200 mila euro di risorse Por Fesr 2014-2020 – fondi europei dunque – a cui la Regione aggiungerà dal proprio bilancio altri 850 mila euro. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi aveva annunciato l'intenzione a dicembre: si attendeva solo la disponibilità delle risorse in bilancio.

"I progetti in questione – spiega la vicepresidente Barni – propongono soluzioni tecnologiche a problemi reali delle nostre imprese e della nostra società. I progetti creeranno da subito anche 52 nuovi posti di lavoro a termine per il personale impegnato nella ricerca. I progetti attiveranno anche un nuova domanda di beni di investimento e di consumo".

Nei sei progetti ora finanziati, che si compongono di ampi partenariati composti da imprese, università e enti di ricerca, sono affrontate più sfide e c'è un po' di tutto. C'è il bitume prodotto con l'asfalto fresato dalle carreggiate da ripavimentare, come già accade ora ma con rese assai migliori e più eco-efficienti: un omaggio all'economia circolare e alla sostenibilità, con percentuali di riciclo fino al 100 per cento contro il 20 attuale e l'uso di oli vegetali esausti che ne riattivano le proprietà meccaniche ed elastiche originarie ridonando al bitume la sua ‘giovinezza'. Capofila del progetto è la Next srl, spin-off dell'Università di Pisa.

C'è la fotonica (e in particolare una sua branca, la plasmonica), che si presta alla rivelazione di ogm ma anche dei più piccoli Ggm nell'ambiente. Il progetto è guidato dalla Actis Active Sensors srl di Calenzano. C'è anche l'information tecnology, utilizzata in un progetto che vede come capofila la Metodoin srl di Montecalvoli , in provincia di Pisa, per aiutare a ridurre i costi della produzione delle scarpe – uno dei pilastri del made in Italy, 1.186 imprese e oltre 15 mila addetti nella nostra regione - senza abbassare però gli stipendi o delocalizzare, semplicemente allineando produzione ed ordini, con un risparmio sul prezzo finale che potrebbe arrivare al 30 per cento.

C'è un progetto, guidato dalla Ceam Control Equipment di Empoli, che si serve di sensori a micronde per misurare l'umidità nelle case in legno che potrebbe favorire lo sviluppo di funghi e dunque compromettere la resistenza delle strutture nel tempo. Altri sensori, questa volta per la rilevazione in tempo reale e in modo rapido ma economico di contaminazioni chimiche o microbiologiche delle acque e degli ambienti di lavoro, sono oggetto del progetto che vede i Laboratori Archa di Pisa tenere le fila di un più vasto partenariato. Si lavora anche all'ottimizzazione dei sistemi per produrre energia in città e allo studio di mobilità alternative. E' il caso del progetto guidato dalla Graziella Green Power S.p.A. di Arezzo.

In tutti e sei i progetti ammessi a finanziamento domina il lavoro di squadra. Alle ventidue imprese di diverse dimensioni coinvolte (micro, piccole, medie e grandi) si affiancano infatti cinque dipartimenti dell'Università di Pisa, tre dell'Università di Firenze, uno dell'Università di Siena, un Laboratorio del CNIT, un Dipartimento del Consorzio INSTM, due istituti della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e a cinque istituti del CNR.

Fonte: Regione Toscana

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