Gli stemmi degli ospedali medievali, un convegno al Santa Maria Nuova
L’antica rete assistenziale degli “spedali” medievali contava a Firenze centinaia di hospitia e nosocomi che venivano identificati con segni che indicavano sede e proprietà attingendo dal repertorio dell’araldica. Se ne parlerà durante il convegno "L'araldica della sanità: i segni degli enti assistenziali a Firenze e nella Toscana preunitaria", in programma domani (30 ottobre 0re 17) nella sala conferenze dell’Ospedale di Santa Maria Nuova nell’ambito dell’iniziativa “I martedì de ‘La Colombaria’ – Scuole e tradizioni a Santa Maria Nuova e nella medicina fiorentina”, realizzata in collaborazione con la Fondazione di Santa Maria Nuova Onlus.
All’incontro, durante il quale saranno chiamati a parlare Alessandro Savorelli, ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e Vieri Favini, studioso di araldica e sigillografia, seguirà una visita alla scoperta degli stemmi dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Modera il dibattito Sandro Rogari, presidente dell’Accademia Toscana di scienze e lettere La Colombaria.
“Firenze e la Toscana hanno avviato un processo di centralizzazione delle strutture degli "spedali" medievali più tardi di altre regioni italiane – spiega Savorelli - Dell'antica grande rete assistenziale che contava centinaia di hospitia e nosocomi è rimasta una ben definita traccia concreta”.
“Oltre alle grandi case come S. Maria Nuova, gli Innocenti, Bonifacio, S. Matteo, S. Paolo, S. Giovanni di Dio altre decine di minori nosocomi avevano, e sono ancora riconoscibili – ora su pietre modeste, ora raffigurati in cospicue opere d'arte – i segni che ne identificavano la sede e le proprietà. Si tratta di segni che attingono al repertorio dell'araldica, dell'emblematica astratta, della simbologia religiosa e delle funzioni assistenziali in senso stretto – conclude il ricercatore -. Il passante li nota di rado, anche perché gran parte degli edifici hanno mutato destinazione, ma essi, insieme a quelli delle istituzioni pubbliche che marcano il territorio della città, permettono di riconoscerne l'aspetto d'un tempo”.