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Condivisione e progettazione, cinque comuni dell'Empolese realizzano un Piano Strutturale

(foto gonews.it)

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La parola d'ordine è condivisione per Montelupo Fiorentino, Empoli, Capraia e Limite, Cerreto Guidi e Vinci. Le cinque amministrazioni hanno scelto di realizzare un Piano Strutturale Intercomunale, che risponde all'esigenza di valorizzare la continguità tra i territori e alla volontà di sviluppare in maniera organica. I cinque comuni, infatti, condividono problemi e caratteristiche a livello di infrastrutture, economica, turismo, paesaggio e attrezzature.

La visione unitaria è partita quasi un anno fa. Nel settembre 2017 i cinque comuni hanno risposto al bando della Regione Toscana, il procedimento però è lungo e spesso 'occupa' lo spazio di una legislatura, ma comunque il lavoro delle amministrazioni e del gruppo di progettazione ha accorciato i tempi. La redazione finale è prevista per il 2020 inoltrato, ma da adesso si lavora per riuscire ad arrivare nel migliore dei modi a quella data.

Dalla Regione sono stati stanziati 100mila euro a fronte di una spesa complessiva prevista di 400mila euro, si tratta di cifre che solitamente valgono per un comune singolo mentre in questo caso coprono il piano di cinque amministrazioni.

"Un obiettivo ma anche una sfida. Vogliamo esaltare le diverse vocazioni, ma anche collaborare e condividere. Ora si fa sul serio" ha detto Brenda Barnini, sindaco di Empoli. Il suo omologo di Capraia e Limite Alessandro Giunti ha ricordato: "Daremo risposte uniformi ai cittadini, perché un piano così ci permette di vedere al di sopra dei confini, come nel caso delle casse di espansione".

Soddisfatto anche il sindaco di Cerreto Guidi Simona Rossetti: "Fare il piano assieme è simbolo di una forza grande. Il territorio può dare risposte omogenee, questo lavoro di area riesce a collegare le persone". Infine Paolo Masetti, primo cittadino di Montelupo Fiorentino, ha aggiunto: "Guardiamo oltre grazie a questo piano. Prendo ad esempio due tematiche importanti, come il fiume Arno o la sicurezza idrogeologica. Sono temi che svilupperemo assieme nel lungo periodo".

Quali sono, appunto, questi temi del Piano Strutturale Intercomunale? Giovanni Parlanti, coordinatore del gruppo di lavoro, e Riccardo Manetti, responsabile del procedimento, li hanno illustrati nel dettaglio. Di seguito i dieci punti.

Il fiume che unisce.  L’Arno diventa elemento di collegamento fra i comuni e per le politiche ambientali e insediative con una particolare attenzione e valorizzazione dell’area di Arno Vecchio.

La città fra le barriere infrastrutturali. Il territorio su cui insistono i 5 comuni è fortemente connotata dalla presenza della ferrovia e di due grandi arterie stradali, la Firenze – Pisa – Livorno e la Statale 67. Tali elementi da un lato costituiscono elemento che incentivano gli insediamenti produttivi, ma dall’altro costituiscono un problema in termini urbanistici e di sicurezza per il territorio.

Un territorio, 3 sistemi. In questo caso si fa riferimento alla conformazione naturale dell’area, articolata in  collina settentrionale (Montalbano), collina meridionale (a sud di Empoli), piana (Montelupo). Si pone la questione del riequilibrio fra questi ambiti in termini di infrastrutture, aree industriali, aree boschive e funzioni turistiche.

La piana agricola produttiva. Vengono prese in esame le potenzialità agricole e i possibili sviluppi.

Il sistema delle attrezzature. La realizzazione e la gestione  di servizi e attrezzature come poli sportivi, scolastici e per servizi alla persona deve avvenire in maniera coordinata a livello intercomunale al fine di ottimizzare le risorse e la qualità dei servizi.

Una nuova connessione per il territorio. La revisione della viabilità è un elemento essenziale per lo sviluppo urbanistico sia attraverso la sistemazione delle strade esistenti, sia con la realizzazione di nuove infrastrutture, come il ponte fra Montelupo e Capraia e Limite, che dovrà collegare le due rive del fiume

Rigenerazione urbana. In tutti e 5 i comuni sono presenti aree degradate e  in alcuni casi sono già previsti progetti di recupero. Il nuovo piano strutturale intercomunale dovrà mettere in relazione tali progetti e favorire processi di rigenerazione urbanistica innovativi in luogo di semplici ristrutturazioni.  Il problema che si pone è quello della destinazione delle aree così recuperate.

Rete turistica. In questo caso le emergenze con valore turistico e culturale devono essere inserite in un sistema tale da promuovere il territorio in maniera organica e attuando interventi di recupero delle infrastrutture e dei collegamenti.

Realtà produttiva. Tutti i 5 Comuni hanno la presenza di aree produttive più o meno estese. In alcuni casi le aree produttive sono addirittura  a "cavallo" tra due comuni (come ad esempio le Pratella tra Empoli e Montelupo  e  Mercatale tra Cerreto Guidi e Vinci).  La realtà produttiva  dei 5 Comuni dovrà fare "sistema " e "rete"per accrescerne la potenzialità e "peso" sul mercato del lavoro.

Un territorio sicuro. Quest’ultimo aspetto, quasi in modo circolare si ricollega al primo, ovvero al fiume e alla sicurezza idraulica. Fra i vari rischi possibili quello maggiormente probabile è connesso al rischio idraulico.  Rientrano in questo ambito i piani di protezione civile e anche gli interventi già in corso di sistemazione del reticolo minore che in un futuro non troppo lontano dovranno essere messi a sistema.

 

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