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L'Italia entra nel Rapporto sulle foreste della Fao grazie alla Toscana

La Toscana, le sue foreste e, soprattutto la sua programmazione della gestione del paesaggio, sono oggetto del report SOFO 2018 (State of World's Forests) curato dal Dipartimento delle Foreste della FAO (Food and Agricoltural Organization). Il rapporto SOFO, redatto ogni 2 anni a partire dal 1995, evidenzia in particolare la gestione del patrimonio forestale in coerenza con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

Il SOFO 2018 contiene dati e casi di studio ritenuti utili per un'analisi approfondita della realtà forestale ai giorni nostri, esperienze significative riguardo a politiche e strategie di sviluppo per il miglioramento del patrimonio forestale. L'Italia è entrata in questo report grazie alla Regione Toscana ed al suo Piano di indirizzo territoriale (PIT) integrato con il Piano paesaggistico, che è stato inserito tra i 10 casi di studio riportati come buone pratiche da analizzare e replicare. Il PIT è ritenuto un esempio di successo, applicabile ad altri contesti a livello mondiale, perché integra nel concetto di paesaggio altri aspetti ambientali, economici e sociali, in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

La Toscana nel SOFO 2018

La Toscana è stata scelta in quanto ritenuta leader nelle politiche di gestione e tutela del paesaggio, incluso il paesaggio forestale. E' infatti stata la prima regione nel panorama nazionale a redigere un piano paesaggistico, così come previsto del Codice del Beni Culturali. Inoltre il PIT è stato considerato di particolare rilevanza in quanto integra la pianificazione urbanistica alla pianificazione del paesaggio e considera lo stesso paesaggio come frutto della co-evoluzione uomo/natura.
Le foreste in Toscana coprono il 52,1% del territorio regionale e la loro estensione determina la loro importanza anche nel PIT, che le tutela ed inserisce i boschi nella 'Invariante legata ai caratteri ecosistemici del paesaggio' oltre a prevedere anche una specifica 'pianificazione forestale'. Questa attenzione non nasce da motivi economici, ma dal valore paesaggistico delle foreste, relativo non solo alla biodiversità e alla protezione dal rischio idrogeologico, ma anche al valore culturale e dalla forte attrattiva che hanno per il turismo, in quanto parte del paesaggio rurale tradizionale. La tutela ed il ripristino del paesaggio rurale tradizionale è fondamentale per il Pit, che infatti prevede anche la riduzione delle superfici forestali nei casi in cui è necessaria per il ripristino di terreni agricoli abbandonati, allo scopo di mantenere un equilibrio nel paesaggio.
Dunque la Fao, attraverso SOFO 2018, riconosce alla Regione Toscana di aver creato con il Piano paesaggistico una visione che integra gli obiettivi economici, sociali e ambientali alla pianificazione del territorio, mirando alla valorizzazione del patrimonio rurale tradizionale, che viene visto come essenziale per la crescita economica, sia grazie al turismo, sia attraverso la produzione di cibo di qualità (la Toscana è infatti la regione italiana con il maggior numero di prodotti agricoli tradizionali certificati che secondo i dati MIPAAF: ben 461).

La Toscana nel Registro nazionale dei paesaggi

Il valore del paesaggio toscano è stato riconosciuto anche dall'iscrizione di tre paesaggi all'interno del Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico presso il Ministero delle politiche agricole e forestali (paesaggio policolturale di Trequanda, del paesaggio rurale storico di Lamole-Greve in Chianti, e del paesaggio silvo-pastorale di Moscheta, unico paesaggio forestale presente nel Registro). Questi dati rappresentano un ulteriore primato per la Toscana, oggi la realtà italiana con il maggior numero di paesaggi iscritti nel Registro, senza considerare il sito UNESCO della Val d'Orcia.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti è attivo il sito dell'Osservatorio regionale del Paesaggio: https://www.osservatorio.paesaggiotoscana.it

Rapporto foreste 2018 della Fao, Kushlin: "Ecco perché abbiamo scelto la Toscana"

Il paesaggio toscano è un esempio di bellezza unica, ma è anche l'espressione concreta di una capacità di gestione economica e politica da cui altri Paesi possono imparare.
Ecco in sintesi i motivi per i quali la Fao ha messo la Toscana al centro del report sullo stato delle foreste SOFO 2018 secondo le motivazioni di Andrey Kushlin, il vice capo del dipartimento foreste. Il rapporto SOFO, curato a cadenza biennale proprio dal dipartimento foreste della Fao, evidenzia in particolare la gestione del patrimonio forestale in coerenza con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

In un video presentato oggi a Firenze, Kushlin ha spiegato la genesi di questa scelta: "Mentre lavoravo con i miei colleghi in giro per il mondo per scegliere questi casi studio, avevo molto chiaro che uno di questi casi di studio dovesse essere l'Italia e nello specifico la Toscana: ero completamente convinto che il caso toscano sarebbe stato essenziale per mostrare al mondo intero come il concetto di paesaggio non sia solo una figura retorica o un elemento d'immaginazione artistica, ma un costrutto politico ed economico davvero funzionante, che costruisce e unisce i vari valori del territorio e rende il paesaggio un fattore economico principale".

Kushlin ha sottolineato come il piano del paesaggio, approvato dalla Toscana, si inserisca perfettamente e concretamente e anzi implementi le legislazioni di livello superiore, quella italiana, e quella europea, con la Convenzione europea del Paesaggio. "Tutte queste caratteristiche – ha concluso - erano un qualcosa che volevamo mostrare, qualcosa che non è solo unico, ma è qualcosa che gli altri Paesi possono ammirare e da cui possono imparare".

Paesaggio e foreste, ruolo e potenzialità degli Osservatori locali

Pianificare e gestire il paesaggio, inteso non più come concetto estetico ma come spazio all'interno del quale vive una comunità, e le sue evoluzioni è un compito che richiede il coinvolgimento diretto della società, per questo rivestono sempre più valore non soltanto gli strumenti di pianificazione e programmazione, ma anche gli enti che la legge regionale 65/2014 indica come motori per la sensibilizzazione ed il coinvolgimento dell'opinione pubblico oltre che come stimolo per la ricerca ed il confronto: il Garante per l'informazione e la comunicazione, ruolo attualmente ricoperto dall'avvocato Francesca De Sanctis, e dall'Osservatorio regionale sul paesaggio, presieduto dal prof Mauro Agnoletti.

Il convegno 'Paesaggio toscano, dalla pianificazione alla partecipazione' che si è tenuto oggi a Firenze, organizzato proprio dall'Osservatorio regionale sul paesaggio e dal Garante per l'informazione e la comunicazione in collaborazione con gli ordini degli architetti e degli agronomi, è stato l'occasione per tornare a parlare di tutela e valorizzazione del paesaggio, ma anche di azioni e buone pratiche per il coinvolgimento su questo tema degli attori del territorio. All'iniziativa hanno partecipato tra gli altri anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l'assessore regionale al Governo del territorio, Vincenzo Ceccarelli.

La giornata di studi si è concentrata in particolare sul ruolo e sulle potenzialità degli Osservatori locali del paesaggio, strumenti previsti dalla legge regionale 65/2014 per stimolare la ricerca, il confronto e la partecipazione sul paesaggio e sulla sua evoluzione.

La Regione Toscana, che già all'indomani del varo della legge si è dotata di un Osservatorio regionale del paesaggio, riconosce l'importanza fondamentale di questi strumenti partecipati da associazioni, Università, professionisti ed enti pubblici e privati e si è fatta promotrice di un protocollo d'intesa per stimolare la formazione di Osservatori del paesaggio in tutte le province toscane, non solo a Lucca (unico osservatorio locale attualmente esistente).

Azioni regionali sul paesaggio

La Regione Toscana, nell'ambito dei suoi due principali strumenti a tutela del paesaggio, la lr 65/2014 ed il Piano paesaggistico, sta lavorando su più fronti per salvaguardare il territorio rurale, recuperare il tessuto urbano evitando il degrado e favorire la pianificazione d'area. Ecco alcuni dei risultati raggiunti:

il disegno del Perimetro del Territorio Urbanizzato, strumento necessario per la salvaguardia di "ciò che sta fuori" dallo spazio già urbanizzato; la Lr n.3/2017 che, rafforzando i principi cardine della l.r.65/2014 (limitare il consumo di suolo e valorizzare gli immobili esistenti), ha introdotto disposizioni per il recupero del patrimonio edilizio esistente situato nel territorio rurale; i Progetti di Innovazione Urbana (PIU), strumenti funzionali ad incentivare la riqualificazione di "ciò che sta dentro" la città perseguendo lo sviluppo urbano sostenibile e il miglioramento della qualità della vita nelle aree urbane nell'ambito dei principi sanciti dalla l.r. 65/2014 ovvero favorendo, nel territorio urbanizzato, gli interventi di trasformazione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. La Regione ha già destinato, per tale attività, 46,1 mln funzionali a 9 PIU, ma proseguiranno anche le attività di supporto alle amministrazioni locali per promuovere ulteriori processi di rigenerazione urbana e edilizia sostenibile; il finanziamento dei Piani Strutturali Intercomunali, ovvero promozione e facilitazione (anche attraverso uno specifico programma di finanziamento per oltre un milione di euro) presso i Comuni riuniti in Unioni o associazioni della "pianificazione di area vasta", necessaria per affrontare alla scala adeguata le scelte progettuali che producono effetti al di là dei singoli confini comunali; i Progetti di Paesaggio che, ai sensi dell'art. 34 della Disciplina del PIT-PPR, sono concepiti come progetti regionali a carattere strategico volti a promuovere l'attuazione degli obiettivi generali relativi alle invarianti strutturali del PIT (PP regionali) attraverso concrete applicazioni progettuali, ovvero come progetti volti a dare co ncreta attuazione agli obiettivi di qualità dei singoli ambiti (PP locali). Ad oggi sono 5 gli studi di fattibilità finanziati, per un totale di 400mila euro: Progetto di paesaggio "Leopoldine Val di Chiana" finalizzato ad incentivare il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema insediativo della bonifica granducale della Val di Chiana: ville fattorie, case coloniche "leopoldine" e sistema poderale; Progetto di paesaggio "Ferro-ciclovie Val d'Orcia" che, in coerenza con quanto previsto dal PIT-PPR con il "Progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale" (il quale contiene, tra l'altro, l'obiettivo di favorire la riconoscibilità dei paesaggi regionali attraverso la connessione delle componenti di valore storico ed ambientale) sviluppa il tema del recupero, ripristino e valorizzazione della mobilità dolce in Val d'Orcia; Progetti di paesaggio di Pratomagno, finalizzato a promuov ere azioni coordinate tra i Comuni interessati, indagare la percezione che le comunità hanno del proprio ambiente di vita, elaborare schede progettuali per la rivitalizzazione di risorse locali come la selvicoltura e la filiera del legno, le attività agricole e artigianali, l'allevamento, l'accoglienza diffusa. Progetti di paesaggio del Mugello; Progetti di paesaggio di Capraia Isola. incentivi per la forestazione della Piana Fiorentina, oltre alla progettazione di percorsi ciclo-pedonali e di collegamento con le aree urbane, recupero degli immobili e dei manufatti di pregio, realizzazione di strutture da destinare a Centri visita; agevolazioni fiscali a favore di privati che contribuiscono alla realizzazione di progetti di valorizzazione del paesaggio in Toscana.

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