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Sanità in libera professione, Marchetti (FI): 'Con intramoenia le aziende rimpinguano i bilanci'

«No perché tra il dire e il fare quando uno governa ci sarebbe di mezzo il deliberare. E in effetti noi di atti conseguenti all’annuncio con cui il governatore Rossi edizione 2014 affermava di essere in procinto di scrivere alle aziende ospedaliere e sanitarie affinché i tariffari dei professionisti in libera professione si contenessero entro i 200 euro non ne abbiamo trovati. Invece abbiamo trovato le tariffe con punte ancora di 300 euro e passa non solo a Firenze, come riportato proprio stamani da alcune cronache locali, ma anche altrove. Motivo? Semplice! Sull’intramoenia le aziende incassano molto più di quanto non accada con il ticket ordinario. Le liste d’attesa, a livelli spesso incompatibili con le esigenze di cura delle persone, sospingono di fatto il paziente, per ottenere la prestazione, verso la libera professione. E lì si paga, le aziende rimpinguano i loro bilanci e che interesse dovrebbero mai avere ad invitare i loro medici, spesso fior di professionisti e autentici luminari, ad abbassare i tariffari? Nessuno. E a contenere le liste d’attesa? Zero. E Rossi ad emanare linee guida in questo senso? Nulla. Solo che mentre i medici hanno diritto a farsi pagare, i governatori non hanno a nostro avviso quello di prendere in giro la gente sulla salute. E’ la solita politica degli annunci, col governatore che ha voluto solleticare il consenso in vista delle regionali 2015 per poi non dare seguito alcuno alle sue enunciazioni». Il quadro della situazione è così ricostruito dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che, fresco di rassegna stampa, si è preso la briga di andarsi a sfogliare di persona i tariffari per la libera professione intramuraria nelle aziende ospedaliero universitarie della Toscana.

Il metodo: «Mi sono limitato all’orbita delle visite specialistiche – spiega – e ho circoscritto la ricerca alle aziende ospedaliero universitarie, visto che per le aziende sanitarie nel mezzo a cambiare le carte in tavola è intervenuta la riforma sanitaria Rossi-Saccardi di fine 2015. Careggi a Firenze, Cisanello a Pisa, Le Scotte a Siena sono invece aziende rimaste col medesimo assetto. E quindi che ho fatto? Ho cercato».

I risultati eccoli qui: «Professionisti che soprattutto in prima visita sforano il tetto dei 200 euro non mancano di certo in nessuna delle tre aziende, anche se al banale sfoglio manuale mi pare che al policlinico delle Scotte di Siena ciò avvenga in misura più bassa che negli altri due ospedali universitari. Fatto sta che Careggi non è la sola azienda dove professionisti visitano con tariffe anche sopra i 300 euro, altro che 200. Se a Siena si fa notare la visita immunoterapia oncologica a 301 euro, con altri picchi ad esempio sulla psichiatria (252 euro) e sull’oncologia (251,66 euro), a Pisa trovo prime visite a 302,93 per la chirurgia o 302,43 euro per la cardiologia, con controlli a 201,40 euro. Queste le punte, ma non mancano visite chirurgiche a 252 euro, 248 (però è compresa anche l’ecografia), 218,19 euro. A Firenze, Careggi ha ad esempio sulle visite di chirurgia un’offerta variegata con punte tariffarie di 220 euro in una forbice che può però divaricarsi anche fino a 65 euro. Visite oncologiche anche fino a 248 euro che possono arrivare, a seconda del medico scelto, fino a 298 per una visita reumatologica».

Fonte: Gruppo consiliare Forza Italia - Ufficio Stampa

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