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Fontanello a San Miniato, Squicciarini (CambiaMenti): "È necessario? Pensiamo al centro storico"

La consulta di San Miniato dello scorso 23 ottobre ha dato da pensare a Matteo Squicciarini, vice presidente del Comitato CambiaMenti. L'argomento caldo riguarda l'acqua, per la precisione i fontanelli presenti nel Comune di San Miniato. Squicciarini ha scritto un lungo post su Facebook a riguardo, focalizzando l'attenzione sul nuovo fontanello in centro storico.

"È così necessario procedere all’installazione del fontanello in un centro storico che si sta sempre più impoverendo di servizi e cittadini? È questa la priorità? Non si stanno sprecando già abbastanza soldi per questi fontanelli?  Come sottolineato dall’Assessore Fattori, intervenuta alla consulta, i fontanelli già installati sul nostro territorio versavano in condizioni critiche però viene da domandarsi se una manutenzione ordinaria puntuale ed un controllo maggiore avrebbero potuto scongiurare atti di vandalismo che hanno reso necessaria la sostituzione degli stessi in così breve tempo" scrive Squicciarini.

Le nuove strutture, come quella installata poche settimane fa a La Scala, saranno riservate ai residenti del comune e possessori della apposita card. Squicciarini prosegue: "Per tutti gli altri utenti rimarrà disponibile un solo fontanello in gestione ad Acque Spa, l’acqua è un bene di tutti, ma per i residenti un po’ di più. Per chi lavora sul territorio, per i ragazzi che hanno sete mentre giocano ai giardini pubblici, per chi avesse bisogno di rinfrescarsi una volta arrivato a San Miniato dopo aver percorso la Francigena, 'si può andare a Molino d’Egola' come ha detto l'assessore Fattori".

Oltre ai fontanelli ci sono altri punti che stanno a cuore a Squicciarini, come il complesso di San Domenico e il possibile trasferimento dei vigili urbani da Palazzo Migliorati in altri stabili: "Fattori ci ha risposto 'Non so'. Il centro storico e i suoi abitanti si sono stancati dei “non so” : servono risposte chiare e sensate. Il 'salotto buono' si sta trasformando in una 'soffitta', piena di 'cose vecchie' che non interessano a nessuno se non un mese l’anno, quando il tartufo torna a farsi vivo; se continuiamo a svuotare il centro storico di ciò che serve ai cittadini per vivere e alle attività per sopravvivere, finiremo davvero per rimpiangere il passato. Invece deve rimanere un luogo accogliente e capace di rispondere alle esigenze quotidiane".

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