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Al Museo Marino Marini una mostra sull’origine del gioiello contemporaneo italiano

Anelli, orecchini, collane, bracciali, spille pensati e realizzati come opere d’arte. Sculture da indossare e da ammirare, nate dal pensiero in evoluzione che raccontano il genio italiano nell’arte dell’oro. Protagoniste le forme, le funzioni e le caratteristiche del gioiello del ventesimo secolo. E’ un omaggio di respiro internazionale quello che la Fondazione Marino Marini di Pistoia dedica alle origini del gioiello contemporaneo attraverso i capolavori dei tre più grandi maestri dell’oro.

Una trama a tre fili, intessuta di ‘rigore e libertà’, che permetterà al pubblico di conoscere e scoprire i percorsi, le affinità e le relazioni tra i padovani Giampaolo Babetto (Padova 1947), Francesco Pavan (1937), e continuando il viaggio a ritroso, sino alla nascita del gioiello, Mario Pinton (Padova 1919 – 2008), allievo quest’ultimo di uno speciale docente. E’ anche alla lezione di Marino Marini, quando insegnava all’Istituto Superiore Industrie Artistiche (ISIA) di Monza, che Pinton si ispirò nel rielaborare il gioiello come vera e propria opera d’arte. La mostra mette in luce per la prima volta la relazione tra Pinton e Marino Marini, autore di gioielli e opere d’arte realizzate con materiali preziosi.

La mostra

La Fondazione Marino Marini promuove una mostra che si afferma nello scenario mondiale come un’inedita pagina di storia dell’arte italiana che si dispiega dagli anni ‘50 e attraversa oltre mezzo secolo di vita per raccontare la nascita e lo sviluppo del rapporto tra arte e gioiello. Si intitola “Rigore e libertà – All’origine del gioiello contemporaneo italiano”, la mostra prodotta dalla Fondazione pistoiese e curata da Marco Bazzini che tra le sale del Palazzo del Tau troverà un prestigioso allestimento, al fianco dei capolavori di Marino Marini, dal 26 ottobre 2018 al 24 marzo 2019. L’esposizione sarà inaugurata venerdì 26 alle ore 18.30 alla presenza degli artisti, del curatore e dello staff della Fondazione diretta da Maria Teresa Tosi. L’evento è organizzato in collaborazione con la Galleria Antonella Villanova di Firenze.

Caratterizzata da due segni che si intrecciano, la semplicità e la qualità, impressi nell’opera di Mario Pinton e ripresi poi da Pavan e Babetto, la mostra si compone di un’ampia selezione di opere che raccolgono oltre 150 gioielli dai primi anni Cinquanta fino ai nostri giorni. “E’ una storia che vuole riportare all’attenzione – spiega il curatore Marco Bazzini - le origini, gli sviluppi di quel variegato fenomeno che è il gioiello contemporaneo e per la prima volta mira a riscoprire anche il ruolo avuto da Marino Marini in questo specifico percorso artistico”.

La mostra accoglie infatti alcuni pezzi, mai visti, realizzati in oro e in argento da Marino Marini negli anni ’70. Alcuni piccoli cavalli e veri e propri gioielli che Marino ha realizzato per la moglie durante la sua permanenza a Parigi. “Il carattere inedito di questo evento – dichiara la direttrice Maria Teresa Tosi - risiede nel valore artistico e affettivo delle opere in mostra, testimonianze inedite dell’ampia produzione di Marino; abbiamo l’occasione di valorizzazione un aspetto e un volto nuovo del talento eclettico di Marino che si è cimentato nella lavorazione di questi preziosi materiali, tra cui i gioielli donati all’amata Marina e il ritratto di Stravinskij realizzato interamente in argento, già presente nel percorso museale”.

Gli elementi comuni che permettono di stabilire affinità e parallelismi tra Pinton, Pavan e Babetto sono la purezza della forma, un’idea della materia come ispiratrice del gesto artistico e un equilibrio delle proporzioni mediato dall’uso sapiente della geometria. “La mostra è un’occasione privilegiata volta a valorizzare in forma inedita la condivisione di caratteri tra i tre artisti – aggiunge il curatore - un percorso che non nega una marcata autonomia nei rispettivi lavori, per Francesco Pavan e Giampaolo Babetto, ma rileva ancora una volta il rapporto maestro e allievi, intercorso tra loro presso l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico della città veneta”.

L’evento espositivo “Rigore e libertà” rivela un aspetto mai approfondito dalla critica e dalla storia dell’arte italiana, il rapporto tra Pinton e Marino Marini e come il maestro pistoiese abbia rappresentato una fonte di ispirazione nell’idea del gioiello come fare arte. “Mario Pinton, negli anni Cinquanta, è fra quei pochi artisti europei, insieme al tedesco Hermann Junger e allo svedese Sigurd Persson – continua il curatore - che ripensano il gioiello attribuendo all’oggetto funzioni e peculiarità contemporanee e dando così inizio ad un suo nuovo percorso, il gioiello non più soltanto legato all’oreficeria ma pienamente integrato nelle molteplici espressioni dell’arte contemporanea”.

La mostra rientra nella programmazione di un ciclo di esposizioni che mira ad approfondire l’arte di importanti personalità che con il grande scultore pistoiese hanno condiviso amicizia o fondamentali momenti della loro ricerca artistica. “Nel corso della mostra - aggiunge Ambra Tuci, coordinatrice eventi della Fondazione Marino Marini - abbiamo organizzato un programma di attività legate ai contenuti della mostra che comprende visite e laboratori rivolti ad adulti e bambini, un’attività natalizia per i più piccoli ispirata alle opere d’arte e un campus invernale che coinvolgerà il pubblico nella storia dei cavalli preziosi di Marino”.

Nello specifico il cartellone di dicembre prevede per l’8 dicembre, nell’ambito della Festa dell’Immacolata, un’attività di gioco e costruzione di opere d’arte preziose ispirate alla mostra. I bambini saranno invitati a progettare e realizzare corone, scettri, bracciali, diademi e collane da mettere sotto l’albero. Altro appuntamento da mettere in agenda è in programma il 27 dicembre, quando il Museo Marino Marini ospiterà un vero e proprio campus invernale dalle ore 9 alle ore 13, volto a divertire e dare spazio alla fantasia e all’immaginazione per esplorare il mondo ‘dorato’ di Marino.

Gli artisti

- MARIO PINTON (1919-2008). Nasce e lavora a Padova.
Studia all’Istituto Statale d’Arte Pietro Selvatico di Padova.
Nel 1938 incontra Marino Marini all’ISIA di Monza dal quale apprenderà l’arte della scultura (1938-1940).
Rientrato a Padova inizia la sua lunga attività di insegnamento all’Istituto Selvatico formando, nel corso degli anni, un’intera generazione di maestri orafi, tra i quali eccellono gli allievi Francesco Pinton e Giampaolo Babetto.
L’oggetto di oreficeria, come ogni altro elaborato dell’uomo, non può scaturire da una mera esecuzione come atto consueto, non può essere passivamente riprodotto sulla base di schemi precostituiti, come comunemente succede. MARIO PINTON

- FRANCESCO PAVAN (1937). Vive e lavora a Padova.
Ha studiato all’ Istituto Statale d’Arte Pietro Selvatico a Padova, allievo del maestro Mario Pinton.
Le sue opere si trovano in importanti collezioni private e pubbliche come lo Schmuckmuseum a Pforzheim, il Musèe des Arts Decoratifs a Parigi e il Museum of Fine Arts di Houston. Numerose le partecipazioni a mostre collettive tra cui ricordiamo la presenza nel 1964 e nel 1966 alla XXXII e alla XXXIII edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nella sezione delle Arti Decorative.
La mia ricerca, il mio progetto, sta nel costruire il gioiello fino ad arrivare alla forma. FRANCESCO PAVAN

- GIAMPAOLO BABETTO (1947) - Vive e lavora ad Arquà Petrarca (Pd).
Ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte Pietro Selvatico di Padova seguendo prima l’indirizzo di architettura e poi quello di arte dei metalli con il maestro Mario Pinton.
Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private quali lo Schmuckmuseum a Pforzheim, il Musèe des Arts Decoratifs a Parigi, il Victoria and Albert Museum di Londra, e numerose altre in tutto il mondo. La sua carriera è caratterizzata da una florida attività espositiva sia in gallerie private di fama internazionale che in Musei pubblici tra cui lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1977), la Peggy Guggenheim Collection a Venezia (1995), il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze (2007) e il Museo MAXXI a Roma (2017).
Certamente i gioielli che realizzo sono chiari nella loro forma. Spero però che si possa riconoscere che possiedono un’interiorità e un’esteriorità. Cerco comunque di trasmettere loro una vita interiore, di instillare loro, per così dire, un’anima. GIAMPAOLO BABETTO

Rigore e libertà.
All’origine del gioiello contemporaneo italiano
Mario Pinton / Francesco Pavan / Giampaolo Babetto
a cura di Marco Bazzini
Fondazione Marino Marini
26 ottobre 2018 – 24 marzo 2019
Inaugurazione venerdì 26 ottobre 2018, ore 18.30
Pistoia – Corso Silvano Fedi 30

INGRESSO LIBERO
Orari di apertura: dal martedì al sabato ore 11-18, domenica ore 14.30-19.30, lunedì chiuso
Info: tel 0573 30285 – fmarini.eventi@gmail.com – www.fondazionemarinomarini.it

 

Fonte: Ufficio Stampa FONDAZIONE MUSEO MARINO MARINI

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