Proroga a Acque Spa, Bartoli e Fattori protestano: interrogazione di FabricaComune a Empoli
“La proroga di ulteriori 5 anni della concessione all’attuale gestore è stata fatta in silenzio, senza informare Consigli Comunali e cittadini. Così una cospicua parte di risorse dei nostri cittadini, drenate attraverso tariffe tra le più alte d’Italia, continueranno ancora a lungo ad andare nelle casse di ACEA”, dicono FabricaComune per la Sinistra, che ha presentato un’ interrogazione al prossimo Consiglio Comunale di Empoli e Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra in Consiglio regionale, che ha presentato una proposta di legge per la ripubblicizzazione del servizio idrico in discussione in queste settimane al Palazzo del Pegaso.
“Altro che ripubblicizzazione - afferma Tommaso Fattori, che proprio sabato scorso ha presentato in un convegno pubblico in Regione la sua proposta di legge regionale per la ripubblicizzazione dell’acqua - il PD ha due facce: da un parte assicura di voler cacciare i privati dalla gestione dell’acqua e dall’altra decide di prorogare le attuali concessioni in diversi territori tra cui l’empolese, allungando oltre ogni misura la permanenza del privato”.
“Senza che né i cittadini né i consigli comunali siano stati informati - dice Dusca Bartoli Capogruppo di FabricaComune per la sinistra nel Consiglio Comunale di Empoli - nel giugno scorso, il Consiglio Direttivo dell’Autorità Idrica Toscana (AIT) ha deliberato, su proposta della Conferenza Territoriale 2, cioè dei nostri sindaci, di accogliere la richiesta di Acque SpA di proroga della concessione dal 2026 al 2031. Il tutto sarà ratificato dall’assemblea di AIT il 26 ottobre. A noi sembra una cosa molto grave che decisioni così si prendano praticamente in segreto”.
Dice Fattori: “sono già tre i territori toscani che hanno prorogato le attuali concessioni alle Spa dell’acqua. Così pochi privati, fra cui il palazzinaro Caltagirone, le banche o la multinazionale Suez, fanno profitti gestendo un bene di tutti. Attraverso la privatizzazione si consegnata la gestione dell’acqua a Spa miste dove i privati hanno quote di partecipazione che sfiorano il 50% e nelle quali nominano l’amministratore delegato, tenendo così in mano anche la ‘governance’ della società”.
“La concessione ad Acque SpA – dice Bartoli - era già stata prorogata dal 2021 al 2026 nel 2015 ed anche allora ci furono molte polemiche sulla decisione. Adesso mentre da un lato si fa credere di avere l’intenzione di ripubblicizzare, dall’altro, nel silenzio più assoluto, si allungano ancora i tempi, concedendo ancora più di un decennio di guadagni sulla nostra acqua al socio privato. E lo si fa a distanza di molti anni dalla scadenza delle concessioni, ipotecando il nostro futuro.”
“Ricordiamo che Acque SpA applica tariffe tra le più alte d’Italia, che a quanto pare continueranno ad aumentare, a fronte di un servizio che continua a presentare grosse criticità. L’Azienda produce rilevanti utili (abbiamo chiesto dettagli, ma dal 2008 al 2017 per es. gli utili sono stati oltre 120 milioni di euro) che, come dice persino Nardella, pagano gli empolesi e riscuotono a Roma. E la qualità del servizio non è certo ottimale come si potrebbe pensare considerando il suo costo. Le perdite si aggirano ancora tra il 38% ed il 40% dell’acqua immessa in rete. Uno spreco inaccettabile che del resto ognuno di noi può constatare direttamente: le perdite d’acqua visibili sono numerosissime. L’attività di depurazione è carente tanto che – solo per rimanere nel circondario - tre comuni (Montaione, Montespertoli e Cerreto Guidi) sono in procedura di infrazione europea per il non corretto trattamento degli scarichi. Abbiamo chiesto qual è il tasso di sostituzione delle condotte per capire meglio. Ma degli investimenti si riesce a capire poco. Abbiamo più volte chiesto un dettaglio che ci faccia capire cosa si fa in concreto e dove, ma non si riesce ad ottenerlo. Solo cifre ed indicazioni generiche, cosa si fa davvero non è chiaro e poi però i risultati son quelli che dicevamo. Certo è che tanti investimenti si trascinano da un piano di ambito al successivo e la necessità del loro finanziamento poi giustifica le richieste di allungamento delle concessioni per poter spalmare gli oneri su tempi più lunghi e gravare meno sulle tariffe. Un gatto che si morde la coda ed un sistema che costa molto caro agli empolesi ed agli altri cittadini, che produce profitti sicuri ed elevati, fatti su un bene indispensabile per la vita, che la maggioranza assoluta degli italiani – ricordiamolo – ha deciso, col referendum del 2011, debba essere gestito nella logica esclusiva del servizio pubblico”, conclude Dusca Bartoli.
Fonte: Ufficio Stampa