Progetto Eva, 4 ambulatori in rosa per gli effetti collaterali delle cure oncologiche
Dal tumore al seno si guarisce sempre di più. Ma per le donne operate al seno emergono nuovi problemi relativi agli effetti collaterali delle cure oncologiche. Per questo è nato il progetto Eva, messo a punto e finanziato dall'associazione Corri la vita onlus, in collaborazione con Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori, sezione di Firenze), con il sostegno della Regione Toscana e il patrocinio della Camera di Commercio di Firenze. Obiettivo del progetto Eva, sostenere le donne malate di tumore rispetto alle problematiche legate alle conseguenze delle terapie.
Il progetto Eva è stata presentato stamani nel corso di una conferenza stampa dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, assieme a Bona Frescobaldi, presidente di Corri la vita onlus, e al dottor Angelo Di Leo, coordinatore del progetto Eva.
"I tassi di guarigione da tumore al seno sono in aumento grazie ad una maggiore precocità della diagnosi ed a cure sempre più efficaci- spiega Angelo Di Leo, del Comitato Scientifico di Corri la vita e oncologo ricercatore di fama internazionale per la cura dei tumori al seno -, ma nuovi problemi emergono, legati essenzialmente all'induzione di effetti collaterali provocati dalle cure oncologiche e a nuove conoscenze di genetica medica".
"In Toscana l'adesione allo screening mammografico è molto alta. E grazie agli screening, che consentono di individuare il tumore al seno in una fase sempre più precoce, e alle terapie sempre più avanzate ed efficaci, le donne che hanno questa patologia guariscono con sempre maggiore frequenza - commenta l'assessore Stefania Saccardi - Questo progetto di Corri la vita, che si integra con i servizi offerti dalle nostre strutture pubbliche, vuole sostenere e assistere le donne per tutti quei problemi legati alle cure. Un grazie a Corri la vita e alla Lilt per aver ideato questo progetto, che va ad affiancarsi ai tradizionali servizi oncologici diffusi capillarmente su tutto il territorio della Toscana".
"La nostra è una scelta coerente con la nostra missione, che ci vede in prima fila per aiutare le donne che combattono contro il tumore, ma in modo estremamente collaborativo e aperto nei confronti di tutta la comunità - dice Bona Frescobaldi, presidente dell'associazione Corri la vita - Le nostre azioni vogliono sempre avere una valenza molteplice: innanzitutto l'aiuto pratico verso chi ha bisogno, ma senza prescindere dal coinvolgimento di tutti i cittadini. La partecipazione attiva alla soluzione dei problemi è, a nostro avviso, un modo di cementificare il tessuto sociale, includendo chi sta combattendo per la propria salute nella vita quotidiana di tutti, senza confinare i malati, ma anzi rendendoli parte attiva della nostra vita".
Il progetto, in questa prima fase di durata triennale, prevede ambulatori che saranno complementari ai servizi dell'azienda sanitaria Toscana centro e saranno disponibili gratuitamente nei centri di senologia di Firenze (ospedale S. Maria Annunziata a Ponte a Niccheri), Prato (ospedale Santo Stefano), Empoli (ospedale San Giuseppe) e Pistoia (ospedale San Jacopo). La Aou di Careggi collabora come Centro di riferimento per la fertilità. Le donne, guidate dal medico che le ha in cura, potranno essere assistite da specialisti dedicati, ricevendo in tempi rapidi l'assistenza necessaria e soprattutto mirata alle singole necessità.
Quattro le tematiche individuate come più sentite e importanti, sulle quali convergeranno i servizi ambulatoriali:
Definizione del rischio genetico: riguarda la definizione delle cure migliori per ogni singola paziente ma anche per eventuali provvedimenti per consanguinei considerati a rischio.
Preservazione della fertilità: molto importante soprattutto per le giovani pazienti che si preoccupano ragionevolmente che i trattamenti oncologici possano precludere loro la possibilità di future gravidanze.
Trattamento dell'osteoporosi: anche l'osteoporosi indotta dalle terapie richiede una presa in carico dedicata e specialistica: sono numerose oggi le opzioni terapeutiche per il suo trattamento, pertanto è importante valutare ogni singolo caso e definire una strategia su misura.
Sintomi da menopausa: stesso discorso per la menopausa iatrogena, i cui sintomi possono impattare negativamente sulla qualità di vita della paziente e come tali richiedono di essere affrontati in modo specifico.
Nella Asl Toscana centro si registrano ogni anno circa 1.800 nuovi casi di tumore al seno, ed è ipotizzabile che almeno il 50% di questi casi possa necessitare di almeno uno dei servizi ambulatoriali del progetto Eva.
"L'iniziativa di Corri la vita - dicono i responsabili dell'associazione - è un primo passo per il 2018/2019, uno stimolo che donatori provati, cittadini, istituzioni devono, per i prossimi anni, raccogliere per rendere questo impegno reale e continuativo attraverso la raccolta annuale di 180.000 euro. L'associazione ha tracciato il percorso da seguire in collaborazione con gli specialisti e ha individuato la soluzione. Sta ora alla coscienza di ciascuno sostenere il progetto con serietà e generosità".
I dati del Registro Tumori della Regione Toscana
Nel 2018 sono attesi quasi 3.500 nuovi casi di tumore al seno. Il tumore della mammella rappresenta circa il 30% di tutte le diagnosi oncologiche nel sesso femminile e rappresenta circa il 40% di tutte le diagnosi nel sesso femminile prima dei 50 anni di età. Il rischio di sviluppare un tumore della mammella, nell'arco della vita (fino a 84 anni), è estremamente alto: riguarda infatti, in teoria, 1 donna su 8. Ogni anni circa 150-200 donne (pari al 5% del totale) sono diagnosticate in stadio metastatico. L'incidenza del tumore della mammella in Toscana appare stabile mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-1% per anno). In Toscana complessivamente la sopravvivenza a 5 anni del tumore della mammella è pari all'88%, superiore alla media Europea (82%) e a quanto osservato in quasi tutte le altre regioni Italiane. Nella nostra regione vivono circa 48.000 donne che hanno affrontato nel corso della loro vita una diagnosi di tumore della mammella.
Lo screening mammografico
Lo screening mammografico si è dimostrato efficace nel ridurre la mortalità per il tumore alla mammella del 20-30% nelle donne di età superiore a 50 anni. Nel 2017 sono state invitate per lo screening mammografico il 95% della popolazione target e hanno aderito 163.316 donne, pari al 71% delle donne, con valori elevati rispetto alla media italiana. Nel 2017 le donne di età compresa tra i 45 e i 74 anni che hanno fatto una mammografia su invito del programma di screening sono state oltre 50.000.
I servizi della Regione Toscana
La Rete oncologica regionale è molto avanzata e ha ricevuto un ulteriore input e una istituzionalizzazione riconosciuta con la nascita di Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica), che ha riassorbito in un'unica realtà le funzioni e le competenze di Ispo e dell'ex ITT (Istituto Toscano Tumori).
Oltre ai tradizionali servizi oncologici per il tumore al seno, diffusi capillarmente sul territorio, la Regione ha concretizzato e reso disponibili: i Centri di senologia (Breast Unit) presenti in tutte le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie; gli Aiuto Point (dove Aiuto sta per Assistenza informazione urgenze nel trattamento oncologico), ai quali possono rivolgersi tutti i pazienti già seguiti da una struttura oncologica, senza più bisogno di rivolgersi al Cup; il Centro di ascolto oncologico, per offrire ascolto e supporto al paziente oncologico e alle persone che gli stanno vicino.
Fonte: Regione Toscana