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Debiti e usura, anche la Toscana ne è affetta: 615mila persone a rischio povertà

“Non stiamo parlando di un tema astratto, la crisi ha morso anche in Toscana”. Gianni Anselmi, presidente della commissione sviluppo economico, ha aperto i lavori di presentazione della ricerca commissionata a Irpet “Il fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento in Toscana”, nel pomeriggio di oggi, 15 ottobre, nella sala delle Feste di palazzo Bastogi.
“Famiglie e imprese sono state colpite” conferma Anselmi, che indica l’aumento del rischio povertà in Toscana riferendosi ai numeri che emergono dalla ricerca: “Tra il 2008, anno della crisi, e il 2016, la percentuale degli individui che sperimentano gravi forme di disagio è passato da poco meno del 4 al 7 per cento”. L’incremento delle situazioni di disagio sociale – “con famiglie che non sono ancora oltre la soglia di povertà, ma a rischio di toccarla, e anche con l’incremento di famiglie in povertà ufficiale secondo i dati Istat” – conferma una situazione che richiede “strumenti di intervento ancora più capillari e in grado di assicurare non solo assistenza, ma anche un circuito di economia attiva”.

“Povertà e situazioni di disagio non devono indurre a marginalità e a esclusione” afferma ancora Anselmi, che ricorda la presentazione, avvenuta pochi giorni fa da parte dell’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi, del “Piano di intervento sulla povertà, con risorse ingenti stanziate, 120 milioni di euro nel triennio 2018-2020, orientato su interventi di varia natura”, nel quadro degli “indirizzi di attuazione del reddito di esclusione”. La Toscana dovrà essere “teatro speciale” per gli strumenti di politiche integrate, che vanno oltre il sostegno al reddito. C’è bisogno di politiche sostenibili “per la crescita”, cominciando dalla necessità di qualificare l’occupazione. “Bisogna mettere in campo politiche di intervento senza diminuire quelle per la crescita – ripete – ricordando l’importanza di sviluppo, occupazione, formazione professionale, lavoro, occupabilità: “le persone devono rimanere al centro della nostra azione”.

Dentro questa lettura c’è tutta l’importanza dell’incontro di oggi - per cui Anselmi ringrazia in particolare la vice presidente Ilaria Bugetti, ma anche tutte le strutture della seconda Commissione consiliare che hanno lavorato per la riuscita - . Un momento di riflessione con cui il Consiglio regionale, muovendo dagli strumenti normativi in campo, cerca di dare risposte alle criticità attraverso “una maggiore diffusione e consapevolezza”, ma anche creando un punto di scambio dove far incontrare i soggetti coinvolti e chiamati in causa dalla stessa normativa.
Nel parterre di interventi il direttore di Irpet Stefano Casini Benvenuti, cui è affidata proprio la presentazione della ricerca che mette a fuoco, ricorda ancora Anselmi, la necessità di diffondere la conoscenza di strumenti e procedure che famiglie e imprese hanno a disposizione per confrontarsi su questo particolare fenomeno. Serve promuovere una “reticolarità di scambio di informazioni e di linee di indirizzo tra le varie istituzioni e i soggetti che sono coinvolti”.

La ricerca

“Il fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento in Toscana” è un’indagine condotta dall’Irpet, per conto della commissione regionale Sviluppo economico.
Il lavoro ha l’obiettivo di offrire un quadro d’insieme del sovraindebitamento in Toscana: un fenomeno complesso, difficilmente quantificabile e identificabile e che spesso rappresenta l’anticamera del ricorso al mercato illecito dell’usura.
La ricerca evidenzia che negli ultimi anni, complice la crisi economica e una cultura consumistica, il numero dei soggetti sovraindebitati è aumentato in modo esponenziale. La crisi economica ha influito notevolmente sui redditi e sui risparmi delle famiglie, determinando un’importante diminuzione del potere d’acquisto degli individui. Questo ha contribuito ad aumentare il ricorso a forme di finanziamento esterno per garantire un livello di consumo altrimenti non sostenibile. Il fenomeno è in larga parte sommerso e si diffonde in silenzio, spesso emergendo all’attenzione pubblica solo dinanzi a un fatto di cronaca o a un’inchiesta giornalistica.
Tutto questo, in un quadro in cui la percentuale di individui a rischio di povertà o esclusione sociale è passata in Toscana dal 15,2% del 2008 al 16,9% del 2016.

In Toscana ci sono oggi 615mila individui che vivono in una condizione di vulnerabilità perché a rischio di povertà o esclusione sociale, 44mila in più rispetto al 2008. Tra i tre sottoindicatori sulla base dei quali Irpet ha calcolato il rischio di povertà o esclusione sociale quello che presenta maggiori criticità è il grado di deprivazione materiale severa, che misura la quota di individui che vivono in famiglie che sperimentano varie forme di disagio, come, ad esempio, il non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione, l’avere arretrati nel pagamento del mutuo, dell’affitto, delle bollette o di altri debiti o il non poter sostenere spese impreviste.
Nel 2008 solo il 3,9% degli individui sperimentava queste forme gravi di disagio, mentre nel 2016 è in severa deprivazione materiale il 7% della popolazione toscana.
La quota di famiglie in povertà assoluta è cresciuta dal 2,0% al 3,2% tra il 2008 e il 2015. Nel 2015 erano povere in senso assoluto in Toscana 53mila famiglie e 120mila individui: 21mila nuclei familiari e 54mila soggetti in più di quelli rilevati ad inizio della crisi. L’impoverimento che ha caratterizzato le famiglie toscane ha tuttavia colpito in modo diverso gli individui e le famiglie. L’asimmetria degli effetti provocati dalla recessione attraversa prevalentemente due dimensioni, fra loro intrecciate: l’età e la posizione attiva o inattiva rispetto al lavoro. Sono i giovani, rispetto agli anziani, e i lavoratori, rispetto ai pensionati, infatti coloro che hanno sperimentato in questi anni una maggiore probabilità di diventare poveri. Le uniche categorie per le quali l’incidenza della povertà assoluta non è aumentata dopo la crisi sono gli over-65 e i pensionati.

La ricerca dunque, dopo un’attenta analisi del contesto socio economico toscano, del quadro normativo in materia e dei soggetti coinvolti (i ‘sovraindebitati’, i creditori e i soggetti intermedi deputati a offrire assistenza e tutela) e delle principali criticità del fenomeno, propone soluzioni e spazi di intervento. Tra le proposte la costituzione di un tavolo regionale di coordinamento già previsto dalla legge regionale n. 86/2009, l’elaborazione di linee guida volte a uniformare gli approcci degli organismi di composizione della crisi quantomeno sul territorio regionale, con una conseguente riduzione dei costi complessivi della procedura, e, infine, la creazione di una rete, che coinvolga, oltre agli organismi di composizione della crisi, tutti gli operatori sul territorio potenzialmente implicati nelle procedure di gestione della crisi da sovraindebitamento: da coloro i quali sono a diretto contatto con il cittadino, come le misericordie o i servizi sociali comunali, ai possibili fideiussori del sovra indebitato, quali, ad oggi, la Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura. La Regione Toscana potrebbe in questo senso svolgere un fondamentale ruolo di regia, così come previsto dalla legge regionale n. 86/2009. (a cura dell’Ufficio Stampa, 15 ottobre 2018)

Giani: "I dati Irpet ci fanno capire la Toscana”

“Cinquantatremila famiglie e 120 mila individui in povertà assoluta ci fanno capire che la Toscana, in realtà, un problema con questo fenomeno ce l’ha”. Il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, interviene al convegno di presentazione dello studio Irpet richiesto dalla Commissione sviluppo economico, “Il fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento in Toscana”.

La ricerca Irpet, dice, mette in evidenza cifre che costringono tutti “ad avere maggiore consapevolezza” e l’appuntamento in corso in palazzo Bastogi è “significativo e importante”, specialmente in “un periodo come questo, in cui conosciamo quail sono le difficoltà di accesso al credito e i problemi di tante piccole e medie imprese che hanno risentito della crisi da un punto di vista economico. Il rischio dell'usura è qualcosa di molto pericoloso in Toscana".

Qualcosa che appare dunque legato alla crisi, alla particolare struttura produttiva della nostra regione, ma anche al venire meno, sul territorio, del “credito di prossimità”. “Avevamo un sistema bancario che si fondava sulla presenza degli sportelli sul territorio, in un rapporto diretto, di conoscenza”. Giani fa la fotografia delle trasformazioni e degli assetti bancari in Toscana, sull’onda delle crisi, ma anche per effetto delle recenti normative: “L’accesso al credito per le nostre piccole e medie imprese diventa difficile, dovendo passare da un sistema nazionale”.

La stessa Firenze, il capoluogo, mostra come oramai anche la grande manifattura sia venuta meno, siamo in un sistema di piccole e medie imprese e del commercio. La legge del 1996, la 108, ha dato alcuni strumenti, come il fondo di assistenza alle famiglie; la recente legge delega (2017) ha integrato quelle disposizioni. “La Regione in questo quadro è importante” dice il presidente, che annuncia la volontà, condivisa anche con altri consiglieri, di intervenire sulla legge regionale, rendendo più incisiva, con più risorse, l’attività di informazione e dei punti di riferimento ai quali, nel più assoluto anonimato, possano rivolgersi

Bugetti: "Lavoriamo con la Giunta al tavolo di coordinamento"

“Serve informare i cittadini e formare tutti gli operatori, quindi creare un tavolo di coordinamento: è già previsto dalla normativa regionale, che però non è applicata nella sua totalità. La Regione deve coordinare questo tavolo”. Ilaria Bugetti, vicepresidente segretario della commissione sviluppo economico, tira le fila a conclusione dell’appuntamento che oggi, 15 ottobre, in sala delle Feste, ha portato esperti, politica e istituzioni a confrontarsi sul fenomeno dell’usura e del sovraindebitamento.
Alla base dell’approfondimento della ricerca commissionata a Irpet (Il fenomeno dell’usura e del sovrindebitamento in Toscana) c’è - dichiara la consigliera - “la situazione che ci preoccupa e che ci ha spinto a ricostruire un quadro regionale degli strumenti a disposizione, per lavorare e per stare più vicino possibile a chi è in difficoltà”. I numeri, ricorda la consigliera, sono pesanti: “Oltre 50 mila famiglie cadute nella soglia di povertà in questi anni”.

Da una parte, dunque, si sono incrociati la nostra legge regionale - la legge n.86/2009, che detta strumenti di prevenzione dell’usura e di educazione all’uso consapevole del denaro - e dall’altra la legge nazionale, la cosiddetta “legge antisuicidi” (legge n.3/2012), che ha costituito gli Organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento. “Si tratta di organismi che sono presso i Comuni e presso gli Ordini professionali” e che prestano un’attività che è “quasi un servizio pubblico per i sovra indebitati”, visti anche i costi contenuti. Però, continua Bugetti, bisogna “far conoscere di più e meglio” questi strumenti, anche per quanto riguarda “la rete di sostegno per persone vittime di usura” individuata dalla legge regionale. “Si tratta di un’attività che è svolta a macchia di leopardo – spiega la consigliera – presso alcune associazioni di volontariato, come le Misericordie, ma che ha bisogno di essere seguita e coordinata”.
La situazione complessiva desta preoccupazione: “Spesso i finanziamenti vengono chiesti a usurai in giacca e cravatta” denuncia la consigliera, che invoca “un lavoro complesso che metta insieme i due problemi: informare tutti i cittadini, e informare tutti gli operatori, dai professionisti ai magistrati”. “La nostra richiesta forte alla Giunta – continua Bugetti – è di costituire un tavolo di coordinamento che prenda in mano la problematica, perché i numeri regionali ci dicono che non si può più aspettare”, partendo dalla constatazione che comunque “la legge 86/2009 non ha funzionato come avrebbe dovuto”, e invece “deve funzionare”.
Il “ringraziamento fortissimo a Irpet” nasce anche dal fatto che la ricerca svolta “è davvero un lavoro eccelso, con una mappatura pressoché completa della materia e dei dati riferiti alla Toscana”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana

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