Bonafé prima donna segretario del PD Toscana: l'analisi del voto
Una sfida iniziata con il candidato forte (Simona Bonafè) e quello debole (Valerio Fabiani, ‘reo’ di non essere un volto noto del Partito a livello regionale), ma che ha impresso una svolta in piccolo per il Partito Democratico (qui il risultato e la cronaca della giornata).
Nelle ex roccaforti rosse, come Pisa, la voglia di cambiamento dopo la reggenza renziana si è fatta sentire anche se non ha permesso il sorpasso di Fabiani: la maggioranza per Bonafè è stata risicata. Dal canto suo, il nuovo segretario, prima donna in Toscana, ha potuto battere Fabiani in casa sua, in Val di Cornia e nel Livornese. Nel collegio fiorentino di Rifredi, ha convinto la ‘svolta a sinistra’ del giovane concorrente Fabiani, così come a Montaione nell’Empolese Valdelsa, unico degli 11 comuni del circondario ad andare contro la tendenza generale.
Ci sono stati poi percentuali bulgare per la candidata prediletta da Renzi e dai vertici del partito, come a Cerreto Guidi dove è passata con oltre l’85%. Al di là delle preferenze, le circa 45mila persone che sono andate in un seggio Pd durante una giornata di sole di un ottobre ancora troppo estivo sono un buon segnale per una elezione che non aveva dalla sua anche la scelta del candidato nazionale (a proposito, ricorrente è la domanda sul congresso per il successore di Martina, ma non ci sono ancora accordi in vista, nonostante le Europee siano alle porte).
Il centrosinistra in Toscana fa quel che può, attivando la macchina rodata dei volontari e dei circoli per riportare alla partecipazione dopo la batosta delle Politiche. In molti comuni è la difficile ripartenza dopo aver perso la guida (Siena, Massa, Pisa, oltre alle già battute Pistoia, Livorno, Carrara). Di sicuro non basterà l’elezione del segretario regionale per ridare fiducia agli elettori, ma è comunque una ripartenza.
Elia Billero