gonews.it

Aborto, Alberti (Lega): "Non può essere contraccettivo, fallimento delle politiche sanitarie"

 

I dati dell’ARS evidenziano una falla culturale sia tra le donne straniere, che hanno fatto ricorso all’Ivg più di una volta negli anni, che nella fascia delle adolescenti: “Invece di attaccare i ginecologi obiettori di coscienza che lavorano negli ospedali toscani, un esame di coscienza se lo dovrebbe fare chi ha governato la Regione in tutti questi anni”

“Le statistiche diffuse dall’Agenzia regionale della Sanità sono allarmanti – commenta Jacopo Alberti – non entro nel merito delle scelte personali, ma leggere i dati sulle interruzioni di gravidanza non può che preoccupare. E’ una delusione e un fallimento culturale. In primis per quel che riguarda l’integrazione, tanto cara alla sinistra, visto che il numero di IVG ripetute è significativamente più alto tra le straniere che tra le toscane. E’ un segnale, vuol dire che ci sono fasce di popolazione che non sono state raggiunte in tutti questi anni da una corretta informazione. Non si può umanamente permettere che l’Ivg sia utilizzata come contraccettivo, chi vi ricorre più di una volta mostra una lacuna nelle politiche socio-sanitarie della Regione. E non è un caso che tra le straniere il fenomeno delle Ivg ripetute interessi in particolare alcune etnie: il 56,6% delle donne che vi ricorrono è cinese, infatti l’ospedale toscano dove il numero di aborti delle straniere è maggiore di quelle italiane, è quello di Prato. Ma anche il 49,0% delle peruviane, il 48,9% delle rumene e il 48,6% delle moldave che hanno effettuato una IVG nel triennio 2015-2017 in Toscana avevano vissuto questa esperienza almeno una volta. Non è tollerabile, soprattutto perché una corretta informazione, capillare e con le dovute mediazioni culturali, potrebbe far calare il numero delle Ivg, nel rispetto delle donne stesse”.

“Inoltre, mi rammarica constatare il numero di interruzioni volontarie di gravidanza tra le ragazze minorenni – prosegue il consigliere regionale – che, nonostante sia in calo, è purtroppo anche questo un segnale triste, che viene oltretutto dalle generazioni più giovani. Decidere di interrompere una gravidanza e affrontare un intervento o anche ricorrere alla pillola abortiva, non dovrebbe essere una preoccupazione da adolescenti. Questi dati portano alla luce una grave falla nel nostro sistema socio-sanitario e assistenziale: è evidente che ci sono fasce più deboli che non vengono raggiunte dai metodi fino a ora utilizzati, che devono essere ripensati. Invece di attaccare i ginecologi obiettori di coscienza che lavorano negli ospedali toscani, un esame di coscienza se lo dovrebbe fare chi ha governato la Regione in tutti questi anni”.

Fonte: Ufficio stampa

Exit mobile version