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Stadio inagibile, il Comune: "Problemi nascosti da anni sotto il tappeto"

La delicata situazione in cui versa lo Stadio comunale, dichiarato inagibile lo scorso 19 settembre, è il risultato di una gestione pluriennale votata all’aggiramento delle normative. E’ l’opera di una politica incapace di affrontare e risolvere i problemi ma abilissima nel nasconderli sotto il tappeto, a suon di deroghe, incurante della sicurezza a tutela dei cittadini. Mentre le opere di adeguamento all’interno dell’impianto proseguono e l’amministrazione comunale lavora senza sosta per riaprire il prima possibile agli appassionati i cancelli dell’impianto, l’esame delle carte sugli ultimi 13 anni di vita e gestione dello Stadio lascia emergere un quadro a dir poco sconfortante.

Questi documenti dimostrano che nel 2013, con una lunga lista di difformità alla normativa e uno stadio aperto al pubblico in deroga ormai dal 2005, l’amministrazione si fece garante di un’operazione per cui la società di allora, la Carrarese Calcio srl, si accollò un mutuo da 1 milione di euro per il restyling del manto erboso. Nonostante un importo decisamente cospicuo, nemmeno un centesimo fu speso per gli adeguamenti necessari alla sicurezza, salvo poi attraverso una delibera di giunta (la 169 del 04/04/2014) approvare la modifica richiesta dalla Carrarese Calcio all’articolo 3 della convenzione, stabilendo che quel debito sarebbe stato ripagato dai cittadini. Non sorprende dunque che chi sostenne allora una politica fatta di tali escamotage, oggi attacchi un’amministrazione che privilegia la sicurezza e il rispetto della norma. Se invece di fare ricorso a queste scorciatoie, chi ha amministrato la città per decenni avesse affrontato davvero i problemi, oggi lo stadio sarebbe agibile e cittadini non si sarebbero dovuti accollare un debito di 1 milione di euro.

Scorrendo a ritroso la storia dello Stadio attraverso le carte si capisce perché, come ha detto il sindaco Francesco De Pasquale, l’apertura in deroga dell’impianto dopo il verbale di inagibilità del 19 settembre, avrebbe sicuramente fatto scattare i sigilli da parte della magistratura. Gli atti più recenti sono quelli del 2015: il parere favorevole della Commissione di Pubblico Spettacolo e il rilascio del Certificato Prevenzione Incendi. Su questi documenti si è basata l’azione dell’amministrazione e la programmazione degli interventi, a iniziare dallo stanziamento di 200mila euro per la realizzazione dei varchi. L’esecuzione di quest’opera, l’unica rilevata dai documenti ufficiali recepiti dagli uffici comunali dall’insediamento dell’attuale amministrazione, da sola non sarebbe servita a scongiurare il provvedimento di inagibilità. E questo perché andando ad aprire gli archivi del Comune si scopre che prima dell’agibilità del 2015 (rilasciata con la richiesta di alcune prescrizioni di lieve entità) lo Stadio è sempre stato aperto in deroga. Dal 2005 al 2015, dunque per 10 anni, sono state deliberatamente aggirate le norme di legge, anche negli aspetti più direttamente collegati alla sicurezza degli spettatori. L’elenco delle difformità rilevate nel 2005, fino a questi giorni sapientemente sepolte nei cassetti di qualche ufficio, è infatti paragonabile per entità e contenuti a quello dell’ultima commissione di Pubblico Spettacolo. Nei 10 anni successivi al verbale del 2005 sono stati effettuate sì alcune opere sull’impianto (divisione dei settori e installazione dei cancelli, ad esempio), ma non tali da sanare la lunga lista di difformità segnalate all’epoca. Lo dimostra il numero elevato di deroghe che si sono susseguite praticamente con cadenza annuale fino al 2015 per permettere l’apertura al pubblico dell’impianto.

A parte la breve parentesi tra il 2015 e il 2018, lo Stadio Comunale è stato sempre inagibile. L’unico intervento importante, soprattutto in termini economici, è stato quello per il rifacimento del manto, con la stesura di una copertura in sintetico di ultima generazione. Un restyling da 1 milione di euro realizzato dalla società su un progetto che ottenne a giugno 2013 il via libera dell’amministrazione, con tanto di delibera di giunta (la numero 275 del 1 giugno 2013). Questo conferma che chi governava la città all’epoca, pur avendo uno stadio aperto in deroga da 8 anni, preferì un bel maquillage alla realizzazione di opere a tutela della sicurezza dei cittadini. E queste scelte politiche, scellerate, alla fine chiedono il conto.

Fonte: Comune di Carrara - Ufficio Stampa

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