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Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards a Firenze

 

Dal 18 al 21 ottobre il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards sarà di nuovo a Firenze, con un fine settimana intenso.

L’anno scorso il Teatro della Toscana ha accolto il Focused Research Team in Art as Vehicle; quest’anno sarà la volta dell’Open Program, che offrirà un panorama delle sue diverse attività, con un Seminario libero di canto, due spettacoli (Le parole nascoste e Le storie di Katie), e un Incontro cantato.

Si inizia giovedì 18 con il Seminario libero di canto, che consiste di due sessioni (giovedì 18 dalle ore 19.30 alle ore 21.30 e sabato 20 dalle ore 17.00 alle ore 19.00) sul canto e sul cantare, gratuite e aperte a tutti, accoglienti e rilassate, in cui Mario Biagini e i suoi colleghi insegnano canti del loro repertorio, appartenenti alla tradizione afro-americana e afro-ispanica.

Durante il Seminario i partecipanti sperimentano e praticano una possibilità di incontro attraverso il canto e alcuni passi di danza, imparando elementi semplici e concreti, e modi intuitivamente comprensibili di abitare un luogo assieme ad altri in modo attivo e responsabile. I partecipanti ricevono i testi stampati dei canti, per un primo approccio.

Si può passare anche solo a dare un’occhiata, le porte sono aperte – arrivare dopo l’orario di inizio, andarsene prima della fine. Inoltre, non è necessario partecipare a entrambe le sessioni. Il Seminario dà a chiunque vi partecipi semplici e solidi strumenti per prendere parte in maniera più piena e lucida all’Incontro cantato di domenica 21. Venerdì 19 alle ore 21, il primo spettacolo in programma, con tutti e 9 gli attori dell’Open Program, Le parole nascoste (The Hidden Sayings): un piccolo gruppo di persone si incontra per interrogarsi sui propri miti, di fronte alla città.

Pronunciano parole tratte da testi della prima Cristianità, e le intrecciano con canti della tradizione afro-americana. Si interrogano su testi e canti, affrontandoli. Si domandano quale può essere per loro oggi il senso, l’urgenza, l'azione di questi canti e di questi testi che sono entrambi, sebbene in modi diversi, alle radici mitiche del mondo in cui vivono. Non arrivano a nessuna risposta che chiuda inevitabilmente la domanda.

Ma la domanda è concreta, non eludibile, si manifesta attraverso elementi semplici e tangibili: intenzione, azione, contatto, parola viva, canto, danza – e rimane come sospesa in aria. I canti liturgici della tradizione afro-americana la portano e l’amplificano con risonanze delicate, suggerendo vie di trasformazione e contatto.

E le parole della prima Cristianità (qui tradotte principalmente dal copto e provenienti dalla regione comprendente l’Egitto, il Medio Oriente e la Grecia), voci familiari e dimenticate, fanno da eco a questa domanda sospesa nel silenzio. Sabato 20 poi, alle ore 21, dopo la seconda sessione del Seminario Libero, ci sarà la prima assoluta di Katie’s Tales (Le storie di Katie), un monologo di e con Agnieszka Kazimierska, membro dell’Open Program da undici anni.

Lo spettacolo è diretto da Mario Biagini. È la storia di una donna e del suo innamorato, che dopo un fatto terribile è partito con la promessa di tornare, un giorno. Ed è la storia di un giardino, alberi di ciliegio. Sono tempi di attesa e tempi di divenire – tempi nuovi e selvaggi. Katie, accompagnata da una coppia di domestici stranieri, vive protetta dal suo giardino, all’ombra dei suoi ciliegi, testimoni silenziosi della sua vita e della Storia. Ogni giorno Katie riceve visitatori… Ogni momento potrebbe essere quello del ritorno di colui che è partito in viaggio, e Katie lotta, si tiene pronta.

Con le sue storie, Katie ci parla del desiderio e dell’attesa. Colei che aspetta è lei stessa in viaggio, si sposta lungo la strada della sua vita in fotogrammi vividi, pur non muovendosi dal suo giardino e da sotto i suoi ciliegi – una donna in piedi di fronte alla Storia, di fronte alle proprie luci e alle proprie ombre, all’incrocio tra passato e futuro. Il desiderio che Katie incarna ci invita a interrogarci sul luogo a cui apparteniamo, a porci delle domande sul ruolo della nostra coscienza, nel flusso assordante degli avvenimenti e nel turbine confuso dei desideri.

Infine, domenica 21, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, l’Open Program conclude il suo intervento autunnale a Firenze con un Incontro cantato – un invito a prendere parte a una festa fuori dall’ordinario, alla quale si può assistere con la propria presenza, o durante la quale ci si può unire al canto con il canto o con l’ascolto, e alla danza con la danza o con lo sguardo. È un evento libero e gratuito, aperto a tutti, senza alcuna limitazione (nota bene: per prendere parte all’Incontro cantato non è necessario aver preso parte al Seminario libero).

Si potrebbe considerare l’Incontro cantato come una forma d’arte dimenticata, che contempla la partecipazione fluida e attiva da parte di tutti i presenti. Guidato gentilmente da un nucleo di artisti preparati, l’Incontro cantato è uno spazio sicuro in cui sperimentare che cosa significhi prendersi cura individualmente di un agire condiviso. I partecipanti, ognuno con un retroterra differente, diventano consapevolmente co-creatori di un’opera d’arte che va oltre le diversità sociali o culturali, verso il riconoscimento reciproco. I canti nascono attorno e tra i partecipanti, e i ritmi e le melodie, assieme ai timbri, favoriscono il sorgere di un’attenzione diversa.

La risonanza abbraccia tutti i presenti, che costruiscono insieme la serata in modo attivo, ritrovandosi di fronte a semplici scelte non manipolate: essere testimoni, entrare nello spazio dove si svolge l’azione, seguire rimanendo da parte, cantare e danzare, trovare la propria maniera di essere presenti e sostenere gli altri. Ascoltare.

Il Seminario e l’Incontro cantato sono a entrata libera, basta presentarsi.

Per Le parole nascoste e Le storie di Katie si consiglia la prenotazione: reservations@theworkcenter.org.

Fonte: Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards

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