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Incendio Waste Recycling, CambiaMenti: "Riconsiderare scelta Tecnoambiente"

Nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27, tra le 23 e le 2, c'è stato un incendio di natura probabilmente accidentale all'impianto di trattamento dei rifiuti della Waste Recycling, situato nella zona industriale tra Castelfranco di Sotto e Santa Croce. L'incendio è avvenuto quando nessuno si trovava nelle vicinanze ed è stato prontamente domato: possibili conseguenze più gravi sono state quindi evitate, ma comunque, da un impianto che, così era stato a suo tempo assicurato, “non avrebbe avuto un impatto ambientale superiore a quello del forno di una pizzeria”, sono stati diffusi in tutto il Comprensorio, sulla sponda destra come su quella sinistra dell'Arno, fumi e maleodoranze.

L'episodio dovrebbe stimolare a una riflessione di natura più generale. A Ponte a Egola come nella zona di Fucecchio-Santa Croce-Castelfranco, l'intreccio tra la residenza e le attività produttive, di servizio e poi anche di depurazione, ha creato una forte presenza di punti di criticità ambientale all'interno di aree prevalentemente destinate alla residenza, e la situazione è stata solo in parte razionalizzata con gli interventi urbanistici degli ultimi quarant'anni. A tutto questo si è venuto ad aggiungere, in tempi più recenti, la presenza di vere e proprie attività imprenditoriali private di trattamento dei rifiuti, per ricavare un profitto dal loro trattamento.

Non c'è dubbio che, in una prospettiva di medio-lungo periodo, si dovrà puntare su una separazione molto più netta tra queste attività e le aree di residenza. Ma fin da ora è indispensabile seguire criteri ben più rigorosi di quelli che hanno prevalso nel recente passato:

1) Il calcolo degli impatti ambientali dovrà tenere conto della situazione comprensoriale e non di quella di ogni singolo comune. Come i fumi e gli odori della Waste Recycling riguardano anche chi abita sulla sinistra dell'Arno, così riguardano anche coloro che abitano sulla sponda destra scelte sconsiderate, come il via libera della Regione all'ampliamento, nella zona industriale di Ponte a Egola, di Tecnoambiente, che porterà la quantità dei rifiuti trattati e stoccati dalle attuali 3100 tonnellate (500 delle quali di rifiuti considerati come pericolosi), a circa 5500 complessive. E anche la vicenda dell'incendio alla W:R: dovrebbe stimolare un ripensamento e una riconsiderazione della scelta;

2) Una considerazione molto più seria va portata sul fenomeno dell'importazione di reflui e rifiuti, che, ove non siano funzionali al compimento dei cicli di depurazione, andranno drasticamente ridotti. Il rapporto territorio ed industria dovrà essere ripensato in un'ottica di sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale.

3) Questa situazione infine non consente di prorogare nemmeno di un giorno un'importante operazione di alleggerimento delle criticità ambientali inserite nelle nostre aree urbane, come l'allontanamento di M3 ex-ICLA dall'abitato di Ponte a Egola: allontanamento che lo stesso sindaco Gabbanini si era pubblicamente impegnato a considerare assolutamente ultimativo e non suscettibile di alcuna ulteriore proroga all'ormai imminente 30 Settembre 2018

Fonte: Comitato CambiaMenti

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