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Consiglio regionale della Toscana, sì al Def. Ok a legge sulle cave

Dopo il rinvio di ieri a causa dell'incendio sul Monte Serra, oggi - mercoledì 26 settembre - si tiene il Consiglio regionale. Dopo gli attestati di solidarietà alle popolazioni del Pisano, in aula si è dibattuto su temi molto importanti come il Def, documento di economia e finanza. Di seguito tutti i contributi.

Def, via libera al Documento di economia e finanza regionale 2019

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di delibera a maggioranza, con il voto contrario dei gruppi di opposizione.

Come ha spiegato il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), illustrando l’atto all’aula, con il Documento di economia e finanza regionale 2019 si avvia il nuovo ciclo di programmazione per il triennio 2019-2021. L’atto costituisce allo stesso tempo documento preliminare alla manovra di bilancio del 2019.

In un quadro caratterizzato dal permanere di un moderato ciclo espansivo, si accrescono gli elementi di instabilità e di incertezza. Il Pil regionale crescerà dell’uno per cento, cresceranno lievemente i tassi di interesse, a fronte di una politica della Banca centrale europea un po’ meno espansiva, rimarranno bassi gli investimenti, soprattutto pubblici, ma anche privati.

In questo quadro le risorse disponibili per i ventiquattro progetti regionali passano da 1 miliardo e mezzo del 2019, a  1 miliardo e 275 milioni nel  2020 ed infine a 1 miliardo 148 milioni nel 2021.

Le entrate tributarie sono sostanzialmente in linea con il periodo precedente, si registra invece un calo nei contributi per gli investimenti, soprattutto risorse vincolate statali.

L’indebitamento sarà contenuto in 1,9 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di contrarre nuovo debito nel limite delle quote di capitale di debito che verranno restituite.

La manovra 2019 registra una diminuzione complessiva della capacità di spesa di 265 milioni, di cui 195 milioni di tagli nelle risorse statali e 70 milioni endogeni al bilancio  regionale. Si scaricano per circa 109 milioni in minore finanziamento della spesa rigida e per 156 milioni nelle politiche discrezionali. L’ipotesi tecnica è di recuperare con strumenti di bilancio quei 70 milioni con vari artifici (operazioni sulle entrate, sui finanziamenti sanitari, anticipando la premialità nel trasporto pubblico locale). Restano non coperti 39 milioni di spese rigide e 156 milioni per le politiche discrezionali, totale 195 milioni, che saranno al centro della trattativa con il Governo.

“Le priorità regionali sono stabilite attraverso 24 progetti – ha detto Bugliani –. Due sono i temi su cui ci si concentra particolarmente: il tema dell’ambiente e il tema delle politiche del lavoro. Per quanto riguarda il primo si punta al contrasto e all’adattamento ai cambiamenti climatici e al buon utilizzo delle risorse, per il secondo si pensa a un’agenzia per l’impiego unica regionale con servizi territoriali, con l’obiettivo di garantire la massima efficacia e l’omogeneità dei servizi erogati”.

Gabriele Bianchi (M5S) ha sottolineato come “questo documento marchi una continuità programmatica e ideologica già espressa dalla maggioranza nei documenti passati, con progetti che erano stati elaborati per rispondere alla crisi. È sostanzialmente una macchina vecchia, con un motore usurato e senza carburante”. “Sarebbe necessario un nuovo approccio, senza conflitto – ha proseguito Bianchi – valutando se sia opportuno cambiare finalmente rotta. Se non si riparte dalle classi meno abbienti non riusciremo mai a lavorare per il bene di tutti. Per questo il reddito di cittadinanza potrebbe rappresentare una svolta decisiva anche in Toscana”.

“Il documento si iscrive in un quadro di programmazione di cui non condividiamo alcuni pilastri - ha detto Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) -: a partire da un gran numero di grandi opere inutili, quando sarebbe preferibili optare per piccoli interventi; al fatto che si diano soldi alle scuole private, o si implementi la sanità privata”. “Anche la svolta annunciata, ma poco determinata, a favore dell’economia circolare si fa attendere - ha proseguito il consigliere -. Sarebbe il momento di fare scelte concrete, e la prima deve essere quella di chiudere l’inceneritore di Scarlino”.

Secondo Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt) “si continuano a perseguire scelte criticabili, come la riproposizione dell’aeroporto di Firenze che nessuno vuole, o proporre il miglioramento della sanità nell’arcipelago senza prendere in considerazione una necessaria autonomia dell’Elba”. Pecori inoltre ha presentato come prima firmataria un ordine del giorno sul progetto Vita Indipendente, poi respinto dall’aula con il voto contrario della maggioranza, in cui si chiede di “garantire un effettivo acceso al progetto per tutti gli aventi diritto eliminando ogni ipotesi di liste di attesa” e di “potenziare in modo congruo la dotazione economica del fondo destinato al progetto”.

Andrea Pieroni (Pd) ha messo in rilievo come per i taglie alla Regioni la quantità di risorse a disposizione della Toscana si sia ridotta di un miliardo di euro. “Del resto – ha commentato – il pareggio del bilancio è necessario”. Mancano all’appello 265 milioni “che negli anni passati sono sempre riusciti ad arrivare. Sarebbe auspicabile – ha concluso Pieroni – che il governo nazionale facesse sì che arrivassero anche questa volta e al più presto, per permettere una programmazione adeguata. La Toscana ha dimostrato che le sue azioni di governo stanno dando i frutti auspicati, ci si è fatti carico delle emergenze e delle priorità”.

Per Marco Casucci (Lega) il governo regionale “naviga a vista, con pochissime idee, progetti partiti negli anni passati e in alcuni casi anche contraddittori. Occorre una maggiore programmazione e un confronto Stato-Regioni più approfondito”. Per questo, ha detto Casucci “il regionalismo è un tema fondamentale, noi vorremmo trattenere i soldi che la Toscana produce”. Per il consigliere “la flat tax sarebbe uno strumento utile per rilanciare il mercato interno”. D’altra parte “in Toscana non si può continuare sulla strada dell’indebitamento”.

Valentina Vadi (Pd) ha detto che “la Toscana è stata fra le regioni che hanno dato risposte più forti ed efficaci attraverso interventi strutturati, e improntati all’attenzione al sociale, alle politiche sul lavoro, all’istruzione e alla formazione”.  La consigliera ha ricordato che 80 milioni di euro sono stati destinati alla formazione, 55 milioni alle politiche per il lavoro e 120 milioni al piano per combattere la povertà.

Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) ha commentato che “è necessario investire nella sanità pubblica e assumere personale”. “Se continuiamo a dare deleghe ai privati – ha detto – sono loro che si prendo le risorse. Se invece investiamo e assumiamo possiamo ridurre le liste di attesa e migliorare il servizio”.

“Il Governo dia un’occhiata a quella che è la situazione della Toscana” è l’appello di Serena Spinelli (Art. 1-Mdp). “La Toscana è in difficoltà perché c’è stata disattenzione sul ruolo che svolgono regioni ed enti locali,  che soffrono di tagli alle risorse e quindi di sempre maggiori difficoltà ad investire. Dobbiamo poter agire con un margine di libertà”. La soluzione, secondo Spinelli, non può essere la flat tax “che ucciderebbe il sistema sociale”.

Secondo Paolo Bambagioni (Pd) la Regione si deve occupare “di valorizzare il personale dipendente, che rappresenta una grande risorsa” e deve poi “investire in infrastrutture, sostenere le imprese, finanziare la sanità pubblica per non far passare un modello in cui si può curare solo chi ha soldi”. Per farlo “bisogna uscire dagli schemi e procedere a una riqualificazione della spesa, perché ci sono molti sprechi”.

“Una via alternativa rispetto a chi sostiene la necessità di tagli è quella di fare investimenti” ha detto infine Andrea Quartini (M5S).  Quartini ha criticato le scelte di finanziare grandi opere inutili, “quando invece si potrebbero effettuare tante piccole opere veramente utili per la comunità toscana” e di scegliere di cedere risorse ai privati, invece di privilegiare il pubblico.

Def, l'intervento di Bugliani (PD)

Licenziato dal Consiglio regionale il Documento di economia e finanza 2019. Le risorse disponibili per i ventiquattro progetti previsti dal Piano regionale di Sviluppo passano da 1 miliardo e mezzo del 2019, a  1 miliardo e 275 milioni nel  2020 ed infine a  1 miliardo e 148 milioni nel 2021. Il provvedimento segna l’inizio di un nuovo ciclo di programmazione per il triennio 2019-2021 e costituisce allo stesso tempo documento preliminare alla manovra di bilancio del 2019.

A illustrare l’atto in aula Giacomo Bugliani, presidente commissione Affari istituzionali.

“Il Defr 2019 è l’atto preparatorio alla manovra di bilancio che dovrà essere varata entro fine anno. – ha spiegato Bugliani - Abbiamo oggi approvato un documento importante, che dà attuazione alla programmazione dell’ente stabilita nel Programma regionale di sviluppo 2016-20, dando il quadro preciso delle disponibilità a livello finanziario. La contrazione delle risorse pubbliche, com’è noto, ricade in maniera prepotente sulla finanza regionale: tuttavia va riscontrato che l’attuazione delle linee che ci siamo dati con gli strumenti di programmazione risulta rispettata e coerente con gli indirizzi assunti. In particolare vanno evidenziati due aspetti, quelli dell’ ambiente e delle politiche attive del lavoro. Sul fronte dell’ambiente c’è un impegno preciso per quanto riguarda il passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare, così come per accentuare la lotta ai cambiamenti climatici: il tutto sia con precisi interventi normativi, sia con la convocazione di tavoli di lavoro che riuniscano tutti gli attori coinvolti. Sul secondo punto, tempo fa è stata istituita l’agenzia regionale per il lavoro, una struttura centrale che si ramifica sui territori con l’obiettivo di garantire omogeneità e capillarità del servizio, in stretta sinergia con gli utenti e con il tessuto imprenditoriale locale”.

Cotto Pratigliolmi, approvata la mozione M5S

Approvato all’unanimità dall’assemblea regionale l’atto presentato a firma del consigliere Irene Galletti (M5S) che sollecita la giunta a muoversi a tutela dei 55 lavoratori della Cotto Pratigliolmi a rischio licenziamento. L’azienda aretina è nata nel 1961 e oggi si trova sull’orlo della chiusura. “Negli anni – spiega Galletti – i lavoratori dell'impresa hanno dimostrato attaccamento aziendale e spirito di sacrificio, così come testimoniato dai non facili trascorsi tra cassa integrazione e contratti di solidarietà. Nostra premura è non lasciarli soli in questo difficile percorso. Una strada che vogliamo far giungere a una risoluzione positiva. Il via libera alla nostra mozione certifica una volontà unanime. Adesso – conclude l’esponente del M5S - dovranno seguire fatti concreti, con la giunta chiamata ad attivarsi in ogni sede opportuna”.
La Cotto Pratigliolmi dovrà presentare entro lunedì un piano adatto a superare la crisi.

Inceneritore di Scarlino, approvata mozione PD

L’aula del Consiglio regionale ha discusso questa mattina le mozioni sull’inceneritore di Scarlino, solo quella del Partito Democratico, presentata dal capogruppo Leonardo Marras è stata approvata a larga maggioranza, con l’astensione dei consiglieri della Lega.

“Sono stato accusato di non ascoltare le comunità e di andare contro agli interessi del territorio, un territorio in cui vivo e che ho l’onore di rappresentare nelle istituzioni da anni. Rimando indietro gli attacchi, ovviamente, perché l’atto che ho presentato, e che è stato approvato dall’aula, parla da solo: chiede impegni precisi alla giunta, guardando alle ricadute economiche e ambientali dell’impianto sull’area della piana di Scarlino”. Commenta Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana, dopo la discussione in aula della mozione sull’inceneritore di Scarlino.

La mozione di Marras impegna la giunta a: riferire se realmente nel procedimento di autorizzazione dell’inceneritore non si è tenuto conto dello studio del Cnr di Napoli, della relazione tecnica dei CTU e della richiesta di Valutazione d’impatto sanitario avanzata più volte dai Comuni di Follonica e Scarlino e perché; e se alla luce di ciò non ritenga opportuno rivedere il proprio orientamento.

“Non sono contrario all’utilizzo di termovalorizzatori per la gestione dei rifiuti, lo ribadisco, ma è necessaria una seria riflessione sugli impianti che devono garantire efficienza, tecnologie all’avanguardia e, soprattutto, rischio zero per la salute. E l’impianto di Scarlino, è evidente, non risponde a questi requisiti – prosegue Marras –. Sono due i piani da considerare: quello politico, che si esprime attraverso la pianificazione e quello economico, che considera l’impianto come attività che sta sul mercato. Per quanto riguarda il primo, dal punto di vista della pianificazione regionale, come condiviso anche nel documento di fine mandato, il nuovo Piano regionale dei rifiuti dovrà contenere la previsione degli impianti necessari allo smaltimento per garantire l’autosufficienza della Toscana disegnando una visione chiara e di lungo periodo della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, per questo se un nuovo impianto non si fa a Case Passerini allora è evidente che non si fa da nessuna altra parte della regione, men che meno si può pensare che sia Scarlino a sostituire l’impianto di Firenze, già molto avanti rispetto al primo dal punto di vista della sicurezza e delle tecnologie. Il punto di vista industriale, invece, è strettamente legato a quanto detto prima: per stare sul mercato dobbiamo pretendere una struttura all’avanguardia, sicura, di nuova generazione che quindi possa rispettare le regole del mercato e non partire con l’aggravante di una struttura inadatta e già abbondantemente sorpassata”.

“Ringrazio i sindaci di Follonica e Scarlino e gli altri rappresentanti del territorio che stamani erano in Consiglio – conclude –, è stato un dibattito franco ma sicuramente importante per la Maremma e per il futuro  del nostro territorio. Ci tengo a precisare abbiamo bocciato le mozioni degli altri gruppi perché solo strumentali, prive di ogni logica concreta che tenga conto delle competenze del Consiglio e degli altri organi a cui si rivolge l’indirizzo.

L’auspico resta dunque che si torni sulla decisione del via libera all’inceneritore valutando attentamente, di nuovo, tutti gli elementi a disposizione per arrivare ad una conclusione che non sia rischiosa né gravosa per il nostro territorio”.

Inceneritore di Scarlino, l'intervento di Marcheschi (FdI)

“Rossi, il Pd e Marras hanno condannato la Piana di Scarlino a rimanere la terra dei veleni. Hanno abdicato alla difesa della salute dei cittadini, in quel lembo di Toscana, “violentata” sotto il profilo ambientale ancora una volta chi governa ha fatto prevalere i grandi interessi privati all’interesse pubblico. Quell’impianto, che ostinatamente Rossi vuol far aprire, fa parte di quel groviglio “armonioso” di interessi diventati a Scarlino un vero e proprio groviglio “velenoso” –ha commentato il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi)- Il voto sulle mozioni, per bloccare l’autorizzazione alla ripresa dell’attività dell’inceneritore di Scarlino Energia, ha messo in evidenza come il Pd sia l’unico, ed isolato, a favore della riapertura dell’impianto in barba ai dati scientifici e alle inchieste che invece reclamerebbero un’imprescindibile bonifica del territorio. Il Pd ha votato un atto ininfluente che blinda l’autorizzazione deliberata da Rossi e Fratoni”.

La mozione presentata da Marcheschi, che non è stata approvata, chiedeva di bloccare l’autorizzazione alla riapertura dell’impianto fino a quando non veniva ultimata la bonifica dell’area.

La ripresa dell’attività del termovalorizzatore e impianto di trattamento rifiuti di Scarlino è stata autorizzata da una delibera della Giunta regionale durante il mese di agosto.

Autorità portuale regionale, sì al bilancio di esercizio 2017

Il Consiglio regionale ha approvato con i voti dei gruppi di maggioranza il bilancio di esercizio 2017 dell’Autorità portuale regionale, che si chiude con un utile di circa 8mila 500 euro.

L’Autorità portuale regionale (istituita con legge regionale 23/2012) svolge funzioni di gestione delle infrastrutture portuali e delle aree demaniali marittime all’interno degli ambiti portuali di Viareggio, Porto Santo Stefano, Marina di Campo e Giglio Porto.

Come ricordato dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), nel corso dell’illustrazione in aula, il valore della produzione è pari a “2milioni e 700mila euro”, dei quali “un milione e 700mila sono contributi in conto esercizio della Regione Toscana e oltre 200mila euro sono a titolo di rimborsi per le varie istruttorie dell’Autorità e delle sanzioni amministrative che vengono comminate”. Baccelli segnala la riassegnazione della quota parte degli utili (80 per cento) conseguiti nel bilancio di esercizio 2016 pari a 172mila 479,44 euro, “che dovevano essere già destinati con deliberazione del Consiglio di palazzo del Pegaso alla ristrutturazione di un immobile da adibire a sede dell’Autorità. Poiché i tempi di esecuzione dei lavori di ristrutturazione della nuova sede non consentono l’utilizzo delle risorse entro il 2018, l’atto prevede che tale importo sia destinato ai lavori di somma urgenza, eseguiti e in corso di esecuzione, lungo il canale di Burlamacca e nel porto di Giglio Porto”. Gli investimenti ammontano a 6milioni e 470mila euro. Baccelli ha espresso la convinzione che “l’idea di realizzare l’Autorità sia stata una felice intuizione della Regione”.

Migranti: interrogazione Lega sui finanziamenti della regione a ong Cospe

“Sono soddisfatto dei tempi della risposta e della documentazione ricevuta dalla vicepresidente Barni, non sono soddisfatto, invece, che la regione Toscana vada a finanziare i soci della ong Aquarius”. Così il portavoce dell’opposizione, Jacopo Alberti (Lega) ha accolto la risposta in Aula della vicepresidente Monica Barni all’interrogazione “in merito ai finanziamenti di Regione Toscana a organizzazioni coinvolte nelle attività di trasporto e smistamento di migranti provenienti dal Nord Africa e da altre zone del Mediterraneo”. “Queste organizzazioni non governative hanno fatto sostanzialmente i tassisti del mare negli ultimi anni – ha spiegato Alberti in Aula –. Ritengo fuori luogo che la Toscana contribuisca per una cifra importante: nel 2017 ha erogato a Cospe 434mila euro. Secondo noi è eccessivo, controllerò i documenti per vedere se i progetti finanziati hanno prodotto qualcosa. Pensiamo che questa cifra debba essere destinata alle famiglie toscane in difficoltà economica”.

L’interrogazione di Alberti fa riferimento alla nave di soccorso ‘Aquarius’, “che è di proprietà della ‘SOS Mediterranee”. Tra i soci fondatori di quest’ultima associazione umanitaria “c’è la Cooperazione allo sviluppo dei paesi emergenti (Cospe) onlus, nata nel 1983 la cui sede nazionale è a Firenze”. L’interrogazione riporta una “vasta serie” di finanziamenti erogati dalla Regione a Cospe nel 2017. Chiede una “descrizione più completa possibile dei progetti di Cospe finanziati dalla regione nel 2017, con l’elencazione dei principali risultati conseguiti” e se la regione “non ritenga opportuno destinare i fondi a iniziative e/o necessità concernenti lo sviluppo socio-economico della Regione”.

La vicepresidente Barni ha risposto in Aula: “Cospe onlus è una organizzazione non governativa”, fa parte dell’elenco delle associazioni della società civile e “svolge la sua attività di cooperazione e di educazione allo sviluppo”. Alla base della sua attività, “la cooperazione e il partenariato internazionale in favore delle persone, delle comunità e delle popolazioni come mezzo per l’affermazione di uguali diritti e opportunità e il raggiungimento della pace e la giustizia tra i popoli”. La concessione di contributi da parte della Regione “avviene sulla base di procedure di selezione, tramite avviso pubblico. Nulla di irregolare è stato rilevato tra le fonti di finanziamento dei progetti”, che sono elencati da Cospe nel curriculum delle attività. La vicepresidente ha consegnato al portavoce dell’opposizione le schede dei progetti di Cospe e dei finanziamenti liquidati dalla Regione. Ha ricordato che l’impegno della Toscana si realizza nella “cooperazione di un intero territorio, che include enti locali, associazioni, ong, università, aziende sanitarie, centri di ricerca e organizzazioni sindacali”. L’ong Cospe “fa parte di questo sistema da molti anni”.

Si al Bilancio 2017

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato il bilancio consolidato della Regione per l’anno 2017, con i voti dei gruppi di maggioranza e il voto contrario delle opposizioni. Il consolidato comprende la gran parte degli enti strumentali e tutte le società interamente partecipate. Si chiude con un utile di circa 276milioni di euro ed un patrimonio netto negativo di circa 2miliardi e 172milioni di euro. L’utile è interamente attribuibile alla Regione. Il valore negativo del patrimonio netto si spiega con il fatto che nel corso degli anni i contributi agli investimenti non sono andati a incrementare le propria dotazione, ma quella degli enti. È interessante notare che nel passaggio dal bilancio della sola Regione al bilancio consolidato si vede una crescita del risultato economico di circa 9milioni di euro e del patrimonio netto di circa 100milioni di euro. Tutti i soggetti inclusi nel perimetro di consolidamento hanno conseguito un utile nell’esercizio 2017, risultato di una gestione caratteristica tipica dei soggetti pubblici. Tale attività è finanziata da tributi regionali, con costi di esercizio in trasferimenti correnti e per investimenti. I costi per il personale sono di circa 236milioni, con tendenza alla diminuzione.

“Il bilancio presenta più ombre che luci”, dichiara in aula il presidente della commissione Controllo, Roberto Salvini (Lega). “Si evidenzia che la sanità ha un impatto pesante e che la Toscana è attrattiva, ma non competitiva. Proponiamo di incrementare gli investimenti per allargare la base produttiva e riteniamo che l’abbassamento delle tasse sia un buon elemento per aumentare la spesa e incrementare i consumi”.

Il consigliere Gabriele Bianchi annuncia il voto contrario del Movimento 5 stelle: “Le perdite delle nostre partecipate superano gli 8-9 milioni di euro – dice – Se si aggiungono perdite di 12-13milioni di euro annui per i derivati, vediamo che la spending review è possibile nella nostra Regione”.

Il consigliere Andrea Pieroni (Pd) annuncia il parere favorevole della maggioranza, “anche sulla base delle oculate politiche di bilancio e di gestione della Regione. Di fatto – dice Pieroni –, il consolidato evidenzia un risultato economico confortante, se letto nell’ottica allargata ai trentuno soggetti partecipati. Si confermano stabilità ed equilibrio. I cento milioni in più di patrimonio sono un apporto ulteriore delle partecipate. Il quadro finanziario è rassicurante”.

Il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti annuncia il voto contrario della Lega e un “giudizio estremamente negativo. La fotografia del bilancio toscano non è il consolidato – spiega Alberti in Aula –, ma è il rendiconto. La Corte dei Conti ci ha consegnato una fotografia brutta dei conti pubblici toscani, con un deficit generale enorme pari a circa 3miliardi di euro e un disavanzo sull’esercizio dell’anno 2017 di quasi 600milioni di euro. A queste vanno aggiunte le perdite accumulate dalle Aziende sanitarie per circa 112milioni e perdite croniche, da anni, dalle società partecipate”.

Sarti (Sì): “La Lega cerca di mettere rom e disabili gli uni contro gli altri"

“La Lega porta vanti la sua assurda guerra contro i rom, ma non le basta: adesso vorrebbe mettere rom e disabili gli uni contro gli altri”. Così Paolo Sarti, consigliere di Sì Toscana a Sinistra intervenendo in Aula commenta la mozione presentata dalla Lega, e poi bocciata dal Consiglio regionale, volta a destinare al progetto ”Vita indipendente” le esigue risorse oggi destinate agli interventi regionali per i popoli rom e sinti.

“Trovo peraltro spaventoso il combinato disposto di questa mozione con la proposta di legge della Lega che chiede addirittura di abrogare la legge regionale del 2000 per l’integrazione e la salvaguardia della cultura rom e sinti”.

“La Lega aizza l’opinione pubblica contro i bisognosi e i meno protetti, contro chi scappa dalla fame o dalle guerre, come se avessero la responsabilità delle crisi aziendali, della precarietà del lavoro, dei disservizi della pubblica amministrazione, delle collusioni fra politica e mafia, dei ponti che crollano. Questa è una politica indecente, anzi non merita neppure il nome di politica: è semplice istigazione all’odio razziale per fini di potere. E tutto questo va contro la collettività e ne pagherà le spese il popolo italiano, proprio quello che la Lega sta cercando di sfruttare per i propri vantaggi elettorali”.
“Se ci fosse un minimo di dignità nella Lega e nei suoi elettori, queste mozioni non andrebbero neppure immaginate e tanto meno presentate. Non possiamo perdere tempo a occuparci di queste cose".

"E, infatti, anche l’associazione Vita Indipendente ha preso le distanze da questa mozione. Fortunatamente, almeno quest’obiettivo della Lega non è stato raggiunto. Ci auguriamo che la fermezza mostrata oggi dalle altre forze politiche sia mantenuta nelle prossime votazioni”, finisce Sarti.

Risorse idriche: quale tutela in Toscana?

I dati Arpat del 2017 sul monitoraggio delle acque superficiali – dove si registra che il 43 per cento dei corsi d’acqua in Toscana presenta uno stato chimico non buono e solo il 28 per cento uno stato ecologico buono o elevato, accanto alle rilevazioni sulle acque sotterranee, dove si parla di uno stato chimico buono solo per il 22 per cento dei corpi idrici toscani e di stato chimico scarso e scarso localmente per il 68 per cento dei corpi idrici sotterranei – ha portato il gruppo Sì - Toscana a sinistra a presentare in Aula una mozione sulla “Tutela delle risorse idriche e aggiornamento del Piano di tutela delle acque della Toscana”.
Nell’illustrare la mozione, il consigliere Tommaso Fattori ha sottolineato la necessità di nuove e più incisive azioni per migliorare lo stato qualitativo dei corpi idrici della nostra regione, vista anche la mancata attuazione della disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Il consigliere ha anche ricordato che la stessa Arpat, in uno studio del settembre 2017, invita a dare concreta attuazione ai dispositivi nazionali, predisponendo, all’interno del Piano di tutela delle acque, la regolamentazione riguardante le zone di protezione e demandando a specifica direttiva la disciplina delle zone di tutela assoluta e delle zone di rispetto.

La mozione impegna la Giunta regionale a riferire i motivi del più che decennale ritardo rispetto al programma di lavoro definito nel Piano di tutela delle acque in Toscana del 2005; a individuare in ciascun comune le aree di ricarica delle falde idriche e a sollecitare le definizione dei vari livelli di tutela e protezione, al fine di vincolarne gli usi; a prevedere la separazione dei circuiti idrogeologici nella realizzazione dei pozzi e a predisporre all’interno del Piano la regolamentazione riguardante le zone di protezione, demandando a specifica direttiva la disciplina delle zone di tutela assoluta e di quelle di rispetto.

La consigliera Monica Pecori (Gruppo misto Tpt), che ha sottoscritto la mozione, ha dichiarato di riconoscersi nell’impegnativa, sottolineando che il quadro presentato da Arpat per il 2017 è peggiore di quello degli anni precedenti.
In dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere Massimo Baldi (Pd), per annunciare il voto favorevole del Partito democratico.

Amianto: mozione sulle linee guida regionali

La considerazione che la mancata iscrizione ai ruoli Tari, da parte di un cittadino, può anche dipendere da situazioni di disagio sociale, ha portato i consiglieri Monica Pecori (Gruppo misto Toscana per tutti), Ilaria Bugetti (Partito democratico) e Tommaso Fattori (Sì -Toscana a sinistra) a presentare una mozione, approvata dall’Aula all’unanimità, che impegna la Giunta regionale a modificare le linee guida sull’amianto.
In particolare si chiede che la richiesta dei kit per la rimozione dei materiali contenenti amianto (Mca) e del servizio raccolta dei manufatti possa essere effettuata anche da parte dei cosiddetti morosi incolpevoli in relazione al pagamento della Tari; e che la gratuità del kit e del servizio di raccolta dei manufatti sia garantita per quanti versano in condizioni socio-economiche individuate mediante apposito atto e comprovate dall’Isee, ha spiegato la consigliera Pecori, illustrando la mozione e ringraziando i colleghi per il lavoro fatto insieme.
Un lavoro, come sottolineato da Fattori e Bugetti, che guarda soprattutto alla rimozione dell’amianto e che intende andare incontro a una fascia di persone che hanno meno possibilità. La mozione è un “tassello” nella lotta all’amianto nella nostra regione, hanno affermato i consiglieri, ringraziando i colleghi per quanto fatto.

Azienda "Signorini" di Campi Bisenzio, mozione in aula

Una mozione, approvata dall’aula di palazzo del Pegaso, che impegna la Giunta regionale “a proseguire di concerto con le organizzazioni sindacali nell’azione intrapresa nei confronti dell’azienda ‘Pietro Signorini e figli’ (che produce rubinetteria di lusso), richiamando al mantenimento degli impegni assunti al tavolo regionale e in sede di confronto sindacale, affinché sia presentato un piano industriale che faccia chiarezza e dia garanzie sul futuro dell’attività e i livelli occupazionali”.
Così recita la mozione, a firma di Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e Monia Monni (Pd) che, partendo dagli incontri svolti nei mesi scorsi in Regione tra i rappresentanti dell’azienda e delle organizzazioni sindacali (in occasione del trasloco dello stabilimento di produzione da Prato a Campi Bisenzio) sottolinea che alla conferma di non determinare esuberi e mantenere attivi nel nuovo stabilimento tutti i reparti di produzione, hanno fatto seguito tre licenziamenti.
Come spiegato da Spinelli, nel corso dell’illustrazione, “questa riduzione determina che il numero totale dei lavoratori scenda sotto le quindici unità, portando all’esclusione delle tutele previste in materia di ammortizzatori sociali e all’indebolimento dell’azione sindacale”. Da qui la richiesta di impegno alla Giunta, per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quanto garantito al tavolo in Regione, come ribadito anche da Valentina Vadi (Pd), a sostegno della mozione.

Nidi d’infanzia, Mazzeo (PD): "Passo avanti importante"

“Dopo le ultime due tragedie che hanno colpito le famiglie di Gaia e di Giorgia avevo chiesto che la Regione si attivasse subito per poter dare, parallelamente alle iniziative che saranno prese a livello nazionale, un proprio contributo per scongiurare il più possibile che eventi simili si ripetano ancora. Quello annunciato oggi dall’assessore Grieco rappresenta un primo passo avanti concreto al quale anche noi, come Consiglio Regionale, daremo il nostro contributo: ho già portato la richiesta in ufficio di presidenza e nelle prossime settimane definiremo le modalità dello stanziamento per cofinanziare il sistema di alert che sarà dato in dotazione ai nidi della Regione”.

Così il consigliere regionale PD e segretario dell’ufficio di Presidenza Antonio Mazzeo commenta il provvedimento approvato in giunta e illustrato questa mattina dall’assessore all’istruzione Cristina Grieco che prevede l’obbligatorietà per tutti i nidi regionali accreditati di dotarsi di una strumentazione in grado di avvisare i genitori dei piccoli alunni in caso di assenze non giustificate.

"Sono davvero grato all'assessore Grieco e alla giunta per aver accolto così velocemente la richiesta che avevo avanzato dopo l'ultima tragedia accaduta a Pisa – aggiunge Mazzeo – e mi auguro che altrettanto velocemente saremo in grado di dotare tutte le scuole della fascia 0-3 anni del sistema di allerta. Questa è anche una risposta alle stesse famiglie che sono rimaste vittime di queste tragedie. Sono state loro per prime a chiederci di fare qualcosa perché ciò che è accaduto a loro non debba ripetersi. Sappiamo che tutto questo non potrà riportare indietro i loro bambini, ma se riusciremo ad evitare nuove tragedie, che anche se incomprensibili abbiamo purtroppo visto che possono accadere a chiunque, sapremo di aver fatto bene il nostro lavoro”.

Inceneritore di Scarlino: si affaccia ipotesi chiusura, passa mozione Pd

La Giunta regionale, in ossequio al principio di precauzione, dovrà mettere in atto ogni azione al fine di verificare in maniera completa ed esaustiva le ricadute che ha l’attività dell’impianto di incenerimento di Scarlino sulla salute dei cittadini. A questo fine dovrà valutare anche una revisione del proprio orientamento, con l’eventuale annullamento in autotutela di quanto già deliberato.
Lo prevede una mozione presentata dal capogruppo Pd Leonardo Marras e approvata dall’Aula. I consiglieri del gruppo Lega Nord si sono astenuti. Sono state respinte altre tre mozioni firmate da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) e da Giacomo Giannarelli, Irene Galletti e Gabriele  Bianchi (M5S).

In particolare la Giunta dovrà riferire se nel corso dell’istruttoria sul termovalorizzatore e sull’impianto di trattamento dei rifiuti liquidi nel Comune di Scarlino, relativa al procedimento di valutazione di impatto ambientale, siano stati presi in esame i documenti del Cnr di Napoli e della relazione tecnica dei Consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) del tribunale di Grosseto, con tutte le criticità emerse, e anche la richiesta di valutazione dell’impatto sanitario presentata dai comuni di Follonica e Scarlino, non accolta.

“E’ una vicenda che affonda le sue radici lontano nel tempo ed ha coinvolto generazioni di amministratori, come il sottoscritto – ha affermato Marras – Dal 2015, dopo una fuoriuscita importante di diossine, i Comuni di Scarlino e di Follonica sostengono, alla luce dei documenti del Cnr di Napoli e dei Ctu, che la permanenza dei fumi nei forni non riesce a garantire, allo stato attuale, l’abbattimento delle tossine, con il rischio che tali sostanze siano liberate nell’aria”. A suo parere, inoltre, c’è un problema di ordine politico, nato nel luglio scorso, quando si decise la chiusura di Case Passerini e contemporaneamente si autorizzò un impianto a Scarlino, “quasi ne fosse un sostituto”. “Quello di Scarlino è il nonno dell’inceneritore di Case Passerini, che nel frattempo ha visto nascere i propri figli – ha concluso Marras –. Oggi, quell’impianto, non può marciare”.
Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra) ha osservato che siamo di fronte a “un impianto vetusto, con tecnologie arretratissime, ma soprattutto fuori norma dal 2005, con forni che non rispettano i parametri di legge”. “La Giunta regionale è oggettivamente responsabile di tutto questo – ha aggiunto – All’inizio dell’Estate addirittura è arrivata la nuova autorizzazione. Si prendono per buone le dichiarazioni di Scarlino Energia”. Per questo, “chiediamo l’annullamento in autotutela delle deliberazione 879 del 30 luglio e degli atti del procedimento unificato del 2015 – ha concluso –. Non dimentichiamo che sono state bruciate in questo impianto centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti pur essendo fuori norma”.

“E’ mancata una pianificazione adeguata, c’è stata l’assenza totale di controlli, di prospettiva sulla gestione di rifiuti. E si parla di economia circolare, mettendo una bandierina nello statuto” ha osservato Gabriele Bianchi (M5S).  A suo parere non si ascolta la popolazione, non si tiene conto della posizione dei sindaci, come pure dei dati sanitari inquietanti. “Non possiamo stare in silenzio – ha affermato –. Non ci resta che fare squadra con i cittadini”.

“C’è quasi un’ostilità cieca e sorda alle istanze della popolazione locale – ha dichiarato Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) –. Ci sono accuse gravissime, contenute in atti ufficiali. In pochi mesi l’inceneritore di Scarlino ottiene ben tre autorizzazioni. E si tratta di un impianto privato, mentre ci sono ben 28 chilometri quadrati da bonificare”.

“Ci sono cittadini che stanno dicendo da anni, dati alla mano, che l’inceneritore di Scarlino non può funzionare - ha osservato Monica Pecori (Gruppo misto Toscana per tutti) -. Si continua, invece, a concedere autorizzazioni, ma non si fanno bonifiche”. Da qui l’adesione alla mozione di Si-Toscana a sinistra.

“Oltre le parole occorrono fatti – ha affermato Marco Casucci (Lega Nord) –. Possiamo giungere all’annullamento della delibera per autotutela e, quindi, alla chiusura. Oppure possiamo fare valutazioni diverse. Vogliamo che si faccia della buona politica per i cittadini, di un territorio che ha già dato molto”.

Il capogruppo Leonardo Marras ha annunciato il voto contrario del Pd sulle mozioni diverse dalla propria, mentre Tommaso Fattori si è dichiarato disponibile a votare le mozioni di tutti, accogliendo con favore l’impegno dello stesso Marras ad ascoltare in commissione i tecnici del Cnr. Disponibile a votare le mozioni anche Paolo Marcheschi. “Perché il Pd ha deciso di votare contro le altre mozioni? – si è chiesto Andrea Quartini (M5S) –. Come si fa ad andare contro le comunità locali? E’ imbarazzante”. Perplessa anche Monica Pecori (Gruppo misto Tpt). Marco Casucci (Lega Nord) ha annunciato il voto di astensione sulla mozione del Pd e il voto favorevole sulle altre.

No alla chiusura di 'Cotto Pratigliolmi'

Due mozioni in aula per dire no alla chiusura di “Cotto Pratigliolmi”, azienda aretina nata nel 1961. Il Consiglio regionale ha approvato sia la mozione presentata da Irene Galletti (M5S), che quella di Serena Spinelli (Art1-Mdp) e Valentina Vadi (Pd).

La mozione del Movimento 5 stelle sollecita la Giunta a muoversi a tutela dei 55 lavoratori a rischio licenziamento. L’azienda aretina è nata nel 1961 e oggi si trova sull’orlo della chiusura. “All’attaccamento all’impresa e allo spirito di sacrificio dimostrato dai lavoratori, testimoniato dai non facili trascorsi tra cassa integrazione e contratti di solidarietà – ha affermato Galletti – dobbiamo rispondere accompagnandoli in questo difficile percorso, con la Giunta regionale chiamata ad attivarsi in ogni sede opportuna”.

La Cotto Pratigliolmi dovrà presentare entro lunedì un piano adatto a superare la crisi.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altra mozione, in merito all’annunciata chiusura dell’azienda “Cotto Pratigliolmi” nel comune di Castelfranco Pian di Scò (Arezzo) e al conseguente licenziamento dei 55 dipendenti.  L’atto, presentato dalle consigliere Serena Spinelli (Art.1-Mdp) e Valentina Vadi (Pd), impegna la Giunta regionale “a seguire con la massima attenzione la vicenda e ad attivare tutte le iniziative necessarie e tutti gli strumenti possibili ai fini di scongiurare la chiusura dell’azienda e il licenziamento dei lavoratori”, anche favorendo possibili sinergie e l’eventuale ingresso di nuovi investitori.

L’azienda, da tempo in crisi per il calo delle commesse, secondo le consigliere “costituisce un patrimonio importante e potenzialmente in grado di stare sul mercato con una produzione di qualità”. “Dobbiamo ripensare a come rilanciare i prodotti di qualità – hanno affermato – e tutelare le produzioni di eccellenza”. Preoccupazione per l’azienda è stata espressa anche da Marco Casucci (Lega), che ha parlato di “punto di riferimento importante per il territorio”.

Violenza sulle donne, unanimità per la mozione Pd-Mdp

Approvata all’unanimità dall’aula del Consiglio regionale la mozione che chiede alla giunta un rinnovato impegno per sensibilizzare gli enti locali  alla promozione di politiche di genere e iniziative di contrasto alla violenza sulle donne; un atto presentato dalla consigliera del Partito Democratico Alessandra Nardini e dalla capogruppo di Mdp Serena Spinelli.

“Dal Consiglio Regionale, ancora una volta, diamo un segnale importante contro la violenza sulle donne. Con questa mozione vogliamo riportare l’attenzione su un fenomeno che dev’essere combattuto incessantemente promuovendo azioni a tutti i livelli istituzionali. Ci appelliamo alla Giunta regionale affinché valori come il contrasto alla violenza di genere e la promozione della cultura delle pari opportunità siano rispettati da tutti, soprattutto da coloro che ricoprono incarichi politico-amministrativi. Allo stesso tempo è fondamentale  continuare con progetti di formazione/sensibilizzazione rivolti alle scuole finalizzati al superamento degli stereotipi di genere e alla cultura dei diritti e delle pari opportunità, così come sancito nello Statuto regionale e nei provvedimenti legislativi in materia; e perché così si previene e si combatte il fenomeno non regalando lo spray al peperoncino!”. Così Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd, e Serena Spinelli, capogruppo Mdp, presentando la mozione poi approvata dall’aula.

“Questa mozione nasce dalla volontà di raccogliere l’appello lanciato dalla Casa della donna di Pisa che, insieme a tutti i centri antiviolenza ringrazio per il lavoro costante che portano avanti per il quale meriterebbero il rispetto di tutti i rappresentanti istituzionali, e dal contributo di Articolo Uno Mdp Pisa che proposto un’analoga mozione raccolta poi dal gruppo consiliare del Pd. L’obiettivo è quello di favorire e sostenere il contrasto alla violenza di genere in particolar modo negli enti locali, dove i rappresentanti delle istituzioni svolgono un ruolo di raccordo imprescindibile con le comunità – continua Nardini –.  Il caso che ha scatenato tale mobilitazione è noto, la nomina di Andrea Buscemi ad assessore alla cultura del Comune di Pisa; scelta su cui più volte abbiamo espresso la nostra preoccupazione e il nostro disappunto. Per questo, abbiamo sentito la necessità di chiedere alla Giunta regionale uno sforzo per ribadire l’azione sinergica con le istituzioni locali a contrasto della violenza sulle donne in tutte le sue forme. Ringrazio tutte le colleghe e i colleghi consiglieri che hanno votato a favore della mozione; abbiamo dato un segnale forte e chiaro: no alla violenza di genere, sì al rispetto a partire da e soprattutto nelle istituzioni”.

L’ultimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana dice che dal 2009 al 2017 sono circa 19mila le donne che si sono rivolte, per la prima volta, a un centro antiviolenza; 3000 solo nell’ultimo anno.

"La prevenzione della violenza di genere passa dalla cultura e dal rispetto del ruolo delle donne nella società, dall'abbattimento degli stereotipi di genere e le Istituzioni devono essere il primo luogo in cui tutto questo deve essere rappresentato" - dichiara la capogruppo Art.1 Mdp Serena Spinelli - "Nei primi sei mesi del 2018 sono state 44 le donne uccise per atti di femminicidio e sono solo la punta di un iceberg di violenza fisica e psicologica nei confronti della donne. Pieno sostegno, quindi, all'azione della Casa delle Donne di Pisa che in questi mesi sta tenendo alta l'attenzione su una vicenda che riguarda tutte e tutti. E grazie anche ai compagni di Articolo Uno Mdp di Pisa per la mozione che hanno proposto a tutti i consiglieri comunali e che anche in Consiglio regionale è stata raccolta."

Diritto allo studio: interrogazione M5s su situazione alloggi per gli studenti di Pisa

Diritto allo studio: “Il problema degli alloggi per gli studenti a Pisa è annoso. Ringrazio la vicepresidente per la risposta alla nostra interrogazione e per le precisazioni. Aspettiamo ora le verifiche sull’offerta di alloggi in arrivo da un soggetto privato a San Giuliano”. Così la consigliera Irene Galletti (Movimento 5 stelle) ha commentato in Aula la risposta della vicepresidente della Regione, Monica Barni, a una interrogazione sulla “situazione delle residenze universitarie del Dsu in Regione Toscana”.

Nell’interrogazione, la consigliera si rivolge al presidente della Toscana per sapere “se è a conoscenza della disponibilità di alcuni Comuni, nello specifico del Comune di San Giuliano Terme, a dare la disponibilità di alloggi e, in caso affermativo, in quali termini di trattativa” e in cosa consista “il nuovo progetto di database degli alloggi consultabile dagli studenti”. Tra le città universitarie toscane, si legge nel testo dell’interrogazione, “Pisa è quella che riscontra molte problematiche in termini di residenze, considerando che conta circa 40mila studenti universitari”.

La disponibilità complessiva di posti letto nella sede di Pisa è attualmente di circa mille e 530 posti”, ha spiegato la vicepresidente Barni. Anche nel 2018, “è stato approvato un avviso pubblico di consultazione preliminare di mercato, volto a raccogliere ulteriori informazioni dal mercato e verificare l’esistenza di potenziali disponibilità”. Un primo avviso non ha avuto alcun riscontro, mentre dopo il secondo avviso è arrivata la risposta di un privato “che si è reso disponibile con una porzione di struttura turistico-ricettiva nel Comune di San Giuliano”. L’azienda per il diritto allo studio sta facendo ora le conseguenti valutazioni e verifiche, anche sulla congruità dell’offerta. “Non risulta formulata alcuna disponibilità di immobili pubblici da parte del Comune di San Giuliano”.

Sul progetto di database, la vicepresidente ha reso noto che l’azienda per il diritto allo studio “sta predisponendo un avviso pubblico per la fornitura di un servizio che ponga in stretta relazione la domanda e l’offerta abitativa rivolta agli studenti”, con banca dati di appartamenti privati di qualità, un software di ricerca adeguato, un servizio di sportello, “anche al fine di incentivare la stipula  di contratti regolari a canone concordato”. La vicepresidente ha ricordato infine “che nel 2020-‘21 sarà pronta la residenza di San Cataldo, che porterà ulteriori 240 posti-alloggio per studenti borsisti nel territorio pisano”.

Bollettini postali per pagare i ticket: chiuso Sportello Amico, la vicepresidente della Giunta Barni risponde a una interrogazione di Marcheschi (FdI)

“Il progetto nazionale Sportello amico, un sistema di pagamento dei ticket con tessera sanitaria e tracciabilità informatica sui sistemi aziendali, è stato chiuso su tutto il territorio nazionale dal 31 agosto scorso per decisione unilaterale di Poste italiane. I bollettini inviati per non aver disdetto gli appuntamenti nei centri previsti, e per il recupero crediti in genere, non fanno parte del progetto Sportello Amico, ma sono bollettini precompilati, con i dati del cittadino, e pagabili regolarmente presso Poste italiane”.

Lo ha precisato la vicepresidente della Giunta regionale, Monica Barni, rispondendo ad un’interrogazione di Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), preoccupato perché circa ventimila fiorentini hanno ricevuto a domicilio gli avvisi da parte dell’Asl dove vengono invitati a regolarizzare la propria posizione, indicando nel bollettino postale l’unica modalità prevista.

Ambiente: Cave, legge in aula

“Una proposta di legge di modifica alle disposizioni in materia di cave per rispondere a  lavoro, ambiente e sicurezza”. Con queste parole l’assessore ha presentato l’atto, arrivato in aula di palazzo del Pegaso con procedura di urgenza, perché “a seguito di controlli effettuati nelle cave del distretto apuo versiliese, sono state rilevate difformità nell’attività di escavazione, che potrebbero dar luogo alla decadenza delle autorizzazioni rilasciate e alla conseguente cessazione di attività, con effetti preoccupanti sull’occupazione e sul territorio”. Da qui i serrati incontri con amministrazioni comunali, associazioni sindacali e attori del settore, per arrivare ad una norma transitoria “in grado di garantire, nelle more, la messa in sicurezza dell’area”, ha spiegato l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli. L’intervento normativo, infatti, per sostenere le condizioni di sicurezza e salvaguardare i livelli occupazionali prevede un periodo transitorio – fino e non oltre il 5 giugno 2019 – dove è esclusa l’immediate applicazione della più grave misura sanzionatoria della decadenza, disponendo però la realizzazione di un progetto di messa in sicurezza e risistemazione ambientale dell’area, tenendo conto degli impatti complessivi derivanti dalle lavorazioni difformi.

“Tale percorso ha dei tempi stringenti – ha continuato l’assessore – 60 giorni per presentare il progetto e, 180 giorni per ottemperare alla relativa ordinanza di realizzazione delle opere di risistemazione ambientale, con il conseguente impegno dei Comuni all’eventuale adeguamento delle autorizzazioni rilasciate in conformità al progetto autorizzato”, ha concluso Ceccarelli, ricordando l’apprezzamento registrato nei confronti di questa proposta di legge nel corso di un tavolo tecnico svoltosi in Consiglio e che ha visto la partecipazione dei capi gruppo consiliari, dell’amministrazione comunale di Carrara,  e di rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle imprese.  La proposta di legge illustrata in Aula dall’assessore Ceccarelli  ha raccolto infatti  la soddisfazione  sia del segretario generale della Cgil  di Massa e CarraraPaolo Gozzani sia del segretario confederale Cisl Toscana Nord di Massa Carrara Andrea Figaia,  intervenuti al tavolo tecnico: “esprimiamo soddisfazione su una questione delicata che implica tanta responsabilità da parte delle istituzioni del territorio e che è finalizzata alla salvaguardia  della sicurezza dei lavoratori, alla tutela dell’ambiente e al rispetto di procedure e regole previste dalla legge - ha commentato Paolo Gozzani - . Chiediamo di verificare gli strumenti a sostegno dei lavoratori che saranno obbligati a fermarsi per il periodo necessario alla messa in sicurezza dei siti interessati”. “La nuova legge regionale affronta un’importante criticità - ha precisato Andrea Figaia -  l’escavazione  deve trovare il giusto equilibrio con il rispetto dell’ambiente e la sicurezza, che nel nostro territorio è un valore drammaticamente attuale”.

“La nuova legge regionale scongiura quello che poteva essere uno scenario davvero drammatico per il nostro territorio”. Il vice sindaco del Comune di Carrara, Matteo Martinelli, anch’egli presente al tavolo tecnico, commenta: “E' il risultato di un lavoro lungo, iniziato mesi fa, quando si è profilato il rischio concreto di giungere alla decadenza dall’autorizzazione e dalla concessione per alcune cave, con inimmaginabili conseguenze sia sul piano occupazionale che sociale. Infatti, la chiusura sine die delle cave interessate avrebbe posto un problema occupazionale insostenibile per la nostra città. Abbiamo, quindi, immediatamente posto il problema all'amministrazione regionale, proponendo le nostre possibili soluzioni pur nel rispetto delle reciproche competenze. La proposta di legge centra gli obiettivi principali che ci eravamo posti e inoltre rispecchia i nostri obiettivi di governo: sicurezza per chi lavora a monte, tutela dell’ambiente, salvaguardia delle aspettative dei lavoratori e delle loro famiglie, rispondendo ai principi di legalità. Apprezzo l'ulteriore apertura dell'assessore Ceccarelli rispetto a possibili ulteriori modifiche sull'iter autorizzativo, qualora intervenissero problematiche tali da renderlo eccessivamente gravoso”.

La proposta di legge in materia di cave è stata approvata all’unanimità dall’Aula, con 27 voti a favore.

Durante il dibattito che ha preceduto il voto, Giacomo Bugliani (Pd), esprime apprezzamento alla Giunta: la proposta di legge “tocca un problema molto forte sul territorio di Carrara”. Nella parole del consigliere anche il riconoscimento per “l’assunzione di responsabilità da parte del Consiglio regionale”. Bugliani richiama le ragioni che supportano l’iniziativa normativa: si è dovuto intervenire in modo tempestivo e urgente, cercando di “ottemperare le opposte esigenze: da una parte tutelare il lavoro, dall’altra le attività economiche”. Il consigliere rivolge alla Giunta la richiesta di “implementare lo sforzo fatto” attraverso “un’attività ulteriore”. “I tempi rischiano di essere lunghi, o rimessi ad altri soggetti”,  bisogna fare “tutto ciò che è possibile sul piano politico, per favorire la collaborazione tra gli enti e garantire la ripresa dell’attività”.

Anche da Giacomo Giannarelli (M5S), c’è apprezzamento “per la serietà e il senso istituzionale” mostrato dall’assessore Ceccarelli, dalla Giunta, dalla stessa amministrazione comunale di Carrara, e per i soggetti che poi sono stati coinvolti nel tavolo tecnico convocato questa mattina. “Noi stessi ci adopereremo” assicura il consigliere riferendosi al livello ministeriale e rivolgendo il ringraziamento anche ai capigruppo “per l’attenzione al territorio di Carrara e delle Apuane”.

Elisa Montemagni (Lega), ricorda le ragioni di urgenza, la ‘fretta’ di cercare una soluzione “per il lavoro, per le aziende e per l’indotto”. “Il nostro senso di responsabilità è più che dovuto”, afferma la capogruppo. Il tavolo che ha riunito tutti è stato “ben apprezzato”, un passaggio per il quale la consigliera ringrazia Ceccarelli.

Maurizio Marchetti (FI), rimarca “l’unità di intenti sul provvedimento” che interviene per salvaguardare aziende e un territorio “per certi aspetti difficile”. “Mi fa piacere che la Giunta prenda in considerazione situazioni di emergenza sui territori; mi auguro che continui con questa linea di attenzione anche per situazioni simili”.

Stefano Baccelli (Pd),  ha affermato che  “Troppo spesso la Regione Toscana è vista come matrigna”; perfino quando, come in questo caso, “ha sventato un rischio”. Il consigliere ha citato la legge n. 35 del 2015 (disposizioni in materie di cave), per ricordare che “La Regione è intervenuta per riparare limiti interpretativi e gestionali della normativa”. C’è stato  “senso di responsabilità”, anche nel gruppo del Pd e “la discussione, questo pomeriggio, è riportata nei termini giusti”. La Regione, infine, “cerca di essere equilibrata rispetto all’obiettivo doveroso di tutela ambientale e dei lavoratori”.

Pd: “Sanata situazione che metteva a rischio settore, si coniuga ambiente e lavoro”

Via libera in Consiglio regionale a una proposta di legge di modifica alle disposizioni in materia di cave, dopo che nel distretto apuo-versiliese erano state rilevate una serie di difformità nellattività di escavazione, che avrebbero dato luogo alla decadenza delle autorizzazioni rilasciate nelle more.  L’intervento normativo, per sostenere le condizioni di sicurezza e salvaguardare i livelli occupazionali prevede un periodo transitorio  fino e non oltre il 5 giugno 2019  dove è esclusa limmediata applicazione della più grave misura sanzionatoria della decadenza, disponendo però la realizzazione di un progetto di messa in sicurezza e risistemazione ambientale dellarea, tenendo conto degli impatti complessivi derivanti dalle lavorazioni difformi.

“Una proposta di legge che va a toccare un problema molto forte e vivo nel territorio di Carrara, quello delle attività estrattive sospese. – ha dichiarato Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd e presidente commissione Affari istituzionali- Problema che, seppur rientrato proprio ieri per alcune imprese, che temporaneamente hanno ripreso l’attività, ha comunque comportato la necessità di un intervento legislativo rapido da parte della Regione, volto a preservare valori fondamentali come la tutela del lavoro e delle attività economiche. Proprio per il suo carattere di urgenza, il provvedimento non ha potuto essere approfondito nelle commissioni competenti, cosa che rende la normativa sotto alcuni aspetti perfettibile e non esclude che potranno emergere in futuro criticità non secondarie su cui lavorare. Per questo ho espressamente chiesto alla Giunta regionale di attivarsi, con ogni strumento possibile, per far sì che i tempi successivi alla presentazione del progetto di risistemazione ambientale siano quanto mai rapidi e in sintonia con quanto disposto dalla normativa approvata. Resta il merito della Regione di aver fornito una risposta a una situazione che rischiava di avere serie ricadute occupazionali e sociali, evitando soluzioni drastiche come la revoca dell’autorizzazione e la decadenza della concessione”.

“La Regione interviene ancora una volta in materia di cave, dopo essersi dotata nel 2015 di una disciplina organica, e lo fa tenendo ben presente la necessità di coniugare la difesa del territorio e i livelli occupazionali. – ha spiegato Leonardo Marras, capogruppo Pd in Consiglio regionale – Lo fa, inoltre, andando a sanare un vulnus derivante da inadempienze del Comune di Carrara, rimasto in standby su una serie di procedure autorizzative che ha in capo a norma di legge. In ogni caso è la Regione oggi a venire incontro a questa situazione, assumendosi una responsabilità importante per il bene di un territorio in cui l’attività estrattiva rappresenta sicuramente un bene prezioso”.

“Un intervento con cui la Regione ripara limiti interpretativi e gestionali altrui, in modo equilibrato rispetto alla tutela ambientale e occupazionale. – ha fatto presente Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente commissione Ambiente e territorio – Credo davvero che dopo una discussione approfondita si sia riusciti a trovare un punto di caduta adeguato su un tema complesso. Troppo spesso la Regione sui territori viene vista come una realtà ‘matrigna’ mentre proprio su questo tema si è rivelata prudente e consapevole, dopo aver già predisposto in materia una legge organica, la 35/2015 ”.

Fonte: Ufficio Stampa

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