Pisa: una conferenza su antisemitismo, Shoah e i rischi del razzismo con Pietro Pietrini
«Con le vicende conseguenti alla promulgazione delle leggi razziali del 1938, la storia ha posto simbolicamente un segno premonitore della catastrofe a cui la scienza coopera quando tradisce il suo irrinunciabile ruolo di garante della libertà di pensiero critico e del rispetto dei valori etici, pilastri fondanti della missione accademica».
Con queste parole il direttore della Scuola IMT, Pietro Pietrini, ha aperto ieri pomeriggio (21 settembre) a Pisa i lavori pomeridiani della conferenza internazionale “A ottanta anni dalle leggi razziali fasciste: tendenze e sviluppi della storiografia internazionale sull’antisemitismo e la Shoah”, che si è svolta Palazzo della Sapienza nell’ambito delle iniziative promosse coralmente da Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, e Scuola IMT per riflettere sugli orrori dell’antisemitismo e le conseguenze delle leggi razziali che Vittorio Emanuele III promulgò proprio a Pisa, nella Tenuta di San Rossore.
La conferenza, che ha visto protagonisti alcuni tra i massimi studiosi di questa orrenda pagina di storia europea, è stata aperta giovedì pomeriggio dalla toccante “Cerimonia del ricordo e delle scuse” con la quale tutti i Rettori delle Università italiane, riuniti a Pisa per l’occasione, hanno solennemente chiesto scusa per il silenzio con cui il mondo accademico italiano nel 1938 accettò le espulsioni dagli atenei dei docenti e degli studenti ebrei italiani e stranieri, in conseguenza dell’introduzione delle norme antiebraiche. Per bocca del rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, i rettori hanno quindi presentato le loro scuse alla comunità ebraica italiana, rappresentata dalla presidente dell’Ucei Noemi Di Segni, e all’intera comunità civile italiana, che con quelle leggi razziali venne privata di una importante componente culturale.
Ma la Cerimonia è stata chiaramente anche il segno tangibile dell’impegno che il mondo accademico italiano si è preso per scongiurare che in futuro possano accadere cose anche lontanamente simili.
«Dopo l’immane tragedia dell’olocausto – ha affermato nel suo discorso il prof. Pietrini - la nostra sensibilità verso il razzismo anti-giudaico è sufficientemente alta ma c’è un razzismo più sottile, e per questo ancor più pericoloso, che rischia di insinuarsi nel comune modo di pensare e si annida in dicotomie come “comunitario” ed “extra-comunitario”, “residente” e “migrante”, “casa nostra” e “casa loro” in cui nozioni relative vengono assolutizzate, come se ciascuno di noi non fosse extra-comunitario, migrante, e lontano da casa a seconda delle persone e dei luoghi con cui si rapporta e in cui si trova. Il nuovo razzismo si trasforma in una xenofobia multiforme, che è di volta in volta etnica, religiosa, culturale, economica o geografica».
«Di fronte a questo scenario, sia storico che di stringente attualità - ha concluso Pietrini - la sinergia che unisce in questi giorni Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, e Scuola IMT, assieme alle altre università italiane, costituisce di fatto un attentissimo osservatorio di vigilanza e garantisce un’efficace azione preventiva verso qualsiasi rigurgito di un razzismo che ha toccato nella Seconda Guerra Mondiale un vertice di azioni concrete che si spera irripetibile, ma che, nelle sue radici ultime e nelle sue fondamenta profonde, non deve mai essere ritenuto completamente debellato».