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La comunità diventa un museo: debutta il festival 'Ci sono sempre parole'

 

Nell'Empolese Valdelsa la gente torna a incontrarsi e a raccontarsi aneddoti e esperienze per tirar fuori il senso di comunità e di identità dei vari paesi. Nasce il primo festival diffuso su narrazioni e storytelling, ecco 'Ci sono sempre parole. [Non]festival delle narrazioni popolari (e impopolari)'. Al centro della kermesse ci saranno le persone e i racconti di vita quotidiana. Si terrà dal 6 ottobre al 30 novembre tra Montelupo Fiorentino, Montespertoli e Capraia e Limite.

"L'idea è quella di musealizzare il concerto di comunità. La condivisione è una vera e propria forma di arte" affermano l'ideatore e direttore artistico Andrea Zanetti e la direttrice del Mudev Cinzia Compalati. La manifestazione sarà divisa in tre momenti focali. Dal 6 ottobre al 16 dicembre al Palazzo Podestarile di Montelupo si terrà la mostra di arte contemporanea 'J.O.B.S.' concentrata sul mondo del lavoro e in cui quindici lavoratori della zona portano un oggetto simbolico del proprio mestiere; dal 9 all'11 novembre a Capraia e Limite gli abitanti locali saranno accompagnati dagli attori nel racconto-scambio di esperienze col pubblico; il 30 novembre al Centro I Lecci di Montespertoli Ginevra Di Marco presenterà 'Le narrazioni popolari', un concerto tratto dai racconti di Capraia e Limite e che fa parte di un progetto didattico con le scuole dell'Empolese Valdelsa. Non mancheranno anche momenti conviviali nel corso del programma.

Niente grandi nomi, solo persone comuni. Comunità e palcoscenico si mescoleranno, mentre i luoghi delle esibizioni saranno simbolici e evocativi della storia dei comuni ospitanti. "I protagonisti sono i cittadini, tutti i paesi e tutte le persone hanno storie da raccontare. In un momento in cui si vive molto il mondo virtuale, è bello far sì che la gente si incontri e torni a ascoltarsi e riconoscersi. Può sembrare una scelta inconsueta per il Mudev ma dall'inizio abbiamo lavorato sul patrimonio delle nostre comunità" spiegano gli organizzatori.

Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo con delega a cultura e turismo per l'unione dei comuni, prosegue: "Consegniamo il protagonismo ai nostri cittadini. È una grande scommessa e un obiettivo raggiunto. È un festival di tutti". Soddisfatta anche Rossana Gallerini, assessore a Capraia e Limite: "Questo evento tocca la vasca dei canottieri e il nostro centro espositivo, quindi la storia pura del nostro Comune e siamo orgogliosi che i cittadini possano raccontarla".

Le sezioni del Festival Ci sono sempre parole. [non]Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)

La mostra J.O.B.S. Join Our Blended Stories. Storie di lavoratori in mostra Narrazioni impopolari
inaugurazione del Festival e della mostra 6 ottobre ore 18.00 7 ottobre – 16 dicembre 2018
Montelupo Fiorentino (FI) - Palazzo Podestarile – Via Baccio da Montelupo 43
a cura di Andrea Zanetti in collaborazione con CGIL, CISL e UIL Firenze
Artisti: Emiliano Bagnato, Cristina Balsotti, Carolina Barbieri, Lorenzo Devoti, Sabina Feroci, Paolo Fiorellini, Lorena Huertas, Stefano Lanzardo, Roberta Montaruli, Enrica Pizzicori, Aurora Pornin, Francesco Ricci, Eleonora Roaro, Francesco Siani, Stefano Siani, Zino (Luigi Franchi).
Lavoratori: Emanuele Batelli, Antonella Benucci, Giuseppe Cascio, Antonio Ciampi, Tiziana Costoli, Barbara Daly, Silvia Desideri, Filippo Esposito, Francesca Fabbri, Annalisa Ferrara, Nicola Giusti, Thomas Langneble, Meri Ninci, Tito Paroli, Maria Rosa Salerno.

Il mondo del lavoro oggi. La precarietà, l’incertezza, il silenzio, il futuro che non arriva. La realizzazione di sé. Le famiglie contemporanee, il mutuo, la pensione, i nipoti. Le non famiglie, le solitudini. Le relazioni. Quanto si potrebbe scrivere e raccontare sul mondo, meglio, i mondi, del lavoro oggi! Quante storie di difficoltà, successi o privazioni, potremmo descrivere sulla base delle cronache quotidiane che leggiamo. Il mercato, la globalità, le reti, l’innovazione, la manualità; gli operai che resistono e quelli che non esistono. Gli occhi disillusi dei pensionati e quelli rassegnati dei figli. Ma anche gli occhi di chi ci è riuscito, con o senza lotte. Le mani di chi si impolvera ogni giorno o quelle veloci di chi digita su qualche tasto. La mostra interpreta i racconti individuali dei lavoratori abbracciando la complessità del mondo del lavoro contemporaneo. Sedici artisti interpretano, con la realizzazione di un’opera inedita, il racconto di un lavoratore. I lavoratori in mostra portano un oggetto ciascuno che identifica il loro impiego; attraverso il racconto del singolo lavoratore l’oggetto – con un QR code – parla in prima persona della storia personale ci colui che lo ha scelto. Un’esposizione che mette in relazione diretta i lavoratori con gli artisti, obbligandoli ad uno scambio di empatia, di parole e emozioni. Gli oggetti diventano il mezzo sul quale costruire la relazione e l’icona plastica che in mostra ‘affianca’ le opere degli artisti. Sul modello del Museo delle Relazioni Interrotte di Zagabria (https://brokenships.com), gli oggetti sono i protagonisti reali della mostra: come rappresentazione visiva ed orale delle singole storie e come scintilla creativa per gli artisti. Il racconto della complessità contemporanea del mondo del lavoro attraverso l’intimità delle parole, dei pensieri e delle speranze. Una mostra collettiva, nel vero senso della parola: le opere nascono dalle parole di un racconto e sfidano la complessità individuale per diventare collettivo e condivisione.

Ci sono sempre parole I racconti dei cittadini
9-10-11 novembre 2018
Capraia e Limite (FI) - Centro della Cantieristica e del Canottaggio, Sala di voga e palestra, Lungarno (a partire dalla Società Canottieri Limite), Fornace Pasquinucci, Oratorio della Compagnia della SS.Trinità, associazioni, case dei cittadini
Durante le tre giornate, dal 9 all’11 novembre, a Capraia e Limite, si ascolteranno i racconti dei cittadini. Selezionati attraverso una call aperta a tutto il territorio, saranno messi in scena direttamente dagli abitanti, tre diversi a incontro, con il supporto drammaturgico di attori dell’empolese valdelsa. Il filo conduttore sarà l’asse temporale che sempre segna la storia dei luoghi: racconti di emigranti, racconti di anziani, di famiglie, di bambini, di migranti arrivati negli ultimi decenni. Il tema è la vita, un tema quasi ‘libero’ e allo stesso tempo intriso di ragioni, cause e effetti. Si vuole portare alla luce una comunità che riscopre il piacere di raccontarsi nella straordinarietà del quotidiano, per confrontarsi non solo sulla memoria ma sulla codificazione del presente, accettando la sfida della contemporaneità come obiettivo ma utilizzando la nobile arte della parola come strumento. Oltre ai momenti scenici, saranno previste delle narrazioni spontanee, frutto della naturale capacità di raccontarsi e di ascoltarsi fornita dalla convivialità. Merende e cene all’interno delle quali i visitatori incroceranno i racconti dei cittadini, degustando prodotti del territorio o ricette tipiche della tradizione gastronomica. Nell’ambito dei tre giorni saranno realizzate tre performance artistiche dedicate al racconto che coinvolgeranno ulteriormente il pubblico.
I Wish di Stefano Lanzardo, un progetto di ritratti fotografici nei quali i cittadini raccontano il loro desiderio attuale inerente il luogo in cui vivono e il loro senso di comunità. I ritratti andranno a creare un’opera in divenire che si costruirà fotografia dopo fotografia per terminare con la sua autodistruzione, dando la possibilità a tutti di ritirare il proprio ritratto.
I Tell di Francesco Siani, ovvero un’istallazione/scultura all’interno della quale i cittadini potranno registrare liberamente il loro racconto. Un’opera interattiva che andrà a costituire il primo nucleo fondante di un Archivio Sonoro della Memoria Contemporanea.
A Mile in my Shoes (along Arno) - omaggio all’Empathy Museum di Londra, una passeggiata lungo le sponde dell’Arno ci sarà la possibilità di ascoltare alcuni racconti dell’archivio dell’Empaty Museum indossando le scarpe di chi ha vissuto quei racconti. Storie internazionali ma legate ai territori dal filo rosso dell’empatia.

Ginevra Di Marco: la musica e la tradizione popolare
Narrazioni popolari
evento/concerto - 30 novembre 2018 ore 21.00
Montespertoli (FI), Centro della cultura del vino I Lecci, Via Lucardese 74
Montespertoli e la musica sono un binomio già frequentato: posta al centro di un territorio con una grande tradizione teatrale e lirica, la città che diede i natali al famoso tenore Amedeo Bassi è sinonimo di musica. Parallelamente l’identità di Montespertoli – porta di accesso al Chianti – è collegata alla cultura popolare e materiale, quei saperi che la terra tramanda, insieme al vino, di germinazione in germinazione. È in questo contesto che Ginevra di Marco e i suoi musicisti stanno creando una produzione inedita per Montespertoli fatta di musica e racconti degli abitanti del luogo che confluirà nel concerto inedito del 30 novembre. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria scrivendo nome, cognome e numero di telefono di tutti i partecipanti a info@museiempolesevaldelsa.it La prenotazione è ritenuta valida solo dopo aver ricevuto conferma scritta da parte della segreteria organizzativa del Festival. Quest’ultima azione del Festival, offre anche l’occasione per strutturare un progetto educativo su tutto il territorio dell’empolese valdelsa. I ragazzi delle scuole medie inferiori lavoreranno, attraverso la mediazione degli insegnanti e degli operatori didattici, come blogger e narratori del progetto. Se da un lato avranno la possibilità di incontrare e confrontarsi con una artista di fama nazionale, dall’altro diventeranno, con la supervisione e l’accompagnamento degli adulti, fruitori consapevoli dei social che da ‘pericolo’ assumeranno un ruolo formativo, educativo e di documentazione oltre a regalare loro un’esperienza da ricordare ‘da grandi’. Operatori didattici Promocultura. Per info: Merj Bigazzi bigazzi@promocultura.it

Gianmarco Lotti

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