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Ufo ante-litteram, grandi fossili e rivolte contro la strada ferrata: le cronache da Montopoli

Pietro Leopoldo I Granduca di Toscana

Dal diario montopolese di Ignazio Donati, molte note curiose: avvistamento di un UFO ante-litteram, ritrovamento di un grande fossile, rivolte contro la strada ferrata, plausi al Granduca. L'opera dell'avvocato Donati è stata donata alla biblioteca di Montopoli: risale al 1860 il manoscritto delle "Memorie e documenti della Storia di Montopoli", una raccolta di informazioni sulla storia del borgo di Montopoli, assieme a una sezione con la trascrizione di documenti dall'anno Mille in poi.

La prima notazione, oggi sorprendente, è sui preparativi di un viaggio da Montopoli a Firenze dell’anno 1814. Anche se al di fuori dei limiti cronologici del Diario (1846-1867), mi pare una testimonianza imprescindibile sugli usi e costumi dell’epoca. Si legge testualmemnte: “[...] chi da Montopoli doveva andare a Firenze, si preparava un mese avanti, teneva un mese il cavallo in riposo corroborandolo con biada giornaliera bagnata con vino; disponeva delle cose sue fino quasi a far testamento e non si partiva per qualche mese dal seno della famiglia, sconfortata dai tanti pericoli cui andava incontro il viaggiatore, e anticipava tre giorni di sonno per quello che si esponeva a perdere. La vigilia della partenza mandavasi a San Romano il cavallo scarico, facendo poi portare il barroccio, o barroccino ad altro cavallo che poi si mandava indietro. L'ora della partenza era ordinariamente la mezzanotte [...]”

La seconda, del 1846, veramente curiosa fa pensare alla visione di un Ufo ante litteram: “ Una processione parte dalla chiesola della Madonna de' Boschi. [Sulla via per Stibbio ndr]” D’un tratto (la locuzione è mia), avvenne "Un fracasso simile a quello che produce un razzo infuocato...e videro passare per aria, non molto in alto, un globo bislungo scuro, che lasciava dietro di sé una scia pure scura. La linea che percorreva non era retta e fu giudicata una cosa animata: un serpente." Anche se il Donati, più seriamente parla di una stella cadente, nel popolo la fantasia galoppava, lasciatemi aggiungere: quasi come oggi [ndr].

Altre notizie degne di nota sono, nell’agosto dello stesso 1846, “Una forte scossa di terremoto che fece diventare bianca l'acqua di alcuni pozzi, e a Santa Croce si dovette abbattere il campanile della collegiata perché "minacciante rovina".

Non mancano le rivolte. Nel 1848, vetturini e navicellai volevano guastare la strada ferrata che gli aveva tolto il lavoro. Nel 1849 nel febbraio, vetturini e barrocciai d'Empoli e Pontedera arsero e rovinarono le due stazioni sotto pretesto di impedire che i livornesi si portassero a Firenze a prestar forze al Governo provvisorio di cui era a capo Guerrazzi, ma in realtà per fare il proprio interesse – scrive sempre il Donati- di poter di nuovo angariare i passeggeri con le vetture.

Lo stato d’animo di simpatia delle popolazioni del nostro Valdarno nei confronti del Granduca Leopoldo, è reso benissimo da questa narrazione: “ Sparsasi la notizia che il Granduca sarebbe sbarcato a Viareggio, furono in tutti i castelli del Valdarno fatti fuochi di gioia. Un invito del sottoprefetto di San Miniato chiamava i gonfalonieri di Fucecchio, Santa Croce, Castelfranco, Santa Maria a Monte a riunirsi a San Romano presso il gonfaloniere di Montopoli per stabilire la festa di ricevimento da farsi al passaggio di Leopoldo II dicendosi che passava per la via regia postale. (Il granduca in verità prese il treno e quindi le feste andarono a vuoto, NdR)". Ciò non toglie il clima che si respirava nelle campagne. Nel 1854 è descritto l’imperversare del Cholera nel giugno: “50 casi a Santa Croce; 1 a Castelfranco; 10 a Fucecchio; 2 nelle vicinanze di San Miniato. Particolare significativo, in tempi come i nostri di riscaldamento climatico, è l’incredibile avvenimento, nel 1858, di un “gennaio freddissimo per cui l'Arno sta gelato una settimana”.

Politicamente, alcune dolenti note si verificarono nel 1860, nelle votazioni dove si votava per il Regno separato e per l'unione al Piemonte. Non mancarono episodi di brogli: non fu vista una scheda a stampa per il Regno separato. Venivano fatte pressioni sui votanti che erano spinti a votare per l'Unione (specie i contadini) che erano contrari. I parrochi di San Romano, Montebicchieri e Cigoli, favorevoli al Regno separato, furono minacciati di carcere.

Tutto finì comunque a suon di musica e trionfi, quando il 17 marzo del 1861, alla proclamazione del regno italiano, la banda di Santa Croce fu chiamata ad eseguire diversi pezzi.

Valerio Vallini

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