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Caccia di selezione al capriolo, Tar respinge ricorso. Cia: "Troppo tardi"

Positivo che il Tar della Toscana abbia respinto l’istanza di sospensiva sulla caccia di selezione al capriolo presentata da Urca. Ma intanto le aziende agricole hanno dovuto subire venti giorni di attacchi e di danni gratuiti ai vigneti e a molte altre colture in tutta la regione, danni alle coltivazioni che ormai sono stati fatti e dai quali non è possibile tornare indietro. E’ quanto sottolinea la Cia Toscana

Aver accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino, nelle scorse settimane, resta un grave errore da parte del Tar regionale; mentre è ancora inconcepibile il comportamento irresponsabile e privo di ogni logica da parte dell’associazione venatoria, che come era facilmente prevedibile ha causato danni economici e sociali incalcolabili in gran parte della regione.

In pratica abbiamo ‘regalato’ ai caprioli tre settimane di scorribande fra i vigneti, con i grappoli ormai maturi e pronti per essere vendemmiati, mentre ai vitivinicoltori abbiamo regalato l’ennesima occasione per fare una amara conta dei danni, anche se – aggiunge Cia Toscana – ne avrebbero fatto volentieri a meno, come è immaginabile.

La Legge obiettivo era un buon punto di partenza come abbiamo più volte ripetuto, ma i risultati tardano ad arrivare. Serve una svolta: la Toscana resta la regione italiana con più densità di ungulati (5 volte superiore alla media), ed in Europa condivide questo triste primato solo con alcune aree dell’Austria. Nella nostra regione – afferma la Cia – vivono circa 500mila capi di ungulati, divisi quasi equamente fra cinghiali e caprioli. Quello dei danni causati da ungulati è un tema – conclude Cia Toscana - sul quale stiamo ancora attendendo una serie di misure in applicazione alla Legge obiettivo per arrivare a strumenti efficaci per prevenire i danni all’agricoltura e ai pagamenti in tempi rapidi tutti i danneggiamenti già subiti dalle aziende agricole; con l’obiettivo che il numero degli ungulati torni in una misura accettabile per l’ambiente e per l’economia agricola della Toscana.

Fonte: Ufficio Stampa

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