Agricoltura e legalità, in Toscana cresce l'occupazione trasparente
Con un balzo del 2,9% nelle ore lavorate è l’agricoltura a far registrare la maggiore crescita congiunturale tra tutti i settori produttivi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul mercato del lavoro nel secondo trimestre 2018. A fronte di episodi di lavoro illegale, venuti alla ribalta della cronaca anche in questi ultimi giorni, esistono dinamiche economiche che parlano di una crescita dell’occupazione trasparente.
“Occorre spezzare la catena dello sfruttamento che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne dove i prodotti agricoli pagati sottocosto pochi centesimi spingono all’illegalità. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli nel sottolineare la necessità di “una grande azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale, per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore. A quasi due anni dall’approvazione della legge sul caporalato l’esperienza, anche di questi giorni, dimostra che la necessaria repressione da sola non basta ed è invece necessario – continua Marcelli - agire anche sulle leve economiche che spingono o tollerano lo sfruttamento”.
Per questo – sottolinea Coldiretti – occorre affiancare le norme sul caporalato all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti (www.coldiretti.it). A pesare - denuncia Marcelli - sono le pratiche commerciali sleali dagli acquisti sottocosto alle aste capestro al doppio ribasso che strozzano a cascata industriali e agricoltori e la componente più debole dei lavoratori agricoli. I lavoratori stranieri – continua Coldiretti – contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va assicurata la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un’ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale.
“Si tratta – sottolinea Antonio De Concilio direttore Coldiretti Toscana – della conferma della dinamicità del settore, anche nella nostra regione, che è stato capace anche di attrarre moltissimi giovani sia per fare una esperienza di lavoro come dipendenti che per esprimere creatività imprenditoriale. Si tratta giovani generazioni fortemente motivate a costruirsi un futuro a contatto con la natura coniugando tradizione ed innovazione.
Ben vengano quindi iniziative di contrasto al lavoro illegale come quella realizzata dalla Regione Toscana che ha promosso alla fine del 2016 un protocollo sperimentale per contrastare sfruttamento e illegalità in agricoltura che è stato firmato da Inps, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Inail, da Coldiretti e dalle altre organizzazioni sindacali ed imprenditoriali. Il protocollo, la cui validità è stata rinnovata anche per l'anno 2018, è finalizzato, nel rispetto dei ruoli istituzionali ricoperti da ciascun attore, ad attivare concreti interventi a tutela e promozione dei diritti contrattuali dei lavoratori e delle imprese agricole in regola. A seguito di questo protocollo, sono stati istituiti, presso i Centri per l'impiego, specifici elenchi di prenotazione per il settore agricolo nei quali possono confluire volontariamente tutti i lavoratori disponibili alle assunzioni o riassunzioni presso le imprese agricole.
Fonte: Ufficio Stampa