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Arrestate e trasferite in carcere tre persone per capolarato, violenze, minacce e maltrattamenti dopo la morte per infarto di un romeno il 7 novembre 2017 nelle campagne di Rufina mentre era impegnato nella raccolta delle olive. In carcere sono andati Gaetano Pasetto, 48enne di San Bonifacio Veronese, Mihai Atanasoaei, 45 anni, romeno residente a Dicomano (Firenze) e Neculai Dudau, 63 anni, romeno abitante a Solesino (Padova). Ci sono altri due indagati nell'inchiesta. L'operazione dei carabinieri dell'ispettorato del lavoro di Firenze e della tutela del lavoro di Roma hanno agito nelle province di Perugia, Verona e Padova dopo l'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Firenze. L'operazione Agrijobs ha portato anche al sequestro di due società cooperative riconducibili agli indagati e al sequestro dei conti correnti e di una vettura usata per i reati contestati. Le indagini hanno portato allo smascheramento del 'caporale, caposquadra che annotava orari e luoghi di lavoro, chi lavorava, la paga (dai 4 ai 5 euro l'ora per 11 ore di lavoro di media) e i mezzi di trasporto utilizzati. Il caporale era legato a un altro vertice del sodalizio criminale che coordinava le attività e reclutava i lavoratori dalla Romania e dall'Albania, inviandoli in Toscana, Veneto e in Svizzera. I controlli dei carabinieri li hanno visti impegnati in comuni toscani come Gavorrano (Grosseto), Castellina in Chianti (Siena), Rufina, San Piero a Sieve e Montaione (Firenze). In più occasioni ha anche mostrato documenti falsi durante i controlli di polizia, 'aggiustando' il numero di ore impiegate.Ovviamente, i lavoratori venivano pagati per meno giorni di quelli in cui lavoravano, senza contare gli straordinari e ovviamente senza contratto. Non erano rispettate le norme igieniche, di sicurezza, le visite mediche e i corsi di formazione. Gli schiavi dormivano in un'abitazione della cooperativa, della quale dovevano pure pagare l'affitto. L'ammanco totale dei contributi previdenziali all'Inps è stato quantificato in 500mila euro.
La soddisfazione di Laura Lega, prefetto di Firenze
Il prefetto Laura Lega esprime viva soddisfazione per l’azione condotta oggi dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Firenze contro lo sfruttamento della manodopera nel settore agricolo, compiuta in varie località della provincia fiorentina. L’operazione è stata eseguita nell’ambito di un’indagine avviata da tempo. “Oggi è stato assegnato un duro colpo al caporalato, ha dichiarato Lega, grazie a questa vasta operazione dell’Arma dei Carabinieri, con la quale mi congratulo. Azioni come questa contrastano efficacemente certe forme di potere che la criminalità organizzata esercita in alcuni settori economici, sfruttando le persone in relazione al loro stato di bisogno e di fragilità. Ma non è il solo obiettivo che cogliamo, perché oggi possiamo dire di aver rafforzato, al tempo stesso, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine”.
Il plauso di Enrico Rossi
"Esprimo, a nome della Regione Toscana, il mio plauso al lavoro dell'Arma dei Carabinieri che ieri ha sgominato un'organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di lavoratori nei settori dell'agricoltura e dell'edilizia in Toscana. Ricordo che la Regione ha deciso da tempo di sospendere i pagamenti dei contributi comunitari alle imprese che hanno procedimenti in corso per una serie di reati in materia di lavoro ed esclude dalle richieste di finanziamento le imprese i cui titolari hanno riportato sentenze di condanna. Se magistratura e forze dell'ordine ci forniranno l'elenco delle imprese che hanno fatto ricorso a forme di caporalato, la Regione Toscana procederà immediatamente ad agire di conseguenza". Così il presidente della Regione, Enrico Rossi, commentando l'operazione anti-caporalato che ha portato ieri a tre arresti in Toscana.
"Non facciamo e non faremo sconti – prosegue - a chi non lavora nella legalità e sfrutta i lavoratori. Il rispetto della dignità dei lavoratori è al centro dell'azione dell'amministrazione regionale. Nell'ottobre 2016, una decisione della giunta ha previsto la sospensione dei pagamenti degli aiuti comunitari alle imprese anche quando a carico dell'imprenditore risultano procedimenti penali in corso per i reati in materia di lavoro – dallo sfruttamento dei lavoratori in condizioni di bisogno e di necessità ad altre fattispecie di reato in materia di lavoro nero e sommerso. Per quanto riguarda il settore agricolo – conclude -, eravamo intervenuti alcuni mesi prima, stabilendo con una delibera l'esclusione dall'accesso ai contributi in agricoltura coloro che hanno riportato sentenze definitive di condanna per reati gravi in materia di lavoro".
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