Attac Italia, a Cecina la tradizionale 'Università estiva'
Dal 14 al 16 settembre, a Cecina, si svolgerà la tradizionale “Università Estiva” di Attac Italia, associazione che dal 2001 si occupa di finanza, beni comuni, di nuova economia pubblica e partecipativa, e di Campagne per la riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici. “Crisi: 10 anni bastano” è il significativo titolo delle tre giornate suddivise in cinque seminari su come sono cambiate l'economia, il lavoro, la relazione con la natura, la società e la democrazia, con un dibattito conclusivo su “I movimenti sociali fra crisi e alternative”. Ne rifletteranno assieme Ciccio Auletta, Marco Bersani, Matteo Bortolon, Emiliano Brancaccio, Michele Cangiani, Salvatore Cannavò, Rita Cantalino, Antonio De Lellis, Nicoletta Dentico, Fausto Gianelli, Roberto Guaglianone, Tatiana Montella, Stefano Risso, Marco Schiaffino e Guido Viale.
Nel marzo 2008 Bear Stearn, una delle “big five”, le cinque banche più grandi degli Usa, dichiarò fallimento, in seguito all'esplosione della bolla immobiliare legata ai mutui subprime. Molte cose sono cambiate in questi dieci anni anche in Italia. Le condizioni di vita delle popolazioni sono peggiorate, con un accentramento della ricchezza e una diseguaglianza sociale che non ha precedenti. La contraddizione ecologica assume i connotati di una drammatica realtà con cui fare i conti per i prossimi decenni, e la vita delle persone si va sempre più configurando all'insegna della precarietà: del lavoro, della coesione sociale, del futuro individuale e collettivo.
Muta profondamente anche il segno della democrazia, con i diritti trasformati in variabili dipendenti dai profitti e le istituzioni in sedi di ratifica di decisioni prese in luoghi “altri” dalle stesse. Si afferma la teologia dei mercati, entità impersonali che dominano e determinano la vita delle persone e della società, mentre lo shock del debito diviene l'indiscussa narrazione dominante. E, come finta risposta alla stessa, si affermano sovranismi nazionalistici, che fanno del razzismo la propria cifra identitaria.
Siamo dunque costretti dentro un percorso immodificabile e dentro un orizzonte di rassegnazione sociale? Dobbiamo accettare come inoppugnabili la compressione di tutti i diritti, la mercificazione dei beni comuni e la privatizzazione dei servizi pubblici? Dobbiamo chiamare “inevitabile tragedia” il crollo del viadotto Morandi a Genova? C'è chi pensa di no e ritiene che un'analisi approfondita di questo ultimo decennio possa contribuire a costruire una narrazione differente, sia sulle cause che hanno prodotto la crisi, sia soprattutto sulle possibili risposte da dare alla stessa. E' quanto propone Attac Italia nella sua università estiva a Cecina (LI).
Fonte: Attac Italia - Ufficio stampa