Scovato l'appartamento del pusher arrestato, riforniva Empoli e il circondario nel giro dei richiedenti asilo
Gli indizi arrivati dopo l'arresto di Diop Thede, rifugiato senegalese classe '87 residente ufficialmente nel centro accoglienza di via Verdi a Empoli, hanno portato gli uomini del commissariato locale a rintracciare la base del confezionamento e dello spaccio di droga. Era un appartamento preso regolarmente in affitto a Ponzano, dove gli uomini dell'anticrimine e della squadra volante hanno trovato in un sacchetto giallo sotto al lavandino il 'grosso' della drova: 1,2 kg di hashish in due panetti, 6 grammi di cocaina in 12 involucri e 63 di eroina suddivisi in 60 pacchettini. L'uomo era stato arrestato la prima volta per mancato rispetto dell'obbligo di dimora e la seconda volta perché trovato a spacciare eroina all'indomani. "Un colpo importante allo spaccio nel centro di Empoli e nelle zone limitrofe", così ha definito l'operazione di questa mattina, lunedì 10 settembre, il commissario Danilo Di Stefano. Thede, al momento in carcere, è ben inserito nella piramide dello spaccio, muovendo tra i 3 e i 4 kg di hashish con lo spaccio al dettaglio nell'ambiente dei rifugiati. Il ritrovamento della base all'indomani dell'arresto di Thede sembrava un miraggio visto che non vi erano tracce in zona. Poi degli indizi hanno condotto gli uomini in divisa nell'area di Ponzano, finalmente trovando buona parte del bottino. Oltre alla droga, in casa erano presenti due bilancini di precisione, rotoli di nastro adesivo per impacchettare i panetti, due documenti di identità che portavano falsi alias (due date di nascita diverse per l'uomo). La proprietaria dell'appartamento, che riceveva 500 euro di affitto pagati con regolarità. Tra i dettagli emersi dopo l'arresto, che identificano il pusher come ben inserito nella catena di spaccio, la polizia ha riferito che l'arrestato è riuscito a nascondere per 2 giorni dopo l'arresto 3 ovuli di cocaina che aveva in bocca.