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Sanità, Bambagioni (Pd): "In Toscana si invecchia e mancano le Rsa"

Quasi un milione di anziani, un quarto della popolazione, 80 mila non autosufficienti, in aumento i malati cronici. Del milione e mezzo di accessi annui ai Pronto Soccorso toscani, circa 700mila sono over 65,  spesso costretti a restare nei Pronto Soccorso anche dopo la fase acuta della malattia.
Le RSA non riescono ad assorbire la domanda (sulle 304 convenzionate censite 239 non hanno posti): chi può ricorre al privato, per chi non se lo può permettere e non ha modo di ricevere assistenza in famiglia è necessario realizzare nuove strutture per i malati che hanno superato la fase acuta, sotto l'osservazione e con l'assistenza di studenti di Medicina, Scienze infermieristiche e con il contributo del volontariato.

La Toscana sta invecchiando, e secondo l’Istat il trend non accennerà a rallentare: dal 2007 al 2017 la popolazione anziana residente in Toscana è cresciuta di circa 90mila unità, passando da 849.136 a 939.649: un quarto della popolazione è quindi over 65, a fronte di un dato nazionale che si attesta intorno a 13 milioni su 60, circa un quinto della popolazione. Nel medesimo arco temporale l’età media è cresciuta da 44,8 a 46,2, la speranza di vita alla nascita da 81,9 a 83,3 anni, la speranza di vita a 65 anni a 21,1.

Sempre secondo l’Istat – dati relativi al 2017 – l’indice di vecchiaia (il rapporto tra la popolazione compresa tra 0 e 14 anni e quella con età uguale o superiore a 65) si attesta a 165,3 a livello nazionale e a ben 198,6 in Toscana (due anziani per ogni giovane con età inferiore a 14 anni), con un incremento di circa 9 punti percentuale nel corso dell’ultimo decennio. i dati parziali relativi al 2018 per il medesimo indicatore evidenziano un ulteriore aumento di circa tre punti percentuale: 168,9 a livello nazionale, 201,4 per la Toscana.

Se fortunatamente la qualità della vita degli anziani tende anch’essa mediamente a migliorare sono comunque in aumento gli anziani non autosufficienti, passati da 65mila a 80 mila e gli over 85 incrementati di oltre il 25%; aumentano anche i malati cronici, “non necessariamente per un peggioramento delle condizioni di salute, ma in parte per l’invecchiamento della popolazione e i progressi nelle cure e nell’attesa di vita alla diagnosi”, come afferma il recente rapporto “Welfare e salute in Toscana”.

Il quadro futuro è delineato: è prevedibile se non certo un ulteriore incremento della domanda di bisogni socio-sanitari e assistenziali.

E la risposta non può essere rappresentata dalle sole Residenze sanitarie assistite. Da un nostro censimento effettuato sul portale della Regione le strutture attive sarebbero 304, ma ben 239 di queste (l’80 percento) a ieri non aveva posti liberi, 19 avevano posti solo per le donne, 12 solo per gli uomini e solo 34 per entrambi. Sono sempre più frequenti i casi di famiglie che pur avendo i requisiti non riescono a trovare per il familiare anziano un posto nelle RSA, dovendo conseguentemente ricorrere in molti casi al ricovero presso strutture private (con quote mediamente pari al doppio della quota sociale a carico dell’assistito, che può oscillare dai 30 ai 65 euro). Una cifra importante, coperta da un finanziamento che solo per il 2018 è pari a 202 milioni, ma insufficiente per rispondere alla domanda in aumento, anche in ragione di una diversa struttura familiare, sempre meno ampia e sempre più impegnata lavorativamente, con una conseguente difficoltà nell’accudire il familiare non autosufficiente.

Una conseguenza di questa somma di fattori è data dalla presenza di anziani ricoverati nei 34 pronto soccorso della Toscana. Ebbene, dei circa 1,5 milioni di accessi all’anno, circa 700mila sono over 65, al netto delle patologie più gravi che colpiscono gli anziani (demenze). A causa del taglio dei posti letto e delle difficoltà delle famiglie i pazienti fragili sono costretti a stazionare nei PS dalle 24 alle 72 ore, in attesa ora di essere trasferiti in reparto o di essere rimandati a casa, con le problematiche che ne conseguono: l’impatto negativo sull’anziano stesso all’organizzazione del reparto, ridotto talvolta a parcheggio nonostante la professionalità, la competenza e l’umanità di medici e infermieri.
Necessario quindi intervenire creando strutture alternative. Un paziente costretto al ricovero costa circa 500 euro al giorno al sistema sanitario, moltiplicato per il numero di ricoveri di anziani che potrebbero non essere ricoverati si ricava una somma da destinare alla creazione di due tipi di strutture, possibilmente contigue agli ospedali: il primo binario prevede delle residenze per i malati che hanno superato la fase acuta, sotto l’osservazione e con l’assistenza di studenti di Medicina, di Scienze infermieristiche e con il contributo di quella ricchezza sociale propria della Toscana che è il volontariato. Parallelamente è necessario realizzare strutture per i malati cronici con la collaborazione dei medici di base, in una sorta di integrazione dei centri residenziali di cure palliative.

Come premessa a questa proposta ho depositato una interrogazione alla Giunta regionale nella quale chiedo il numero di residenze sanitarie assistenziali pubbliche e private accreditate operanti in Toscana e i posti liberi ad oggi; il delta medio tra il costo della quota sociale e la retta richiesta nelle strutture private, e soprattutto se è nelle intenzioni della Giunta regionale rivedere le misure contenute nella legge 66/2008 e approntare nuovi programmi in grado di affrontare tempestivamente l’aumentata domanda di servizi socio-assistenziali.

Paolo Bambagioni, consigliere regionale Pd, vicepresidente della commissione regionale Sanità

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