Emergenza casa Pisa, UiP: "Sul nuovo Regolamento ignorate le associazioni"
Se qualche famiglia (italiana) indigente bisognosa di casa si aspettava dalla Giunta leghista, che da giugno scorso amministra il Comune di Pisa, una soluzione ai suoi problemi abitativi rimarrà fortemente delusa dopo l'approvazione del nuovo Regolamento degli interventi per l'emergenza abitativa.
Infatti il Regolamento all'esame deliberativo della 2^ Commissione Consiliare, convocata per lunedì 3 settembre, è in piena continuità col Regolamento vigente, approvato 10 anni fa dalla Giunta Filippeschi/Zambito e alla legge regionale n. 41/2015, voluta e approvata dal duo PD Renzi/Saccardi; tra l'altro legge all'esame del Consiglio Regionale per una sostanziale modifica, perché riconosciuta dagli stessi PD penalizzante i bisognosi di casa indigenti con sfratto o residenti in alloggi impropri, antigienici o con sovraffollamento/coabitazione.
In particolare il Regolamento leghista, oltre a introdurre speciosi ostacoli burocratici (esempio certificazione consolare di non proprietà all'estero per comunitari ed extracomunitari) per impedire la partecipazione ai bandi alle famiglie "straniere", anche se regolarmente residenti in Italia da decenni, continua ad assegnare al Dirigente del Servizio Sociale e Casa, in piena sua autonomia, la decisione nella scelta relativa alla tipologia d'intervento da adottare per risolvere l'emergenza fra i tre provvedimenti previsti, quali:
- a) contributi comunali tratti dal Fondo Sociale gestito dalla Società della Salute;
- b) assegnazione temporanea (massimo 18 mesi) di alloggi comunali (no di ERP) o di privati, procurati tramite l'Agenzia Sociale per la casa (inattuata);
- c) albergazione temporanea per un massimo di 10 giorni, gratuita soltanto per i nuclei con ISEE inferiore al "minimo vitale" (d'importo imprecisato, stabilito periodicamente dalla SdS). Questa pessima e dispendiosa soluzione comporta comunque alla famiglia concessionaria l'obbligo di collaborare al progetto di aiuto "sociale" proposto dai Servizi, pena la sistemazione alberghiera soltanto ai soggetti "fragili" (minori, anziani, disabili), così favorendo il frazionamento delle famiglie.
Non essendo riusciti a incontrare la nuova assessora al sociale e casa, dr.ssa Gianna Gambaccini, il 25 luglio scorso le abbiamo inviato proposte (totalmente ignorate) per affrontare in modo concreto l'emergenza abitativa, diventata ormai strutturale in questo sistema liberista e sempre più burocratizzato, chiedendo in particolare di:
1) approvare una nuova regolamentazione dell'emergenza abitativa, con l'eliminazione della Commissione tecnica, attribuendo la competenza alla esistente Commissione Territoriale per il contrasto del disagio abitativo del LODE Pisano istituita dalla L.R.T. n. 75/2012.
2) accelerare il recupero dei numerosi alloggi popolari sfitti, sia tramite l'autorecupero che recuperando risorse dalle dispendiosi albergazioni (da eliminare, tranne casi eccezionali per catastrofi naturali), in particolare utilizzando le decine di alloggi vuoti (in attesa di una futura demolizione) esistenti a Sant'Ermete come alloggi "parcheggio" per le famiglie sfrattate o senza casa.
3) concludere il percorso per la costituzione di un'Agenzia Sociale per la casa, secondo quanto previsto dal Decreto attuativo n. 1033 del 25/10/2016, per incrementare il numero degli alloggi di proprietà privata disponibili per l'emergenza abitativa.
4) introdurre nel bilancio comunale un capitolo specifico per finanziare ogni anno la manutenzione degli alloggi di proprietà del Comune, non potendo la trascurata manutenzione degli alloggi comunali gravare soltanto sugli assegnatari tramite le modeste entrate da canoni.
5) rendere partecipi le Associazioni degli inquilini e le Agenzie immobiliari alla gestione dell'emergenza abitativa.
Fonte: Unione Inquilini Pisa