Alghe ammassate abusivamente sulla spiaggia libera, denunciato titolare di stabilimento
Denunciato in flagranza di reato il titolare di uno stabilimento balneare intento a disfarsi di enormi cumuli di alghe Posidonia abbandonandoli su una vicina spiaggia libera.
Siamo a Vada, località Mazzanta, nei pressi del Fosso Mozzo, un piccolo fazzoletto di spiaggia ambito da tanti bagnanti.
E sono stati proprio questi ultimi a denunciare il fenomeno quando, nei giorni scorsi, alla Guardia Costiera è pervenuta più volte la stessa lamentela: "quando fa la mareggiata qualche incivile viene ad ammazzare le alghe sulla spiaggia libera impedendone il godimento, non solo per le aree occupate, ma anche per il cattivo odore che esse emanano sotto l'effetto dei raggi del sole”.
Indagini accurate sulle abitudini dei frequentatori della zona, in particolare dei vicini concessionari, e specifici appostamenti hanno consentito agli ispettori ambientali degli uffici Locali Marittimi di Cecina e Vada di accertare che un uomo, con l'Impiego di un trattore, si affannava ad ammassare cumuli e cumuli di Posidonia proprio lì, sulla spiaggia libera.
I militari interrompevano prontamente l'attività illecita ponendo sotto sequestro il mezzo meccanico e contestando anche sanzioni per 2mila euro al trasgressore, titolare di un attiguo stabilimento balneare, che continuava a schermirsi "per dù palate di roba".
Si ricorda che le biomasse composte dalle foglie di Posidonia sono un habitat naturale per la nidificazione di uccelli marini e lo sviluppo di piccoli molluschi, oltre che fungere da importante azione di contrasto all'erosione costiera. Proprio in ragione delle sue funzioni, vitali per l'ambiente marino, l'Istituto Superiore per la protezione ambientale d'intesa con le regioni costiere ne suggeriscono il riutilizzo per la ricomposizione di Bancquettes o Dune.
Sono stati pertanto interessati i comuni di Cecina e Rosignano (in quanto area a cavallo del confine territoriale) per le competenti valutazioni in merito alle corrette modalità di gestione dei materiali e di sgombero dell'area abusivamente invasa.
Fonte: Guardia costiera - Capitaneria di porto