Carrello d'acciaio addosso e pugni in faccia all'agente penitenziario: nuovo fatto al 'Don Bosco'
Ennesimo episodio di violenza ai danni della polizia penitenziaria negli Istituti penitenziari della Toscana.
A darne notizia è Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: "La situazione è sempre più tesa e pericolosa e lo dimostra quel che è successo nelle ultime ore. Dopo l'aggressione della scorsa settimana avvenuta nel carcere di Lucca, nella giornata di ieri, intorno alle 15, nel carcere "Don Bosco" di Pisa si è consumata l'ennesima aggressione ai danni di un poliziotto. Un detenuto di origini tunisine, in carcere per reati tra cui spaccio di sostanze stupefacenti, ha aggredito un agente di polizia dapprima scaraventandogli un carrello d'acciaio addosso e poi colpendolo al volto. Solo il concomitante intervento di altri operatori di polizia scongiurava il peggio. Il collega prontamente soccorso veniva trasportato al nosocomio cittadino per le cure del caso. Il poliziotto è stato dimesso con la prognosi di alcuni giorni e con un presidio medicale per il trauma fisico riportato”.
Amara la conclusione del SAPPE: “Purtroppo la Polizia Penitenziaria della Toscana è costantemente esposta a troppi rischi di questo tipo e per far fronte a criticità di questo tipo ci vorrebbe un'adeguata quantità di personale di Polizia per favorire e promuovere l'osservazione e la rieducazione, garantendo allo stesso tempo l'ordine la sicurezza e la tutela dei poliziotti. Pertanto auspichiamo la massima attenzione da parte dell'amministrazione penitenziaria e dagli organi di governo. Ormai non abbiamo più parole per descrivere le criticità delle carceri toscane e le conseguenti pericolose condizioni di lavoro di chi vi lavora, in primis appartenenti alla Polizia Penitenziaria”.
“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Capece. “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E’ mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?”.
Fonte: Sappe - Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria