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Fiumi e laghi in Toscana, uno su tre in buono stato chimico

È stato pubblicato sul sito Web dell'Agenzia Arpat il consueto rapporto annuale sui risultati del monitoraggio delle acque superficiali interne della Toscana: fiumi, laghi e acque di transizione, che riporta i risultati del 2017, anno intermedio del triennio 2016-2018, di applicazione della Direttiva europea 2000/60/CE, come dettagliato nel D.M. 260/2010.

La Direttiva Europea prevedeva l'obiettivo di raggiungere il "buono stato" delle acque superficiali entro l’anno 2015; l'obiettivo è prorogato al 2021, con alcune deroghe al 2027, dal Piano di Gestione del Distretto Appennino settentrionale (DPCM 27 ottobre 2016).

Il monitoraggio
A livello regionale, la programmazione del monitoraggio della cosiddetta rete MAS (Monitoraggio Acque Superficiali) si svolge sul sessennio, suddiviso in due tronchi triennali in cui mediamente è suddiviso il numero di stazioni da monitorare e il numero di parametri, biologici e chimici da indagare.

Il piano di monitoraggio, entrato in vigore con la DGRT 847/13, prevede 263 stazioni di monitoraggio di corpi idrici, di cui 223 in corsi d'acqua, 12 in acque di transizione e 28 in laghi o invasi. [vedi anche specifica scheda informativa sul Monitoraggio della qualità delle acque dolci superficiali].

Il monitoraggio (come previsto dalla citata DGRT 847/13) è annuale per i corpi idrici in monitoraggio operativo e triennale per quelli in sorveglianza, con frequenze di campionamento che variano da 4 a 6 volte l'anno. Fanno eccezione i parametri biologici che vengono effettuati con frequenza triennale sia nel monitoraggio operativo sia in quello di sorveglianza.

La banca dati del monitoraggio ambientale delle acque superficiali della Toscana è consultabile online.

In aggiunta al consueto campionamento chimico delle acque e biotico in alveo, nel 2017 sono state introdotte attività nuove, alcune a livello sperimentale:

ricerca sostanze pericolose nel biota,
determinazione delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) quali inquinanti emergenti,
elaborazione del Potenziale Ecologico per i corpi idrici fortemente modificati,
applicazione dell'indice IQM idromorfologico.
La classificazione delle acque
La classificazione dello stato di qualità delle acque superficiali, ottenuta dall'elaborazione degli indici “stato ecologico” e “stato chimico”, ha una frequenza triennale: i risultati del monitoraggio condotto nel 2017 rappresentano dunque la situazione intermedia del triennio 2016-2018 di applicazione in Toscana della Direttiva Europea.

Dall’esame della quota parte dei risultati del 2017 l'obiettivo di classificazione "buono " è stato così raggiunto:

33% per lo stato ecologico
61% per lo stato chimico.
Nel rapporto è disponibile il dettaglio della classificazione per corpo idrico.

Stato-ecolofigo-fiumi-Toscana-2017stato chimico fiumi Toscana 2017

Dal 2010 ARPAT ha progressivamente adeguato il monitoraggio dei corpi idrici superficiali ai criteri del Testo unico ambientale (152/2006) che ha recepito la Direttiva europea. Tale adeguamento avviene anche nel rispetto di quanto richiesto dal recente D.Lgs 172/15, che prevede la ricerca di sostanze pericolose nei pesci (biota), in aggiunta a quanto ricercato nella matrice acqua per l'elaborazione dello stato chimico.

Gli indici previsti dal Testo unico richiedono attività di campionamento in alveo da svolgere tutto l'anno, nonché attività laboratoristica per la determinazione di una serie di parametri che possono essere schematizzati come segue:

Stato ecologico:

elementi chimico fisici (ossigeno, composti azoto e fosforo)
indicatori biologici: struttura e biodiversità nelle comunità di macroinvertebrati, macrofite e diatomee (non viene analizzata la struttura della comunità ittica)
sostanze pericolose tab 1 B del D.Lgs 172/15 (tra cui pesticidi)
stato chimico:

presenza oltre i limiti normativi di concentrazioni di sostanze pericolose (tra cui PFAS, metalli, cloroalogenati ecc)
L'indicatore “macroinvertebrati” è quello determinante, nella maggior parte dei casi, della qualità ecologica:

gli invertebrati bentonici evidenziano alterazioni causate da inquinamento e da sostanze chimiche tossiche,
le macrofite evidenziano alterazioni dello stato trofico in fiumi di media grandezza.

Sul fronte dello stato chimico, i parametri le cui concentrazioni medie annue superano lo SQA e quindi determinano lo stato chimico "non buono" sono :

mercurio,
PFOS (acido perfluorottansolfonico),
nichel,
piombo.
Con minore frequenza si sono riscontrati superamenti di benzo(a)pirene, benzo(ghi)pirene, triclorometano, tributilstagno e fenoli.

sostanze che incidono sullo stato chimico

Indice di Qualità Morfologica
A supporto degli indici di cui sopra, è prevista l’applicazione dell’indice IQM (Indice di Qualità Morfologica), attraverso cui è possibile "pesare" l'impatto dovuto a canalizzazioni, rettifiche, briglie, difese spondali, sottrazioni idriche, tagli di vegetazione. Si tratta di opere che, se in misura contenuta, sono utili e necessarie, mentre se effettuate in modo eccessivo distruggono la varietà di microhabitat, prerequisito per ospitare comunità animali e vegetali ben diversificate, artefici della capacità autodepurante insita in corpi idrici in buone condizioni ecologiche.

Indice di Qualità Morfologica

Nel 2017 si è proceduto alla ricerca di sostanze pericolose nei pesci sia di acque fluviali che di transizione, prevista dal D.Lgs 172/15.

Le stazioni sono state selezionate tra quelle del reticolo di monitoraggio; la scelta teorica della specie ittica per ogni stazione è stata fatta in base alla specifica vocazione ittica del corso d’acqua in quel tratto; le specie ittiche oggetto di ricerca sono state le seguenti: Trota (Salmo trutta) e Cavedano (Leuciscus cephalus cabeda o Squalius cephalus) o, in alternativa, Barbo (Barbus plebejus).

La ricerca di sostanze pericolose nel biota contribuisce alla classificazione dello stato chimico in acque fluviali e di transizione. Applicando i criteri e il confronto con gli standard di qualità ambientale del D.Lgs 172/15, tutti i campioni di biota si sono collocati al livello “non buono” per superamento di alcuni parametri, con frequenza maggiore quelli corrispondenti al mercurio e al difeniletere bromurato.

In alcune zone (Fiume Paglia, Fiumi Cecina valle, torrente Vivo, Limentra di Sambuca, Tevere valle, Serchio a Migliarino, Arno tratto pisano, Torrente Archiano) il superamento della standard di qualità ambientale rilevato era di notevole entità, soprattutto per il parametro mercurio (SQA pari a 20 μg/kg) rappresentativo, nei valori più elevati, di zone geo-morfologicamente ricche di tale metallo e dello sfruttamento pregresso della sua presenza nel territorio.

In tutti gli esemplari esaminati è stata ritrovata la presenza di PFOS anche se in concentrazioni LOQ limite di quantificazione).

Il glifosate e AMPA vengono ricercati in un numero ulteriormente ridotto di stazioni (70 su 111) a causa della complessità dell’analisi e l’indisponibilità di adeguate risorse tecniche e strumentali presso il laboratorio dedicato.

Le stazioni di monitoraggio con campioni di fitofarmaci non conformi allo standard di qualità ambientale sono cresciute da 23 a 54, tra il 2016 ed il 2017, con incremento superiore al 100%.

La percentuale di campioni con residui misurabili di fitofarmaci (>LOQ) è passata dal 56,7% del 2014 al 75,3% del 2017.

Delle 54 stazioni con campioni non conformi, in 48 casi risulta responsabile l'erbicida glifosate e/o il suo metabolita AMPA (acido aminometilfosfonico).

Si ricorda che il glifosate è attualmente la sostanza attiva più venduta in Toscana dopo lo zolfo, con oltre 155 tonnellate (ISTAT, 2016).

Negli altri 6 casi entrano in gioco sia singole sostanze attive, quali l’oxadiazon, il metalaxil e l’imidacloprid, che la sommatoria di più sostanze attive.

Per le acque di transizione, le cui caratteristiche intrinseche sono in parte simili a quelle delle acque superficiali interne e in parte alle acque marine, i punti di monitoraggio sono rappresentati da foci fluviali, lagune e zone umide costiere.

Le zone di foce sono ambiente in cui è spesso difficoltoso campionare, in modo particolare gli indici biologici, che necessitano di un mezzo nautico e di appropriate condizioni per operare in sicurezza.

Il 36% delle acque di transizione raggiunge uno stato ecologico e chimico buono, quindi una percentuale abbastanza bassa considerati gli obiettivi europei.

In laghi e invasi il 32% dei corpi idrici è in stato ecologico buono e l'82% in stato chimico buono. In alcuni invasi che servono anche per la captazione di acque da destinare alla potabilizzazione sono stati riscontrati valori positivi di glifosate e AMPA.

Fonte: Arpat

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