Furti in appartamento, fuga sui tetti di Firenze. Quattro denunce dopo la segnalazione di una passante
Questa notte, verso le 4, alla centrale operativa della Questura di Firenze è giunta la segnalazione di una cittadina che comunicava un tentato furto in atto in via Spontini. Subito 4 equipaggi delle volanti sono stati fatti convergere sul posto per tentare di bloccare ogni possibile via di fuga. Ed infatti, poco dopo, anche grazie alle puntuali descrizioni fornite alla Polizia, una volante ha notato un’auto corrispondente alle descrizioni che, proveniente da via Galliano, imboccava via Toselli. Alla vista della macchina della Polizia, il conducente ha provato ad accelerare per tentare di far perdere le tracce ma l’auto con a bordo 4 cittadini albanesi - di età compresa tra i 32 ed i 49 anni - è stata definitivamente bloccata in viale Redi.
Nell’auto gli agenti hanno trovato 2 cappellini, 2 scaldacollo, 2 paia di guanti, un’asta in ferro della lunghezza di quasi 60 cm., 3 torce, ed altri attrezzi atti allo scasso.
I 4 cittadini albanesi – i due più anziani con precedenti per reati contro il patrimonio e tutti senza fissa dimora - sono stati sottoposti a fermo per tentato furto aggravato in abitazione in concorso e sono ora nel carcere di Sollicciano, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La notte tra giovedì e venerdì scorso, invece, 2 cittadini albanesi sorpresi in flagranza sono stati arrestati dai poliziotti in zona Porta Romana dopo una rocambolesca fuga sui tetti terminata, per il più grande - un 29enne - con una caduta nei giardini di Boboli che gli è costata la frattura delle gambe.
Questo lunedì, poi, un altro cittadino albanese, questa volta 30enne, è stato arrestato da agenti del Commissariato di Sesto Fiorentino e del Reparto Prevenzione Crimine Toscana dopo che, fermato mentre era alla guida di un’auto nel territorio sestese, è scappato per i campi immergendosi nei canali; il 30enne albanese era ricercato perché doveva scontare una pena di 3 anni proprio per una serie di furti in appartamento commessi nel Chianti.
Fonte: Questura di Firenze